Calcio e Finanza
·21 February 2025
Bove, spiraglio Serie A: verso nuove regole per il defibrillatore
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Calcio e Finanza
·21 February 2025
Il futuro di Edoardo Bove in Serie A resta appeso a un filo. C’è però un piccolo spiraglio aperto una settimana fa dal ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, a Sanremo: «Voglio capire se c’è modo di rivedere i protocolli medico-sanitari italiani e se ci possano essere soluzioni che consentano anche a chi ha avuto il suo problema di tornare in campo», aveva detto.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, in questa direzione c’è già stato un contatto con il presidente della FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana), Maurizio Casasco, e a breve ci sarà anche un incontro. Il riferimento di Abodi è alla Premier League, dove Eriksen è tornato a giocare dopo la grande paura agli Europei del 2021.
Le linee guida cardiologiche europee ricalcano le nostre, ma si tratta di protocolli scientifici, che possono essere superati da una legge (come succede al momento in Inghilterra), che possa permettere a tutti di giocare assumendosi le proprie responsabilità, nel caso specifico.
A differenza di altri Paesi, però, la nostra Nazione si fa carico della salute del cittadino. Ovviamente, la vita viene prima di tutto, anche dello spettacolo del calcio. Per questo i medici vorrebbero soffermarsi sul problema che due mesi e mezzo fa ha causato a Bove un arresto cardiaco completo. L’ostacolo al suo ritorno in campo adesso non è legato al defibrillatore impiantato, ma alla patologia originaria che ha scatenato l’episodio da cui si è salvato.
Lì bisogna scavare a fondo, non è un limite del protocollo. Secondo il nostro codice, il pacemaker non impedisce l’idoneità, lo fa solo se rimane un rischio grave e serio precedentemente non riscontrato, o per alcuni sport in cui si potrebbe scatenare una scarica elettrica con un brusco contatto. Ma anche qui dipende dal tipo di disturbo: per esempio fra una cardiomiopatia e una miocardite guarita c’è un abisso.
Ulteriori esami medici su Bove, in corso da quasi tre mesi a Careggi, devono dare il responso: Edo non potrà giocare in Italia ora se dagli esami emergeranno malformazioni genetiche che non erano state palesate in passato. E’ proprio sugli esiti che si baseranno le decisioni sul futuro agonistico del mediano.
Sette società scientifiche di cardiologia hanno firmato da anni il nostro protocollo. Abodi ha precisato di rispettarlo, ma ha chiesto un confronto per capire i margini di revisione, sulla scia dell’emozione e dell’interesse pubblico che vorrebbe rivedere Bove correre su un manto erboso del nostro campionato.
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