Samuel Inter: «Lautaro? Si parla troppo, va lasciato stare; con il Milan finale pericolosa, teniamo i piedi per terra» | OneFootball

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Calcionews24

·6. Januar 2025

Samuel Inter: «Lautaro? Si parla troppo, va lasciato stare; con il Milan finale pericolosa, teniamo i piedi per terra»

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Samuel Inter, le parole dell’ex difensore nerazzurro in vista della finale di Supercoppa Italiana contro il Milan di questa sera

Walter Samuel, ex difensore dell’Inter ha parlato a la Gazzetta dello Sport in vista della finale di Supercoppa italiana di questa sera contro il Milan. Di seguito le sue parole.

LAUTARO – «Lasciate stare Lautaro… Si parla tanto di lui, anche troppo. Basta che sbagli una rete e sembra che sia successa chissà che tragedia… La preoccupazione, per fortuna, è più degli altri che sua. Lui è un ragazzo davvero d’oro: positivo, generoso, mette sempre davanti la squadra a se stesso. Potete immaginare quanto gli voglia bene io per tutte le gioie che mi ha dato, come argentino e come interista. È normale che per un attaccante sia importante metterla dentro e che, quando non succede, possa rimanerci un po’ male, ma non c’è il minimo pericolo o allarme».


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TORO GOLEADOR IN SUPERCOPPA – «Conta solo che la squadra vinca la coppa, lo dice lui per primo. E poi l’Inter ha tanti modi di trovare la rete, non solo uno. Si potrebbe essere preoccupati se Lautaro non calciasse in porta, se non fosse al posto giusto, se non creasse pericoli, e invece sa costruire occasioni e poi si sacrifica per i compagni. Non è mai egoista, questo è importante».

COPA AMERICA PENALIZZANTE – ««Non ha fatto la preparazione classica, forse, ma tanti calciatori non la fanno, poi continuano a giocare senza fermarsi e fanno bene. Inutile cercare particolari spiegazioni, è semplicemente una cosa normale. La vita e il calcio sono fatti di momenti: deve solo passare e poi il capitano tornerà a segnare. Parliamo poi di un attaccante che cura il fisico, che prepara le partite fin nei minimi dettagli».

FINALE – «Sarà una partita difficile, il Milan è pericoloso, ha la spinta di un nuovo tecnico e questo è pur sempre un derby, anche se non si gioca a San Siro. L’Inter è, comunque, al livello delle più grandi e sta molto bene: contro l’Atalanta meritava di chiuderla già nel primo tempo. Detto questo, bisogna stare sempre con i piedi per terra perché ancora c’è metà stagione davanti. Di sicuro, Inzaghi ha una rosa buonissima e può lottare per tutte le competizioni, ma questo è il periodo in cui serve prudenza».

INZAGHI – «Ha grande padronanza del ruolo e sa come farsi volere bene dai giocatori: non tutti ci riescono, soprattutto se hanno a che fare con dei campioni. Lui conosce il modo in cui trasmettere tranquillità a tutti: ho avuto l’opportunità di vedere un suo allenamento, è molto empatico. Ha giocato con Scaloni, anche lui mi ha parlato benissimo e apprezza questa Inter. Anche perché è una squadra completa, a partire dalla fase difensiva».

DIFESA REGISTRATA – ««La squadra doveva solo mettersi a posto dopo la vittoria del campionato. Il valore dei giocatori, e soprattutto quello degli uomini, non cambia nel giro di qualche mese. Non dico che fosse normale prendere tanti gol, dico solo che ci poteva stare. Anche individualmente, l’Inter è poi cresciuta tantissimo: basti guardare il salto in avanti di Bisseck, De Vrij, Bastoni e si spiega tutto. Ma pure in questo caso bisogna tornare a Lautaro. Gli attaccanti come lui, e anche i compagni che a centrocampo corrono, sono i primi difensori. La fase difensiva funziona quando tutta la squadra lavora assieme. Il merito non è mai solo di noi centrali o di un grande portiere, ma dell’unità dell’orchestra. E l’Inter è proprio un’orchestra, dall’attacco alla difesa».

BISSECK E BASTONI – ««Io mi rivedo poco nei difensori di adesso perché il mestiere è cambiato. Ciò che fanno i tre centrali dell’Inter è molto più difficile di quello che facevamo noi: loro si propongono, creano occasioni. In un certo senso, sono migliori, più completi. Pensate a cosa riesce a fare Bastoni con la palla: io non ce l’avrei mai fatta! Forse i difensori di oggi possono soffrire più di un tempo in alcune marcature, ma si spiega con il loro gioco più dispendioso. Tornando a Bisseck, dico solo che non mi ha sorpreso: andava aspettato e adesso cresce ogni partita. Non era facile trovare spazio in un reparto così strutturato, lì c’è anche Pavard che sa sempre cosa fare».

DE VRIJ – ««Un difensore matura col tempo, l’età dopo i 30 anni a me è sempre piaciuta: non sei vecchio, il fisico regge, ma hai esperienza per aiutare gli altri ed essere un punto di riferimento».

ANCORA BASTONI – «Tra i più moderni, il prototipo del nuovo centrale per come esce con la palla, senza perdere niente dietro. Saper fare queste cose insieme è impressionante. E’ uno dei migliori in Italia, se non il migliore».

PALACIOS – «Per Palacios vale lo stesso discorso di Bisseck. Pazienza e fiducia. L’ho visto già esordire, ha talento, ma c’è solo una persona che sa quando sarà giusto dargli spazio: si chiama Simone Inzaghi».»

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