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·24 September 2024

Longhi: «Inter non può programmare la Champions League»

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L’Inter, reduce dalla sconfitta per 1-2 contro il Milan in Serie A, è attesa dalla sfida con l’Udinese sabato 28 settembre alle ore 15:00. Secondo Bruno Longhi, i nerazzurri devono imparare a fare i conti con una realtà.

LA CONVINZIONEL’Inter, a 8 punti dopo 5 partite di Serie A, è attesa dall’incontro contro l’Udinese allo Stadio Friuli. Secondo il giornalista Bruno Longhi, pronunciatosi sul punto a Sportmediaset.it, il club nerazzurro deve acquisire una consapevolezza riguardo il modo in cui dover affrontare il doppio impegno in Champions League e in Serie A: «La Champions possono programmarla solo il Real Madrid o il City. Gli altri debbono limitarsi a sperare che la ruota della fortuna e degli episodi giri a loro favore. Non è un caso se nelle ultime 25 edizioni solo 3 volte le italiane l’hanno vinta: il Milan (2 volte, ma era super Milan) e l’Inter di Mourinho. E la percentuale è del misero 12 per cento».


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Longhi ribadisce una differenza tra i titolari e le riserve dell’Inter in un settore del campo!

DIVARIO CHIARO – Longhi ha proseguito ponendo l’accento sulla differenza tra i titolari e le riserve nel settore di centrocampo, indicando quest’ultima come una ragione che incide sulle ambizioni dei nerazzurri: «A Monza c’era il solo Mkhitaryan e sappiamo come è finita. Col Milan la partita ha cambiato completamente canovaccio quando i tre sono stati richiamati in panchina.A Manchester c’erano tutti. Frattesi e Asslani sono ottimi giocatori. Ma un conto è inserirli a risultato acquisito o in un contesto tattico che ne richieda l’impiego (Frattesi va benissimo a fare l’incursore). Ben diverso è farli ruotare perché l’obiettivo di questa stagione dell’Inter è o sarebbe, come sento dire, la Champions».

L’ATTEGGIAMENTO – Infine, Longhi ha ricordato quale atteggiamento l’Inter deve evitare in futuro: «Le potenzialità dei nerazzurri rimangono intatte se gestite con il giusto mix di umiltà e concretezza. Le scorie della sfida di Manchester e l’inconscia presunzione di essere comunque superiore ne hanno condizionato l’atteggiamento, ne hanno limitato la voglia. Indispensabile per centrare qualsiasi obiettivo a maggior ragione in questo campionato in cui tutte le rivali si sono rafforzate».

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