Bologna in finale di Coppa Italia, Savoldi: «Mi rivedo in Castro, Freuler come Bulgarelli? Paragone non peregrino, e tra Champions e Coppa Italia scelgo…» | OneFootball

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·25. April 2025

Bologna in finale di Coppa Italia, Savoldi: «Mi rivedo in Castro, Freuler come Bulgarelli? Paragone non peregrino, e tra Champions e Coppa Italia scelgo…»

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Le parole di Beppe Savoldi, ex calciatore del Bologna e vincitore della Coppa Italia nel 1974 dopo l’approdo dei rossoblù in finale

Il Bologna torna in finale di Coppa Italia dopo l’ultima volta: 1974 e i rossoblù vinsero ai rigori contro il Palermo con Beppe Savoldi autore di due gol dal dischetto: il primo quello del pari a fine partita e poi il terzo della lotteria. Di seguito le sue parole a La Stampa.

BOLOGNA IN FINALE DOPO 51 ANNI, CHE EFFETTO LE FA – «Bellissimo. Mi fa piacere ritornare con i pensieri a quella finale del 1974, vinta ai rigori contro il Palermo. Anzi, mi fa più che piacere. Anche se quella partita, lo dico tra virgolette, l’abbiamo rubacchiata».


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SEGNO’ IL RIGORE DEL PAREGGIO, QUANDO SEMBRAVA TUTTO FINITO… – «Sì, Bulgarelli se lo procurò e io pareggiai. Ricordo che mancava pochissimo: presi subito la palla sulla pista d’atletica dell’Olimpico, rimessa laterale rapida e la buttai in mezzo a Giacomo. Su un intervento di Arcoleo si lasciò cadere e l’arbitro concesse il rigore. Al Palermo non andò giù».

E POI VITTORIA AI RIGORI – «Il Palermo giocò meglio, andò in vantaggio e sfiorò più volte il raddoppio. L’ho detto: quella Coppa Italia l’abbiamo rubacchiata, tra virgolette. Siamo stati fortunati. Alla selezione dei rigoristi alzammo la mano solo io e Bulgarelli. Gli altri ci andarono per inerzia, quasi obbligati. Ci è andata bene».

IN CHI SI RIVEDE OGGI – «Un po’ in Castro. Quando arrivai al Bologna avevo 19-20 anni come lui. Ci sono delle somiglianze, anche se l’argentino ha caratteristiche differenti».

DIFFERENZE – «Ecco, non lo volevo dire… ma è così. Lui però palleggia meglio e si sacrifica molto per la squadra».

FREULER COME BULGARELLI – «Per carisma e leadership, sempre con le dovute proporzioni, il paragone non è peregrino. Giacomo non indossava solo la fascia: era un vero capitano, aveva personalità, trascinava e aiutava il gruppo».

GIUDIZIO SQUADRA – «Vedo tanti giocatori interessanti. Io ho un debole per Orsolini. E la classifica conferma la bontà della squadra. Bravi tutti, ma un plauso particolare alla società e al ds Giovanni Sartori, uno che non ha paura di cambiare e trova sempre giocatori di prospettiva».

ITALIANO – «Sta maturando benissimo. A Bologna si matura perché è una città senza pressioni, che ti fa lavorare e vivere tranquillo. Vale per gli allenatori e anche per i giocatori, specie i più giovani».

MEGLIO QUESTO BOLOGNA O QUELLO DI MOTTA – «Mi piaceva quello di Motta e mi piace questo. Difficile scegliere. Forse la squadra dell’anno scorso aveva qualcosa in più grazie a Zirkzee, che non era un centravanti classico ma un facilitatore del gioco per tutti».

MEGLIO UN’ALTRA CHAMPIONS O LA COPPA ITALIA – «Io riempirei la bacheca e prenderei la Coppa Italia, intanto che c’è. Non amo fare calcoli, vivo di istinti e opportunità. Il Bologna deve provare a cogliere questa. Poi, se arriva anche un altro anno in Champions, ben venga».

LE SUE EX BOLOGNA, NAPOLI E ATALANTA IN CORSA PER GROSSI OBIETTIVI – «Tre grandi società che da anni fanno bene. Non a caso, prima di venire al Bologna, Sartori aveva gettato le basi anche del cammino dell’Atalanta».

ROVESCIATA ORSOLINI – «Ho esultato soprattutto per la prodezza: ha quei colpi nel dna. Poi, certo, il gol mi ha fatto doppiamente piacere».

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