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·24. Februar 2025
Dal rigore all’Udinese a quello mancante per la Juve: gli errori più gravi del weekend
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La ventiseiesima giornata di Serie A è stata caratterizzata da alcuni errori arbitrali piuttosto evidenti, in particolare nelle partite che valgono la salvezza ma non solo.
Arbitri, gli errori più grossi della ventiseiesima giornata
Andiamo con ordine, partendo dall’anticipo Lecce-Udinese. Non sono assolutamente d’accordo con il rigore assegnato da Bonacina all’Udinese, per giunta al VAR (un’aggravante). Jean arriva per primo sul pallone, con le braccia che in dinamica naturale lo aiutano a darsi lo slancio; il contatto successivo con il collo e il viso di Lovric è una conseguenza inevitabile del movimento, che per l’appunto è naturale. Non possiamo tramutare automaticamente i contatti all’altezza del viso in rigori senza analizzare la dinamica e l’entità dell’accaduto.
Spostiamoci poi al Tardini. Manca sicuramente il secondo cartellino giallo a carico di Matteo Cancellieri, che dopo essere già stato ammonito, entra su Cambiaghi, diretto in area di rigore, con un tackle duro e scomposto. Sbaglia dunque qui l’arbitro Abisso a non espellere l’esterno. Non solo, però, perché come ammesso a Open VAR è sbagliato anche il rigore concesso nel primo tempo ai padroni di casa per un fallo di mano di Beukema, che impatta il pallone col braccio destro sul passaggio di Bonny. Il difensore sembra addirittura abbassare il braccio, e nel momento dell’impatto l’arto si trova a scarsa distanza dal fianco. Inoltre, il pallone proviene da distanza ravvicinata e non c’è intenzione fallosa.
Infine, Cagliari-Juventus. La direzione di Colombo è molto buona, fino all’episodio Luperto-Vlahovic. Il serbo si invola verso la porta ed è davanti a Caprile; Luperto, quando capisce che il serbo è più veloce di lui, gli mette due braccia sulla schiena, col solo obiettivo di sbilanciarlo e fargli sbagliare la conclusione. Il gesto del difensore dunque è funzionale, e raggiunge lo scopo: infatti Vlahovic calcia male e schiaccia il pallone verso il terreno, fallendo l’occasione. Il direttore di gara lascia proseguire ma per me il contatto era da calcio di rigore.