Calcionews24
·6 January 2025
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Paolo Cannavaro, ex difensore del Napoli, ha parlato a Il Mattino dopo la netta vittoria dei partenopei contro la Fiorentina. Di seguito le sue parole.
NERES COME LAVEZZI – «Ci ho giocato tanto col Pocho Lavezzi e spesso in Neres mi pare di rivedere il suo “sposto e scatto”, i suoi slalom essenziali e senza invenzioni, il suo freestyle che stregava tutti».
IN ITALIA SI VINCE IN DIFESA – «Si diceva: gli scudetti li fanno vincere i difensori mentre gli attaccanti fanno vendere i biglietti per lo stadio. In realtà, ora è diverso perché i primi difensori sono gli attaccanti, ci sono praticamente 11 registi in campo e tutti devono far sapere fare tutto».
COSA GLI PIACE DI CONTE – «La semplicità apparente del suo gioco. Sembra facile, ma non lo è. Solo Baroni mi colpisce per avere le sue stesse caratteristiche. Conte è uno che non si vergogna a fare sporcare le mani alla sua squadra, non ha problemi a vincere anche in maniera spietata e cinica. Quando ero a Vercelli mostrai ai miei la gara degli azzurri a Empoli. Dissi: “I grandi vincono così, come ha fatto il Napoli”. Sono le vittorie per 1-0 che ti fanno sentire forte».
RICERCA ESASPERATA DELLO SPETTACOLO – «Una cosa ormai insopportabile. Oggi non basta più vincere, sembra sempre che devi dimostrare qualcosa in più, come se fosse un’ossessione giocare bene, che occorra farlo a ogni costo per evitare quelli che poi alzano il ditino e contestano qualcosa. Ovvio che è importante, ma lo è di più conquistare la vittoria. E quelli come Conte ci riescono con ogni mezzo, giocando bene come a Firenze o giocando meno bene. Lo fa con personalità perché è un fenomeno nell’adattarsi a quello che ha a disposizione. Che, sia chiaro, è diverso da mettersi lì in difesa e aspettare per colpire».
IL NAPOLI PUO’ VINCERE LO SCUDETTO – «C’è l’Inter più avanti di tutti. Per la rosa ampia, la qualità dei calciatori, il progetto. Ma il Napoli è con l’Atalanta e le altre alle sue spalle».
11 PARTITE SENZA KO – «É un buon segnale. Ma era chiaro dall’estate: hanno preso Buongiorno che incarna il modello di difensore che era un po’ sfuggito di mano. Travolti dalla moda del centrale che deve impostare, creare il gioco, abbiamo perso di vista l’essenza di quel ruolo: saper difendere. Cosa che Buongiorno fa benissimo, senza dubbio tra i migliori in Italia».
JUAN JESUS – «È reduce da un’annata che è stata traumatica per tutti, dove è stato pagato lo scotto della stagione precedente superlativa. È finito nel polverone tipico di una città dove si passa dalle stelle alle stalle dalla mattina alla sera. Colpa del sentimentalismo che avvolge ogni faccenda di Napoli, dove si fa fatica ad avere il senso dell’equilibrio. Come per Meret: il migliore portiere del nostro campionato insieme a Milinkovic-Savic».
NERES – «Può giocare anche con Kvara e Politano. Io da allenatore scelgo sempre e solo chi sta meglio di condizione fisica e con la testa».
PASSO INDIETRO DI ADL – «Più che altro un passo di lato. Il presidente ha cambiato il calcio italiano, è stato un visionario, continua a esserlo. Lui ha sempre messo il bene del Napoli davanti a ogni cosa, magari è convinto che questo atteggiamento sia il migliore per tornare in alto».