Calcio e Finanza
·19. Dezember 2024
Calcio e Finanza
·19. Dezember 2024
Al nono piano di viale della Liberazione, tra i tanti trofei che celebrano i successi della storia dell’Inter, ha trovato recentemente posto anche la Coppa dello Scudetto della stagione 2005/06. Si tratta del titolo revocato alla Juventus in seguito allo scandalo di Calciopoli e assegnato a tavolino ai nerazzurri dopo le penalizzazioni comminate ai bianconeri e al Milan.
Per anni, quello spazio nella bacheca dei trofei era rimasto vuoto: l’unica Coppa prodotta dalla Lega Serie A era stata consegnata alla Juventus prima che tutto lo scandalo scoppiasse, lasciando il club nerazzurro senza un trofeo da esporre. Una vittoria che era presente dunque solo nell’Albo d’Oro, ma che ora può trovare spazio anche in bacheca.
Dopo 18 anni, infatti, l’Inter ha deciso di colmare questa lacuna. Una richiesta ufficiale alla Lega Serie A ha consentito di mettere a disposizione il trofeo del club nerazzurro. La vicenda Calciopoli si è trascinata fino a gennaio di quest’anno, quando il Consiglio di Stato ha messo la parola fine sui ricorsi presentati dalla Juventus, alla luce della rinuncia della società bianconera dell’ultimo ricorso.
La causa in corso era relativa alla richiesta alla FIGC di danni per 443 milioni di euro per l’assegnazione dello scudetto 2005/06 all’Inter. Una vicenda a livello di giustizia ordinaria iniziata il 7 novembre 2011, con il primo ricorso al TAR del Lazio dopo la decisione del Consiglio FIGC di respingere l’esposto presentato dal club bianconero. Il TAR del Lazio nel luglio 2016 aveva poi respinto il nuovo ricorso della Juventus, dichiarandolo in parte inammissibile e in parte infondato. La società, tuttavia si è in seguito rivolta al Consiglio di Stato, presentando un nuovo ricorso.(Foto: Calcio e Finanza)
Un ricorso che era ancora in ballo fino al 13 ottobre 2023, quando la società ha deciso di procedere con un atto di rinuncia al ricorso, chiedendo anche la compensazione delle spese legali. Si arriva così al 24 ottobre, quando va in scena l’udienza in cui viene confermata la rinuncia: in ballo c’erano solo le spese legali, per cui la sentenza ufficiale del Consiglio di Stato è arrivata proprio a gennaio.