Calcionews24
·18 April 2025
Andrea Caracciolo: «Ho il Brescia tatuato sul cuore. Mi chiedevo come Baggio potesse giocare con quelle ginocchia. Sodinha era un fenomeno, fossi in lui…»

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·18 April 2025
Vi ricordate Andrea Caracciolo? Attaccante che ha fatto bene al Brescia, noto per il soprannome di Airone dato dalla sua esultanza, si è raccontato oggi a La Gazzetta dello Sport. Ora è il presidente del Lumezzane.
VOGLIA DI GIOCARE – «No, sono sincero. Da quando ho smesso non mi alleno più. Ogni giorno mi dico “ricomincio”, e invece sto fermo. A volte dico ancora “se ci fossi stato io, chissà…”, ma solo per dare una mano nello spogliatoio».ROBERTO BAGGIO – «Ero in campo il giorno del suo addio al calcio. Quando guardavi le sue ginocchia ti chiedevi come facesse a giocare. Soffriva, diamine se soffriva, ma è stato il più forte di tutti. E Mazzone stravedeva: l’aneddoto sul cane è storia. Lui non li voleva, ma quando gli dissero che era di Baggio disse di dargli un biscottino».IL BRESCIA – «Non mi chieda come mai, ma da ragazzino giravo con “forza Brescia” scritto sullo zaino. Io, un milanese di Cesano Boscone che simpatizzava per il Milan. Brescia sono sette lettere tatuate sul cuore. Pensi che a Salò, in C, giocavo con la maglietta biancazzurra nelle mutande. Ci fu un periodo in cui non segnavo, così pensai a questo stratagemma: mi bastava avere qualcosa del Brescia».BOMBER DI PROVINCIA – «Avrei potuto fare di più, ma è stato giusto così. C’era un motivo se col Brescia mi riusciva tutto e con il Palermo, il Genoa, la Samp o il Novara no. Ho iniziato a giocare in D col Colombano. Da ragazzino mi divertivo a centrocampo, poi Paolo Sollier mi cambiò la vita: «”Che ci stai a fare in mezzo con queste gambe lunghe, vai davanti’” disse».IL PRIMO STIPENDIO – «Ho comprato la casa ai miei genitori. Oggi vivono ancora lì. Ho avuto macchine di ogni tipo, dalla Ferrari California alla Porsche, ma non ho sperperato i soldi. E oggi insegno ai miei figli a dargli un valore». IL COMPAGNO CHE POTEVA FARE MEGLIO – «Sodinha. Se fossi in lui oggi mi guarderei allo specchio e mi darei tanti schiaffi. Era un fenomeno».