Paramatti: «Quando il Dall’Ara cantava per me… Mazzone a Bologna è stato grandissimo, con Baggio era facile giocare. Una volta ho difeso Zidane in questo modo…» | OneFootball

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·26. Februar 2025

Paramatti: «Quando il Dall’Ara cantava per me… Mazzone a Bologna è stato grandissimo, con Baggio era facile giocare. Una volta ho difeso Zidane in questo modo…»

Artikelbild:Paramatti: «Quando il Dall’Ara cantava per me… Mazzone a Bologna è stato grandissimo, con Baggio era facile giocare. Una volta ho difeso Zidane in questo modo…»

Le parole di Michele Paramatti, ex calciatore di Bologna e Juve, sui suoi ricordi legati alle esperienze con la maglie dei due club

Michele Paramatti è stato una bandiera del Bologna, un giocatore amatissimo dal popolo rossoblu, con un’appendice di carriera anche nella Juventus. Oggi su La Gazzetta dello Sport c’è il racconto della sua vita.

I CORI PER LUI«Mi vengono ancora i brividi, trentamila persone al Dall’Ara a cantare: momenti di felicità pura, che danno il senso a tutta una carriera».MAZZONE«Il calcio di Mazzone era semplicità, intesa come un valore. Giocavamo liberi di testa. Nel 1998-1999 facemmo una stagione strepitosa. Semifinale di Coppa Italia con la Fiorentina, semifinale di Coppa Uefa con il Marsiglia e a fine campionato spareggio vinto con l’Inter per la qualificazione in Europa l’anno successivo».COM’ERA GIOCARE CON BAGGIO«Facilissimo. Tu correvi e sapevi che il pallone ti sarebbe arrivato con i giri perfetti. Una volta, contro l’Empoli, segnai di testa su corner di Robi: una capocciata tremenda, ma il gol era già dentro la sua parabola. Venne da me e cominciò a darmi pacche sulla testa, come si sfrega la lampada di Aladino. Robi è una persona speciale».ZIDANE«Con il pallone tra i piedi era mostruoso: sembrava un ballerino. Le racconto questa: partita di Champions, Zizou reagisce ad un fallo e si fa espellere, ogni tanto gli capitava. Vado dall’arbitro e gli faccio: “Mandi fuori me, ma non Zidane, è un peccato per il calcio”. Si mise a ridere».COL FIGLIO NELLO SPOGLIATOIO JUVE«Era un bambino e quel simpaticone di Tudor gli disegnava i baffi con il pennarello indelebile e poi lo portava davanti allo specchio e rideva come un matto. Pippo Inzaghi invece gli girava peluche e cioccolatini che gli regalavano le sue fans».LA SUA VITA OGGI«Sono ricchissimo… (ride ndr) di tempo libero, però. E guardi, il tempo è la ricchezza più grande. Quando ho smesso ho fatto un po’ di investimenti immobiliari e ora li gestisco. Pensi che in tv il calcio non mi entusiasma più. Vedo ’sti ra gazzi che giocano, ma ho la sensazione che potrebbero fare qualsiasi altra cosa. E mi chiedo: ma ce l’hanno la passione? Ce l’hanno il fuoco dentro?».

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