La squadra di Inzaghi spinge i conti nerazzurri: l'Inter vede il primo utile della sua storia recente | OneFootball

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Calcio e Finanza

·10. Mai 2025

La squadra di Inzaghi spinge i conti nerazzurri: l'Inter vede il primo utile della sua storia recente

Artikelbild:La squadra di Inzaghi spinge i conti nerazzurri: l'Inter vede il primo utile della sua storia recente

Sospinta dall’esito di un turno delle semifinali europee che passerà agli annali come una tra i più belli ed emozionanti della storia della Champions League, l’Inter ha guadagnato il pass per la sua seconda finale in tre stagioni della massima competizione europea (l’incontro si giocherà il 31 maggio all’Allianz Arena di Monaco di Baviera contro il Paris Saint-Germain).

Complessivamente è la settima volta nella sua storia che l’Inter giunge alla partita più importante della stagione europea con un bilancio che sinora è in parità: tre finali vinte e tre perse.


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Nel dettaglio:

  • Inter-Real Madrid, vinta per 3-1 nella stagione 1963/64;
  • Inter-Benfica, vinta per 1-0 nel 1964/65;
  • Celtic-Inter, persa per 2-1 nel 1966/67;
  • Ajax-Inter, persa per 2-0 nel 1971/72;
  • Inter-Bayern Monaco, vinta per 2-0 nel 2009/10;
  • Manchester City-Inter, persa per 1-0 nel 2022/23.

LA SECONDA FINALE IN TRE STAGIONI: IL CONFRONTO COL 2022/23

Nello specifico del confronto con l’edizione 2022/23 va notato come due anni orsono nerazzurri siano arrivati alla finali in un contesto ben diverso. Allora la squadra di Simone Inzaghi fece il suo capolavoro in senso strettamente tecnico soprattutto nella fase iniziale quando riuscì a qualificarsi nel gruppo di ferro che includeva Bayern Monaco, Barcellona e Viktoria Plzen.

I bavaresi all’inizio di quella stagione erano una schiacciasassi e ottennero 18 punti su 18, i cechi del Plzen la cenerentola (0 punti) e il secondo posto valevole per il passaggio del turno fu una sorta di scontro diretto tra l’Inter il Barcellona di Xavi che quell’anno si sarebbe poi laureato campione di Spagna. I nerazzurri vinsero 1-0 a Milano e pareggiarono al Camp Nou 3-3 garantendosi il passaggio agli ottavi. Di li in poi però il sorteggio fu benevolo ponendo tutte le grandi favorite nella parte alta del tabellone (tra queste Bayern Monaco, Manchester City e Real Madrid) e le potenziali outsider (tra queste le italiane Inter, Milan e Napoli) in quella inferiore.

Nel caso specifico della squadra di Inzaghi, i nerazzurri superarono non senza fatica il Porto agli ottavi, più agevolmente il Benfica nei quarti e poi il Milan nel sentitissimo derby di semifinale. È evidente però che proprio a causa di quel percorso tecnico e per non avere eliminato nessuna delle grandi favorite della vigilia, quando si giunse alla finale i nerazzurri arrivarono con l’etichetta di grandi sfavoriti nei confronti del Manchester City di Pep Guardiola. Anche se poi durante il match tutto quel presunto divario non si vide e l’Inter andò veramente a un passo dal prolungare il match almeno sino ai supplementari.

Quest’anno invece la storia è completamente diversa. Innanzitutto perché Lautaro e compagni si sono classificati quarti su 36 nella graduatoria della fase iniziale. E questo nonostante sulla loro strada avessero incontrato pesi massimi quali Arsenal (anch’esso giunto sino alle semifinali), il Bayer Leverkusen campione di Germania e soprattutto il Manchester City, che quando incrociò i nerazzurri a settembre non era ancora piombato nella crisi che ne ha inficiato la stagione ed era considerato una se non la migliore squadra d’Europa.

Il motivo princiaple della diversità però sta nel fatto che quest’anno tutto è diventato tremendamente più complicato nella fase a eliminazione diretta. Dopo avere eliminato il Feyenoord agli ottavi (che aveva comunque a avuto la meglio sul Milan nel turno precedente dei playoff), l’Inter ha incontrato nei quarti e nelle semifinali due veri e propri pesi massimi della competizione (e tra i grandi favoriti della vigilia) quali il Bayern Monaco (appena laureatosi campione di Germania nella stagione in corso) e il Barcellona (attualmente in testa alla Liga spagnola) eliminandoli entrambi.

È evidente che proprio in virtù di questo percorso tecnico, e a differenza di due fa, i nerazzurri andranno a Monaco di Baviera non più da assoluti sfavoriti come avvenne a Istanbul, ma con un grado di autostima e fiducia nettamente superiore a quello del 2023 e poi ovviamente sarà il campo a decidere chi tra Inter e Paris SaintGermain alzerà la coppa più ambita. A conferma della superiore maturità della squadra nerazzurra.

Non solo, in aggiunta a questo si deve anche notare per dare ulteriore lustro alla stagione nerazzurra che a differenza di due anni fa anche in campionato sono diverse: ora a tre giornate dal termine del campionato l’Inter ancora in lotta per lo scudetto mentre nel 2022/23 non solo ne era uscita molto prima (se mai vi fosse mai stata, visto la pessima partenza) ma alla 37ª giornata non era nemmeno sicura della qualificazioni alla Champions League dell’annata seguente (raggiunta appunto al penultimo turno battendo l’Atalanta a San Siro).

L’IMPATTO DEI RISULTATI IN STAGIONE SUI CONTI

Quello che invece si può dire con assoluta sicurezza è che grazie anche al format più redditizio della nuovo Champions League (introdotto in questa stagione), la squadra di Inzaghi sta portando notevolissime risorse economiche alle casse nerazzurre. Tanto che l’Inter per la prima volta da decenni potrebbe vedere l’utile di bilancio al termine della stagione che si chiude al 30 giugno 2025. Cosa sicuramente mai avvenuta almeno sin dal 1995 ovvero da quando si insediò sulla tolda nerazzurra Massimo Moratti.

Basta osservare alcuni numeri infatti per capire quanto il percorso europeo della squadra stia giovando alla società. Soltanto come ricavi UEFA da montepremi (che a bilancio valgono come diritti tv), l’Inter incamererà almeno 132 milioni e questo è dato più alto di sempre per una squadra italiana nelle coppe, visto che sono stati superati i 110 milioni incassati dalla Juventus 2016/17 e i 101 milioni guadagnati dalla stessa Inter nel 2022/23.

Inoltre complessivamente, in termini di diritti tv, gli incassi previsti saranno circa 250 milioni, in particolare:

  • i 132 milioni dalla UEFA di cui sopra,
  • un minimo di circa 20 milioni dai premi FIFA per il Mondiale per Club, che potrebbero salire a circa 30/40 solo passando il girone, e che sarebbero contabilizzati tutti nel bilancio al 30 giugno 2025 visto che gli ottavi si giocheranno prima della data della chiusura del bilancio. Gli eventuali incassi dai quarti in poi, invece, finiranno nel bilancio al 30 giugno 2026;
  • e circa 90 milioni dai diritti tv della Serie A.

Non solo, in questa ottica non va nemmeno scordato che in questa stagione l’Inter ha realizzato il record di incassi da stadio di sempre per l’Italia:

  • sia in Champions League (semifinale col Barcellona, incasso da 14,7 milioni);
  • che in Serie A (derby di andata col Milan, incasso da 7,6 milioni);
  • e sia in Coppa Italia (semifinale col Milan, incasso da 5,8 milioni).

In questo quadro, solo sommando gli incassi di queste tre sfide a quelli registrati nei quarti di Champions League nella gara interna con il Bayern Monaco e quelli ottenuti nella gara con la Juventus in campionato, l’Inter ha avuto introiti in sole cinque partite per 45 milioni lordi e questo dovrebbe consentire ai nerazzurro di ottenere il record di sempre in Italia da incassi stadio in una singola stagione. Il precedente primato, sempre dell’Inter, è stato nel 2022/23 con 79 milioni.

Alla luce di tutto questo, anche se è ancora un po’ presto, è presumibile stimare che il fatturato nerazzurro possa superare i 500 milioni in questa stagione (una crescita di almeno oltre il 5% nei confronti dei 473 milioni della passata stagione). Un dato, quello oltre il mezzo miliardo di entrate, che sarebbe il record nella storia interista, visto che mai prima d’ora i ricavi del club nerazzurro hanno superato quella soglia.

Per altro va notato che in Italia solo la Juventus, forte anche degli incassi assicurati da uno stadio moderno, ha superato il mezzo miliardo di ricavi sinora in una singola stagione ed è successo nei quattro anni tra il 2016/17 e il 2019/20. Ovvero quando a Torino a guidare le cose e a trovare il mix giusto tra successi sportivi ed entrate economiche c’era, insieme all’allora presidente Andrea Agnelli, Giuseppe Marotta. Il manager varesino lasciò la Juventus nell’ottobre 2018, ovvero all’inizio della stagione 2018/19 per approdare nel dicembre successivo all’Inter, però è evidente che il solco lasciato in termini di gestione sia durato ancora almeno sino al 2020. E solo chi non vuole vedere le evidenze può pensare che sia una questione di coincidenze. In questo senso un grande plauso va ai manager di Oaktree, fondo proprietario dell’Inter dal maggio 2024, i quali conoscendo le doti di Marotta non solo lo hanno confermato nel suo ruolo di amministratore delegato ma lo hanno premiato ulteriormente nominandolo anche presidente del club nerazzurro.

Soprattutto, però, e cosa sicuramente ancora più importante, sospinta da queste entrate l’Inter potrebbe fare segnare in questa stagione il suo primo vero utile di bilancio da decenni, visto che almeno dall’insediamento nel 1995 di Massimo Moratti il bilancio nerazzurro è sempre stato in perdita. In verità c’era stato un utile di 33,2 milioni nel 2013/14 ma si trattava di un risultato meramente contabile, derivante dal conferimento dei rami d’azienda “Inter Brand” e “sponsor” nella società Inter Media and Communication nell’ambito dell’operazione di rifinanziamento organizzato da Goldman Sachs nel 2013, che portò ad una plusvalenza di 139 milioni nei conti.

Va però anche notato, e non certo per smorzare gli entusiasmi ma al limite per fare capire ancora di più l’impresa della squadra di Inzaghi nei confronti delle superpotenze economiche europee, che anche superare il mezzo miliardo di ricavi in una sola stagione tiene lontano dalla top 10 dei fatturati (plusvalenze comprese) in Europa.

Nel 2023/24 per esempio il podio era composto da:

  • Real Madrid, con 1,08 miliardi di euro di fatturato;
  • Manchester City, con 1,014 miliardi di euro di fatturato;
  • PSG, con 989 milioni di euro di fatturato;
  • e al decimo posto c’era il Tottenham Hotspur con un fatturato di 720 milioni di euro.

I DEBITI DEL CLUB E IL TEMA DEL BOND

Ovviamente quanto riluce non è tutto oro. Nel caso dell’Inter è nota la pesante situazione debitoria, che però anch’essa va migliorando notevolmente.

Nello specifico e osservando l’intera catena di controllo del club nerazzurro il passaggio di proprietà dagli Zhang ad Oaktree (per un’escussione di un debito a pegno non pagamento dalla dinastia cinese) ha avuto la conseguenza di ridurre notevolmente il peso dell’indebitamento sopra l’Inter.

Nel dettaglio, infatti, la proprietà cinese, alle prese con problemi di liquidità legate alle difficoltà in patria e alle conseguenze del Covid nel corso della stagione 2020/21, aveva ottenuto da Oaktree nel maggio 2021 un finanziamento con scadenza triennale da 275 milioni di euro, serviti per coprire le necessità di cassa del club nerazzurro. Il debito degli Zhang verso Oaktree, complici gli interessi ad un tasso pari al 12%, è cresciuto fino a 395 milioni di euro nel maggio 2024: alla scadenza della data prefissata, appena dopo aver festeggiato il 20esimo scudetto della storia interista, la famiglia Zhang non è riuscita a ripagare il proprio debito, con il fondo californiano che ha quindi avviato le procedure per l’escussione del pegno diventando in seguito proprietario dell’Inter. E, come avvenuto ai tempi di Elliott con Yonghong Li per il Milan, il debito che gravava sulle spalle del proprietario (mettendo un punto interrogativo sul futuro del club) non pesa più sulla catena di controllo dei nerazzurri.

Con la scomparsa del debito in capo agli Zhang, la situazione debitoria del solo club nerazzurro ora ufficialmente parla di un indebitamento lordo che dagli 807 milioni del 2023 è sceso a 734 milioni al 30 giugno 2024 e ora dovrebbe essere ulteriormente scesa al di sotto dei 700 milioni. Però a gravare sull’indebitamento dell’Inter è sostanzialmente il bond da 415 milioni con interessi al 6,75% emesso nel 2022 che scadrà il 9 febbraio 2027 visto che che oltre al bond il resto pesa meno perché sono debiti da calciomercato (che hanno da contraltare anche crediti da calciomercato) e altri debiti poco rilevanti. Va notato che la società nerazzurra ha già ripagato una quota pari a 15 milioni di euro nei mesi scorsi, oltre ai versamenti per gli interessi durante gli anni, con un debito per obbligazioni al 30 giugno 2024 sceso a 392 milioni di euro. È molto probabile quindi che in questo quadro il bond possa essere almeno in parte rifinanziato, approfittando del fatto che Oaktree, grazie alla sua solidità finanziaria, può permettersi un costo del denaro e quindi un tasso di interesse molto inferiore rispetto a quelli a doppia cifra che caratterizzavano alcuni prestiti dell’era Zhang.

In qualsiasi modo la si veda, è evidente l’opera che la società Inter tutta ha portato avanti in questi anni, dai proprietari di Oaktree sino a Marotta e al suo team, includendo in questo anche la parte sportiva guidata da Simone Inzaghi. Opera che dopo la seconda stella dell’anno passato potrebbe addirittura portare, con tutti gli scongiuri del caso, il quarto titolo europeo in casa nerazzurra.

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