DirettaCalcioMercato
·13 May 2025
Bologna, Italiano: “Castro titolare? Non gioca dal 1′ da due mesi, ci devo pensare”

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·13 May 2025
Ecco le parole di Vincenzo Italiano in conferenza stampa, alla vigilia della finale di Coppa Italia contro il Milan.
Una finale importantissima per il Bologna e per Vincenzo Italiano, chiamato a riportare un trofeo, quello della Coppa Italia, dopo 51 anni di digiuno nel capoluogo emiliano. Il tecnico dei rossoblù ha parlato in conferenza stampa della imminente sfida contro il Milan, che vedrà i suoi ragazzi impegnati per raggiungere quello che sarebbe uno storico traguardo.
Ecco le parole di Vincenzo Italiano, riportate da Tuttomercatoweb:
Come vivete questo momento? “Con grande entusiasmo: è quello che ci ha accompagnato in questo percorso di coppa, avevamo il Dall’Ara gremito per la semifinale di ritorno e domani avremo tanta gente che ci darà sostegno per provare a fare una grande partita. Dopo 51 anni il Bologna torna a disputare una gara tanto importante. Tutti insieme cercheremo di fare un ulteriore passo verso la storia, sapendo di affrontare una squadra piena di campioni ma volendo giocarci le nostre chance. Ne abbiamo, dovremo stare attenti ma con voglia e volontà di fare una grande partita”.
Si immaginava di arrivare qui? “Negli ultimi anni il Bologna sta mostrando grande crescita. Con Saputo si cerca di crescere anno dopo anno e ci sono sempre conferme”.
Un fioretto in caso di vittoria? “Avevo detto basta ai fioretti, se succedesse questo miracolo voglio pensarci dopo. Qualcosa organizzeremo, ma ora massima attenzione e concentrazione. Domani abbiamo tutto il giorno per puntellare e aggiustare qualcosina, poi si vedrà. Ma a testa alta”.
Come vi preparate alla sfida? “Loro sono abituati, noi un po’ meno. Hanno alzato un trofeo quest’anno, il Bologna non lo fa da tantissimi anni. Ma ogni partita riparte da zero e lasciamo perdere quanto accaduto venerdì in cui abbiamo staccato la spina solo quindici minuti. Proporremo qualche giocatore diverso e credo anche loro, dovremo giocare liberi, spensierati, con felicità e senza avere rimorsi. Cercheremo di farci trovare pronti”.
Le ultime finali le ha perse. “Questa è la mia settima finale e già arrivarci è un grande merito. Giocare le finali è bello, ci arrivi tramite un percorso in cui batti squadre forti e stupisci. La nostra presenza qui non era in programma, abbiamo fatto qualcosa di superlativo. Le finali si giocano per vincerle ma già arrivarci è una soddisfazione. Sono a 3 vittorie e 3 sconfitte, se domani vogliono farmi questo regalo i miei uomini, ne sarei ben contento… Ma già è bello. Vedo gli sguardi dei ragazzi e come preparano la partita, ma anche l’affetto della gente è bello e vogliamo dare loro gioie”.
Su cosa si è concentrato? Sceglierà Dallinga o Castro in attacco? “Mi chiedevate se affrontare il Milan nel doppio confronto potesse essere positivo o no, ma sono convinto che sì ripartiremo da zero, ma cercando di capire dove abbiamo sbagliato in quel quarto d’ora finale e invece fatto bene nel resto. Ogni volta che abbiamo sbagliato, siamo stati capaci di reagire ed esprimerci al massimo delle capacità. Sono convinto che domani ci saranno percezione del pericolo, attenzione e sacrificio: non c’è bisogno dell’allenatore. Ai ragazzi ho detto che se io domani sto a casa, loro comunque scenderanno in campo e daranno il massimo. Hanno voglia di primeggiare, crescono continuamente e domani è un grande premio per Lollo (De Silvestri, ndr) e i suoi compagni. Dobbiamo giocare con spensieratezza”.
Bologna è rimasta colpita dal suo discorso al Quirinale. “Da quando sono arrivato è stato un susseguirsi di emozioni. Partendo da Valles, con qualche difficoltà, crescendo pian piano. Il rapporto e il modo di ragionare sono cambiati, sono arrivati risultati e crescita. Non avevo mai visto una coesione così in un gruppo: chi gioca fa bene, chi subentra anche meglio. Le mie parole sono state dettate dal cuore, le emozioni vissute quest’anno mi hanno spinto a mostrare al Presidente della Repubblica cosa significherà domani per tutta Bologna. Abbiamo reso felice una comunità: i più anziani hanno visto questo club vincere i trofei, i miei coetanei mai forse nemmeno in queste sfide. Dobbiamo essere da esempio e mostrare tutto il fair play possibile: che sia un bello spettacolo e vinca il migliore”.
Voler fare la storia è un pro o un contro? “Quando scendi in campo devi pensare solo a giocare, non a quello che sta intorno alla partita. Bisogna mettere qualità e cinismo nelle due aree: al fischio iniziale ti dimentichi il contorno e quello che ti stai giocando. Dare il massimo, provare a vincere duelli con massima percezione del pericolo. Se sei concentrato sul campo, il resto passa inosservato. I ragazzi sanno che conta umiltà e sbagliare meno possibile, sulla carta affrontiamo chi è più forte di noi. Per pareggiare tutto questo dobbiamo andare forte”.
Rischierà anche chi non è al 100%? “Prima non ho risposto su Castro, ma il dolore al piede sembra andato via. Il problema è che non gioca 90 minuti da due mesi, non so che autonomia possa avere dall’inizio ma so quella che può avere se dovesse subentrare. Voglio pensarci bene, non possiamo sbagliare. Ma su Santi è solo questione di minutaggio che manca. Poi rientrano i vari Holm, Ndoye e Odgaard, dobbiamo gestire anche questo”.
I 30mila bolognesi in arrivo cosa vi trasmettono? “Sarà emozionante, siamo riusciti a regalare a una città intera un’altra partita importante dopo tantissimi anni. In città si sta vivendo qualcosa di inspiegabile… Si sente che c’è grande attesa per la partita. Per il resto, domani da quando l’arbitro fischia bisogna pensare ai 29mila animali rossoblù che saranno affamati come noi per portarsi a casa questo trofeo. Mi dispiace che in campo non potranno entrare ma li sentiremo, hanno voglia di starci vicino”.