Inter Atalanta: le tre cose che non hai notato della sfida di Supercoppa Italiana | OneFootball

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·2 January 2025

Inter Atalanta: le tre cose che non hai notato della sfida di Supercoppa Italiana

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Tre curiosità che non hai notato della sfida tra Inter e Atalanta, prima semifinale di Supercoppa Italiana

Nessun dubbio sulla legittimità non solo della vittoria, ma anche del doppio scarto tra Inter e Atalanta. Vero, Ederson si è visto annullare il gol del 2-1 e allorché Gasperini ha inserito i titolarissimi qualcosa in più davanti si è visto. Ma la banda Inzaghi queste partite non le sbaglia, esalta le individualità e parimenti il gioco collettivo, costruisce occasioni con ampia produzione. Ecco 3 episodi minori ma importanti della gara di Riyad.

  • Tutto molto chiaro. Dopo pochissimi secondi, l’Inter poteva già trovarsi avanti. Non ci si era ancora interrogati sui motivi delle scelte di Gasperini, che in formazione non mette Ederson, De Ketelaere e Lookman, che Thuram se ne va e mette un pallone in mezzo che prima Lautaro e poi Mkhitaryan non riescono a tradurre in gol per la barriera improvvisamente eretta dalla difesa atalantina, alquanto sotto shock per essere impegnata subito in questa maniera. Se qualcuno – eufemismo: immaginiamo ben più di un milione di persone – ha pensato che il risultato era scontato e che bastava aspettare ben poco ha sbagliato, il primo tempo si è chiuso sullo 0-0. Ma quella velocità d’accensione l’Inter ce l’ha quasi sempre, è normale farsi prendere da immagini mentali di questo tipo.
  • La firma. Dominatore dell’incontro, autore di 2 gol degni di nota, Dumfries mette la firma – tipico modo dire – sulla semifinale. Ma più che le reti, o comunque oltre, c’è la sua uscita palla al piede a 10 minuti dal termine: poderosa, incontenibile, sicura in un momento di difficoltà. Per poi guardare indietro, rallentare l’azione e far capire chi è il più forte, a chiare lettere.
  • Sbuffare. Verbo del Toro, inteso come Lautaro. Che corre tanto, tira anche di più, ma non trova il gol. Lo si può realmente immaginare circondato dal suio fiato a mo’ di fumetto quando al quarto di recupero conclude malamente di sinistro, senza più alcuna lucidità, forse sentendosi almeno un po’ come l’unico non soddisfattissimo visto che ha cercato in ogni maniera di segnare senza riuscirci, nonostante i compagni – anche il subentrato Taremi – abbiano fatto di tutto per metterlo in condizione di. E invece no: sbuffare, una lettera in più di segnare.
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