Bove: “Noi atleti dobbiamo dare l’esempio positivo sfruttando la nostra visibilità” | OneFootball

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·25 February 2025

Bove: “Noi atleti dobbiamo dare l’esempio positivo sfruttando la nostra visibilità”

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Nella giornata di oggi, 25 febbraio, Edoardo Bove ha fatto visita agli studenti del liceo Machiavelli di Firenze insieme al nuotatore Lorenzo Zazzeri. Tanti gli argomenti affrontati dal centrocampista con i ragazzi: dall’importanza dello studio, al malore che lo ha colpito pochi mesi fa. Queste le sue parole riportate da Gianlucadimarzio.com:

La cosa più importante che ha fatto la mia famiglia è stato permettermi di studiare. C’era anche una statistica che su 100 giovani calciatori solo 3 entravano nel professionismo, dalla C alla A, quindi sono numeri che fanno capire che uno deve crearsi un’altra strada. Bisogna essere preparato ad un piano B perché se tutto non va come deve andare rischi di trovarti senza alternativa”.


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Bove ha raccontato di quanto crescendo ha preferito il calcio al tennis:Io facevo calcio e tennis, da bambino anche a nuoto. A un certo momento ho dovuto scegliere e ho scelto il calcio. Era la mia passione, mi svegliavo ogni giorno con la voglia di andare ad allenarmi. Ho sempre pensato che avrei smesso solo nel momento in cui non mi fossi più svegliato con quella voglia”.

Il classe 2002 ha spiegato anche quali emozioni si provano nei minuti precedenti a una partita: “Quell’attesa carica di tensione e aspettative prima di scendere in campo ricorda quella prima di un compito in classe o di un interrogazione la scuola. L’università ti prepara e ti forma migliorandoti anche come atleta. Non conta solo il campo“.

Bove ha concluso parlando di tutto ciò che sta facendo negli ultimi mesi:Dopo quello che è successo sto affrontando un percorso perché la visibilità cambia, anche se sono stato a Sanremo. Sono una persona molto riservata ma capisco che noi atleti dobbiamo dare l’esempio positivo sfruttando la nostra visibilità pubblica. Se viene usata nel modo giusto sono favorevole ad averla, questa nostra esposizione può veicolare messaggi importanti. Sento la responsabilità di ciò che comunico al pubblico e cerco di essere vicino alle persone condividendo la mia esperienza vissuta in determinati momenti”.

“Per quanto riguarda la mia vita privata cerco di discostarla totalmente ma non è facile. Quando sono stato in ospedale, ho ricevuto molte visite da parte dei giornalisti ed è stato molto pesante. Non per me che sono abituato alle pressioni e ai media quanto per alcuni dei miei familiari non è stato semplice gestire quella situazione. Sono curioso e mi piace farmi i cavoli degli altri mentre di mio sono molto riservato“: ha concluso il classe 2002.

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