Milannews24
·7 November 2024
Milannews24
·7 November 2024
Dalle colonne del Corriere dello Sport, Franco Ordine ha commentato:
PAROLE – «Se Rafa Leao potesse, si porterebbe dietro dalla notte Real di Madrid, la sagoma di Lucas Vasquez, il suo rivale di martedì sera sul quale il portoghese ha infierito partecipando, in modo diretto o indiretto, ai tre squilli di tromba del Milan. Questo significa solo parzialmente però che la preziosa prova del portoghese, volutamente risparmiato a Monza, sia figlia della libertà concessagli dal difensore blanco. Leao ha avuto sempre il tempo del primo tocco, qualche volta anche del secondo, prima di ripartire con tutto il gas possibile nel suo motore. Ma quello che ha riconquistato il cuore del suo tifo e stregato la critica internazionale sono state le posizioni scelte da Leao, che non è mai rimasto bloccato sul binario di sinistra. Da lì è partito prima di coprire il vuoto lasciato centralmente da Morata di fatto trasformandosi in centravanti durante il 2 a 1 di Morata e il colpo di testa all’incrocio deviato da Lunin. Per questo motivo, spente le luci di Madrid, sono rimaste a galleggiare le due frasi che inchiodano Leao alle responsabilità del futuro. «è il più forte di tutti noi» il riconoscimento pubblico e solenne firmato da Morata. «Eppure può ancora dare di più» quello di Fonseca che si combina perfettamente con il metodo fin qui applicato nei confronti del suo chiacchierato talento. Dall’inizio della stagione, il nuovo Milan a guida Ibra, ha deciso che Leao non può e non deve più restare quello che è stato negli ultimi due anni successivi allo scudetto. E cioè un faro abbagliante che si accendeva e spegneva di continuo, senza una striscia di continuità che è poi la chiave di volta per distinguere un potenziale campione da un fuoriclasse. Adesso Leao, con quella prova in Champions, si è assunto la responsabilità di alzare l’asticella delle sue perfomances sgombrando il campo dal complesso d’accerchiamento, alimentato forse anche dal trattamento brusco che Fonseca gli ha riservato per trasformarlo da indecifrabile protagonista in un punto di forza continuo. E gli esami cominceranno di sicuro da sabato sera a Cagliari quando a Leao saranno garantiti marcatura e controllo più rigorosi rispetto a quello spagnolo. Che faccia gol o semplicemente lo procuri, poi non è l’aspetto più importante. Non lo è mai stato. È invece fondamentale che migliori il suo “attacco alla porta”, come usano dire gli addetti ai lavori, esercitandosi nel tiro in porta alla fine di ogni seduta d’allenamento. «Lo terrei mezz’ora, anche 35 minuti» ha suggerito qualcuno del mestiere».
Live
Live
Live