DirettaCalcioMercato
·22. November 2024
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Tra Scudetto, Psg e Milan-Juventus, Timothy Weah si apre a 360° ai microfoni de Il Giornale: ecco la sua intervista.
Timothy Weah domani troverà davanti a sé il Milan che è stato per tanti anni casa di suo papà George. Una sfida speciale per il classe 2000, non solo per l’importanza del match, ma anche perché a San Siro lo statunitense avrà sulle spalle l’attacco della Juventus. Con Vlahovic ai box, infatti, è lui l’indiziato principale per ricoprire il ruolo di centravanti. Un compito che non sembra spaventarlo, anzi. “I riflettori accesi su di me mi preoccupano? No, per nulla, anzi mi carica – ha dichiarato Weah nell’intervista rilasciata a Il Giornale –. Sono pronto. Lavoro per questo, per dare sempre il meglio. E il ruolo non mi spaventa, ho giocato tante volte centravanti nel PSG, poi fu Emery a spostarmi esterno, per sfruttare la mia velocità”.
Ruolo preferito?
“La fascia sinistra, perché posso rientrare e calciare col destro. Ma gioco dove mi dicono che serve”.
Nella mia prima partita giocata da titolare nel PSG il capitano era Thiago Motta?
“Io ero un bambino, lui un magnifico centrocampista, un giocatore di un’intelligenza superiore, si poteva immaginare che diventasse un allenatore importante. Chissà lui cosa pensava di me, un giorno magari provo a chiederglielo”.
Leão?
“Rafa è un fenomeno, un giocatore fortissimo. Diciamo che da centravanti dovrei scamparmi la fatica di rincorrerlo”.
Maignan?
“Mike è il portiere più bravo della Serie A, uno dei migliori al mondo. Con Fonseca ho lavorato bene, ho un buon ricordo di lui. Spero che lui lo abbia di me”.
Pulisic e Musah?
“Christian è un campione, ha grande qualità ed esperienza, normale che facesse bene. La nostra nazionale è molto forte, vogliamo essere la sorpresa del Mondiale e grazie a giocatori come lui possiamo esserlo”.
Chi toglierei al Milan?
“Reijnders! Per me è un calciatore eccezionale, un vero equilibratore per la tutta la squadra. Non lo conoscevo, l’ho scoperto in Italia, l’anno scorso. Ha piede, corsa, testa, completo come pochi”.
Com’è cambiata la Juventus?
“Siamo più giovani, ma anche più forti. Abbiamo delle notevoli potenzialità. Dobbiamo lavorare e pensare a fare del nostro meglio, a fine stagione vedremo dove siamo arrivati”.
Chi è la mia squadra favorita per lo Scudetto?
“La Juventus”.
Anche senza Bremer?
“Credo nella forza di squadra, nel lavoro del gruppo. Gli infortuni sono penalizzanti, ma non saranno decisivi. Tutti a cominciare dall’allenatore sappiamo di dovere dare il 110%, proprio perché ci sono compagni che non possono giocare”.
Il 4-4 in rimonta contro l’Inter?
“Noi siamo la Juventus e sinceramente credo che quel risultato abbia fatto più impressione fuori che dentro lo spogliatoio. La Juventus gioca sempre per vincere e un pareggio, anche contro una squadra forte come l’Inter, è una mezza sconfitta”.
Col Milan senza Vlahovic?
“Certo le mie caratteristiche sono differenti da quelle di Dusan, che è un professionista pazzesco, bravissimo in tutte le cose che fa. Lavora sempre al massimo, dal campo alla palestra”.
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