Calcio e Finanza
·14. Mai 2025
Salvatore Bagni nella bufera: 30mila euro per giocare da professionisti

Calcio e Finanza
·14. Mai 2025
Salvatore Bagni, ex calciatore e campione di Italia nel 1987 con il Napoli, finisce nella bufera per una inchiesta del programma televisivo Le Iene che ieri sera, su Italia 1, ha mandato in onda un servizio in cui Luca Sgarbi si finge fratello di un giovane calciatore per scoprire come può funzionare l’accesso alle squadre professionistiche.
Nel servizio si vede come Sgarbi si affida a un talent scout, figura che opera nei campi di provincia alla ricerca di nuove promesse ed è così che entra in contatto con Bagni, ex calciatore oggi attivo proprio nel mondo dello scouting. L’inviato gli sottopone il presunto talento del fratello, ma l’attenzione si sposta rapidamente su tutt’altro: soldi, conoscenze, favori e promesse di un posto da titolare.
Bagni chiarisce subito le regole: «Però ti spiego, perché bisogna esser chiari… noi abbiamo quest’agenzia nostra io e mio figlio, però quelli che noi andiamo a cercare noi li paghiamo perché li cerco io, li scelgo io. Ma tutti quelli che non cerchiamo noi, noi ci facciamo pagare, ovviamente perché il ragazzo non ti fa guadagnare niente».
In altre parole: se è lui a trovare il talento, è disposto a investire; se invece il giocatore gli viene proposto, allora le regole cambiano. Quando l’inviato prova a capire a quanto possano ammontare le cifre richieste, Bagni risponde: «No, dovete parlar voi, io ascolto. L’unica cosa che diciamo sempre: siamo persone non serie, di più». Poi però entra nel dettaglio: «Noi meno di 30mila euro non facciamo con nessuno» e rivela che alcuni di quelli che avrebbe piazzato «Pagano due 30mila euro e uno 40mila. Sono tutti imprenditori, perché non lo può fare l’operaio».
A quel punto l’ex calciatore taglia corto anche sulla presunta abilità del giovane atleta: «E cioè con tuo fratello, con tutto il rispetto, siamo lontani! Non lo conosco, magari è il più forte di tutti… però ecco, è tutto qua». Nessuna visione tecnica, nessuna analisi. Per Bagni, il valore del fratello dell’inviato sembra solo una questione di soldi. Nessuna richiesta di vedere un video, una partita, una sintesi. Nessuna valutazione autonoma: «Com’è tuo fratello?». Il giudizio tecnico sembra affidato a chi propone il giocatore. Altro che scouting: in questo meccanismo, il merito e le capacità sembrano essere l’ultimo degli elementi in gioco.
A proposito dei metodi di pagamento, spiega: «Noi andiamo sempre sul cash». E per chi non può pagare in nero, c’è l’alternativa: «Se proprio si è impossibilitati, si può fare una sponsorizzazione: così da poter fare ‘regali legali’». L’obiettivo? Piazzare i ragazzi, a prescindere dal talento. «Ti dico, la C non è un problema: chiamo, chiedo un favore» dice Bagni, che elenca decine di squadre in cui avrebbe sistemato giovani calciatori dietro pagamento. Sarebbero squadre soprattutto di Serie C, ma anche di Serie B e di Serie A.
Nel corso della conversazione, Salvatore Bagni sottolinea anche quello che sarebbe il suo potere contrattuale e i rapporti con i club: «Tutti mi devono qualcosa, per quello che li piazzo da tutte le parti, tutte le società: io sono corretto, loro devono essere corretti con me, non ce n’è». Un’affermazione che lascia intendere l’esistenza di un sistema relazionale consolidato, in cui i favori e le conoscenze sembrano contare più delle abilità dei ragazzi.
Bagni esplicita la dinamica: «Quando il direttore ha detto all’allenatore “gioca titolare”, gioca titolare». E ancora: «Alla Vis Pesaro sicuramente ti fanno giocar titolare. Perché me lo aveva già detto per quel ragazzo…». Il talento? Secondario. E precisa: «Noi di quelli che pagano ne abbiamo 13. Sono tutti nei settori giovanili professionisti. Quelli che non scegliamo noi, devono pagare, per forza».
Ma il sistema che emerge non si limita a un solo interlocutore perché per portare un giocatore in squadra, ci vuole la complicità di qualcuno all’interno della società stessa, in questo caso il direttore sportivo. A entrare in scena è quindi Michele Menga, ds del settore giovanile della Vis Pesaro: «Poi la nostra fortuna è che io non nascondo niente perché la mia società è al corrente di tutto, dalla cosa sbagliata alla cosa giusta. Adesso è stata fatta una cosa sbagliata, lui (il mister?) lo sa».
Proprio in virtù di queste rivelazioni, nella giornata odierna la Vis Pesaro, protagonista nei playoff di Serie C, ha deciso di sospendere il proprio Ds Menga: «In merito al servizio andato in onda nella trasmissione “Le Iene” in data 13/05/2025, la VIS PESARO 1898 intende esprimere la propria posizione. La società si dichiara totalmente estranea ai fatti riportati nel corso del servizio televisivo e respinge con fermezza ogni tentativo di accostare il proprio nome a vicende di cui è completamente estranea.
La Vis Pesaro 1898, ritenendo gravemente lesiva la rappresentazione offerta, ha disposto la sospensione del Direttore Sportivo Michele Menga ed ha disposto accertamenti al fine di valutare l’eventuale coinvolgimento dello stesso nelle vicende millantate dal Sig. Salvatore Bagni e disporre conseguentemente ulteriori provvedimenti. La Società sportiva si riserva di tutelare la propria immagine e reputazione nelle sedi più opportune, al fine di evitare ulteriori strumentalizzazioni».