Biasin rivela: «Ecco cosa ho capito da Inter Barcellona. Come mai Acerbi in area avversaria? La risposta che mi ha dato Darmian» | OneFootball

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·8. Mai 2025

Biasin rivela: «Ecco cosa ho capito da Inter Barcellona. Come mai Acerbi in area avversaria? La risposta che mi ha dato Darmian»

Artikelbild:Biasin rivela: «Ecco cosa ho capito da Inter Barcellona. Come mai Acerbi in area avversaria? La risposta che mi ha dato Darmian»

Il noto giornalista Fabrizio Biasin torna su Inter Barcellona di martedì sera svelando alcuni aneddoti relativi ai calciatori nerazzurri nel postpartita

Nel suo editoriale per Libero, Fabrizio Biasin rivela alcuni retroscena legati agli eventi avvenuti nella pancia di San Siro al termine di Inter Barcellona di martedì sera. Così il noto giornalista rivela alcune dichiarazioni rilasciate lontano dai microfoni dai protagonisti della semifinale di Champions League.

NEI MEANDRI DI SAN SIRO – «Nei meandri dello stadio San Siro, pochi minuti dopo la fine di Inter-Barcellona 4-3, l’aria è ancora tesa e frizzantina: i giocatori blaugrana sfilano davanti alle telecamere a capo chino, scortati da Uffici Stampa che paiono guardie del corpo. Nei corridoi si sentono i rumori dei tacchetti che graffiano il cemento, le grida di chi può godere e gli accidenti di chi ha perso. I giornalisti, ovvio, allungano le orecchie. Passa Simone Inzaghi, è ancora in trance agonistica, ci guarda e dice «bravi, grazie». Rispondiamo, «Prego, anche tu sei stato abbastanza bravo. Sorride e si concentra sulle interviste di rito in cui celebra i suoi ragazzi, dice ogni tanto noi. Solo una volta dice io, ma per parlare di una partita finita male»».


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LA RISPOSTA DI DARMIAN SU ACERBI – «Poi è il turno di Sommer, uno degli eroi della serata. I media lo bramano, ma ha lo sguardo sereno e timido di chi eviterebbe volentieri la grancassa. Dice «grazie», abbassa lo sguardo, lo vedi che pensa «ho respinto dei palloni, mica ho scoperto la penicillina». Darmian sfila via veloce ma poi si ferma con noi a chiacchierare cinque minuti, come se fosse al bar davanti ad un caffé. E allora gli chiediamo: «Ma cosa ci faceva Acerbi in area di rigore?». E lui: «Non lo sappiamo neanche noi. Ci ha detto vado ed è andato». Francesco, Yann e Matteo fanno 108 anni in tre e hanno l’esperienza di chi non ha bisogno della maestra che gli dica come attraversare la strada, lo sanno già come va fatto, soprattutto nei momenti decisivi».

DIMARCO E DE VRIJ – «Dimarco, con ancora l’adrenalina in circolo e la voglia, nemmeno troppo nascosta, di togliersi qualche sassolino dalla scarpa che al giorno d’oggi se sbagli una partita ti danno del bollito. Ma sa che il Gioco non è ancora terminato e manca il mostro finale. Dice qualcosa tra i denti, ma meglio abbozzare. Sicuramente quello che accade sul campo può variare in base ad un risultato. Ma i principi che governano un gruppo non variano a seconda del risultato: l’Inter di Simone Inzaghi è una squadra forte nella mente molto più che nei piedi ed è composta da uomini prima che da calciatori. E uno si sente legato a quell’altro e nessuno lascia indietro nessuno. L’esigenza dei singoli è importante nella misura in cui non intacca l’unità di intenti. Per informazioni chiedere a de Vrij. Sarebbe titolare ovunque, non sbaglia un intervento da mesi, gioca solo spezzoni, non ha mai detto ‘beh’. E questo perché l’Inter non ha bisogno di ‘beh’, ma di tutti»

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