DirettaCalcioMercato
·22 November 2024
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Francesco Farioli ha rilasciato un’intervista ad As, raccontato sua esperienza all’Ajax e soffermandosi anche ad esprimere un parere sui migliori allenatori in circolazione. Tra questi anche Ancelotti.
L’ex tecnico del Nizza è uno dei protagonisti del ritorno arrembante dell’Ajax dopo anni bui, rilanciando i lancieri verso le zone alte dell’Eredivisie. Non solo in patria, anche in Europa League, infatti, il club di Amsterdam va forte verso la qualificazione diretta agli ottavi. Solamente la Lazio di Baroni (prima a 12 punti) sta facendo meglio dell’Ajax (seconda a 10 punti).
L’allenatore italiano ha fin da subito mostrato grande orgoglio nel lavorare in una società storica come quella olandese, ribadendolo anche in questa intervista: “Questo modo di giocare ora ha più estimatori, ma storicamente sono solo due i club che hanno mantenuto questo tipo di DNA: uno è il Barça e l’altro l’Ajax. L’eredità di Cruyff è lì. È dove è stata posta l’enfasi maggiore ed è un grande privilegio per me avere l’opportunità di lavorare in un club con questa storia, con questa tradizione e con questo tipo di DNA“.
Farioli si è lasciato andare ad un commento sul parco allenatori in circolazione, spendendo ottime parole per i suoi ‘colleghi’: “Guardiola è il maestro del calcio moderno. E, se parliamo di riferimento, ovviamente lo è. Ha un grande ruolo, un grande impatto su di me e su tutti gli allenatori del mondo. È il riferimento più importante. Ma tu parli di Ancelotti e secondo me è un po’ sottovalutato. La maggior parte delle volte crediamo e sentiamo che il suo loro lavoro principale sia la gestione dei giocatori. Ma lascia che ti dica che il calcio che praticava nel Milan o nel Madrid all’inizio della sua esperienza e quello che cerchi di applicare oggi non sono la stessa cosa. Non sono la stessa cosa perché penso che la cosa si stia evolvendo con il calcio. Si sta evolvendo in base ai giocatori che sta introducendo. E penso che a volte sia molto umile e dia sempre tutto il merito ai giocatori per ciò che hanno ottenuto, ma, alla fine, non si può avere altrettanto successo senza il valore personale, e dobbiamo dargli un grande riconoscimento per ciò che ha fatto e per cosa farà in futuro. Ha ancora tante cose da dare al mondo del calcio“.
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