Juventusnews24
·6. November 2024
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Lille Juve ha certificato, prima di qualsiasi altra cosa, il 50esimo gol di Vlahovic con la maglia bianconera. Su calcio di rigore, spiazzando Chevalier, in un momento in cui la squadra premeva tanto, con rabbia, in cerca del meritato pareggio. Ma Dusan non è stato solo freddezza dal dischetto nella notte del Pierre-Mauroy: nei 68 minuti giocati (dati Sofascore), ha toccato 20 palloni, calciato 2 volte verso la porta e 1 volta fuori, ha completato 10 passaggi su 11 – con una precisione del 91%, ha effettuato un passaggio chiave, vinto 2 contrasti a terra su 4 e 1 duello aereo su 2. I numeri che più gratificano Thiago Motta e i tifosi, oltre a quelli realizzativi, sono proprio nei passaggi. Perché l’attaccante visto nella vetrina di Champions League ha mostrato un netto passo in avanti nella partecipazione alla manovra, nel dialogo con i compagni offensivi, nelle imbucate per i centrocampisti (vedasi l’assist per il primo gol di Koopmeiners annullato) così come nella pulizia di gioco attraverso le sponde.
L’heatmap di Lille Juve per Vlahovic
«Abbiamo fatto una grande partita, aggressiva, personalmente penso che la potevamo vincere, soprattutto visto come eravamo messi dopo aver pareggiato, peccato che non ci siamo riusciti. Ogni punto è importante in questa Champions League, abbiamo lasciato due punti qui. Siamo una squadra giovane, con un nuovo allenatore. Abbiamo cambiato tante cose, per tanti di noi è la prima volta in Champions League, direi che siamo soddisfatti. Penso potevamo fare ancora di più, soprattutto oggi, però andiamo avanti». Le parole pronunciate da Vlahovic a Sky dopo Lille Juve testimoniano il peso specifico, di leadership, all’interno del gruppo da parte dell’ex Fiorentina. Ma su questo non c’erano dubbi. Lo ha sottolineato più volte Thiago Motta – «è un leader positivo» – ma lo si vede anche dai gesti in campo. Passi in avanti da parte di Dusan su quello che era stato un problema negli anni scorsi: l’uscire dalla partita quando il gol non arriva. E quest’anno, sotto questo aspetto, ha lavorato molto e sta lavorando molto per essere presenza fissa in campo, indipendentemente se riesce a sfogare o meno la vena realizzativa.
E forza mentale lo richiedeva anche la partita, per il duello testa a testa con l’altro grande attaccante del Pierre-Mauroy: Jonathan David. Capace, il canadese, di sbloccare la partita con un gran movimento – complice il buco difensivo – dopo 27 minuti. David è un osservato speciale di Cristiano Giuntoli per la prossima estate (non a gennaio perché gli slot per gli extracomunitari sono tutti occupati), quando andrà in scadenza con il Lille e potrà partire a parametro zero, in caso di mancato rinnovo. La Juventus c’è, così come la Premier League, pericolo principale nell’operazione.
I discorsi sul futuro di Vlahovic ruotano tutti attorno ad un unico e grande filone: rinnovo sì, rinnovo no. Inquadriamo un attimo la situazione. L’attaccante serbo è in scadenza il 30 giugno 2026: al momento del suo arrivo a Torino nel gennaio 2022, Dusan ha firmato un accordo che prevedeva un ingaggio a salire per gli ultimi due anni di contratto. Un modo per non gravare troppo sui conti dei suoi primi anni in bianconero, che lo porterebbe a percepire 10,5 milioni di euro al termine di questa stagione fino a salire a 12 al termine della prossima. Le riflessioni si concentrano su questo punto qua. Lato Juventus la volontà è quella di non disperdere l’investimento fatto ormai quasi tre anni fa e non ritrovarsi nelle condizioni di quanto successo in estate con Federico Chiesa, tenendo conto dei paletti fissati dal club per ridimensionare i costi dei nuovi contratti. Lato giocatore, invece, c’è la voglia di scrivere ancora nuovi capitoli di storia con la maglia bianconera, ma com’è giusto che sia andranno fatte delle riflessioni – insieme al suo agente e alla sua famiglia – per valutare al meglio tutti i possibili scenari per il suo futuro. I contatti con il suo procuratore Darko Ristic sono costanti. Alla Juve farebbe comodo giungere ad un’intesa entro la fine del 2024 per abbassare l’ammortamento a bilancio e reinvestire magari qualcosa nel mercato di gennaio, ma al momento i segnali non vanno nella direzione di una fumata bianca per il tramonto di questo anno.