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·11. März 2025

Morte Maradona, via al processo in Argentina: in sette vanno a giudizio

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Quattro anni dopo la morte di Diego Armando Maradona, sette professionisti sanitari saranno giudicati a partire dalla giornata odierna in un processo il cui esito è incerto, destinato a riaccendere il caso che portò alla scomparsa di uno dei più grandi calciatori della storia.

Leggenda del calcio mondiale, Diego Armando Maradona è deceduto a 60 anni a causa di una crisi cardiorespiratoria, il 25 novembre 2020, da solo su un letto medicalizzato in una residenza privata a Tigre, a nord di Buenos Aires, dove si trovava in convalescenza dopo un intervento neurochirurgico per un ematoma alla testa.


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La sua morte ha gettato l’Argentina in un abisso di tristezza, con tre giorni di lutto nazionale. A Tigre, è stata l’infermiera diurna a trovare Maradona privo di vita verso la fine della mattinata, mentre l’infermiere notturno aveva dichiarato di aver ricevuto «l’ordine di non svegliarlo», confermando però che Maradona dormiva e respirava normalmente al momento del cambio turno, alle 06:30.

Secondo l’autopsia, la ex gloria di Boca Juniors e Napoli è morta «per un edema polmonare acuto secondario e insufficienza cardiaca cronica». Tuttavia, Maradona, secondo la perizia medica, soffriva di numerose patologie: problemi renali, al fegato, insufficienza cardiaca, deterioramento neurologico e dipendenza da alcol e psicotropi. Sette persone sono a processo: il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Diaz, la coordinatrice medica Nancy Forlini, il coordinatore infermieristico Mariano Perroni, il medico Pedro Pablo Di Spagna e l’infermiere Ricardo Almiron.

Per il pubblico ministero, questo personale medico è stato «protagonista di un’ospedalizzazione domiciliare senza precedenti, totalmente carente e imprudente», e avrebbe commesso una «serie di improvvisazioni, errori di gestione e mancanze». Ritardato da numerosi rinvii, il processo a San Isidro (periferia di Buenos Aires) dovrebbe durare fino a metà luglio, con tre giorni di udienze a settimana, e circa 120 testimoni da ascoltare, tra esperti, famiglia, amici e medici di Maradona nel corso degli anni.

L’infermiera Dahiana Gisela Madrid ha ottenuto di essere giudicata separatamente dal processo principale, e da una giuria popolare, probabilmente a luglio. Gli imputati sono accusati di «omicidio con dolo eventuale», che si materializza quando una persona commette una negligenza pur sapendo che essa potrebbe causare la morte di qualcuno. Rischiano pene da 8 a 25 anni di carcere.

Le strategie difensive sembrano già delinearsi, illustrate dalle testimonianze degli inizi delle indagini: alcuni si rifugiano nella propria specializzazione, nel loro ruolo segmentato attorno a Maradona, altri rifiutano la responsabilità e la scaricano su altri. Nel frattempo, rimangono molte le domande alle quali il processo cercherà di dare una risposta.

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