Pagine Romaniste
·4 January 2025
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Corriere dello Sport (R. Maida) – In un derby del 2018, entrando al posto del Flaco Pastore, segnò un gol di tacco che lo aiutò a guadagnare importanza all’interno della Roma. Oltre sei anni dopo, Lorenzo Pellegrini deve ripartire quasi da zero per meritarsi il posto in squadra: da quando c’è Ranieri, in campionato, ha giocato titolare soltanto la prima partita a Napoli, vagando sperduto in campo fino alla sostituzione dell’intervallo. E domenica scorsa a San Siro ha offerto un secondo tempo altrettanto deludente, fallendo il gol della vittoria nel finale su un assist onirico di Dybala.
Aspettando di capire se il mercato di gennaio lo porterà altrove, con il Napoli interessato e qualche segnale captato dalla Premier League, Pellegrini si prepara a vivere un derby che almeno inizialmente lo relegherà al ruolo di capitano non giocatore.
Per spiegare una volta di più il suo momento, Ranieri ha affrontato il tema con garbo ma anche con parole incisive: “Sento un forte feeling con lui. Non gioca per una questione psicologica perché tecnicamente è uno dei migliori centrocampisti in Europa. Chi ce li ha dovrebbe tenerseli stretti. Lui soffre i tifosi e io devo tenere presente questo aspetto“.
In pratica i fischi dell’Olimpico impediscono a Pellegrini di sprigionare il proprio talento: “Lorenzo si carica tutti i problemi addosso e invece dovrebbe giocare con naturalezza. Questo è il suo peccato. Solo facendosi scivolare le cose addosso può ritornare il giocatore che è. Si porta dei macigni dietro e non è facile giocare così. Se sbaglia il beniamino del pubblico non succede niente, ma se fa mezzo errore Lorenzo viene subito caricato di negatività e responsabilità. Quando sarà sereno lo metterò in campo. A San Siro stava per fare gol…”. Ma in qualunque sport olimpico, escludendo forse il curling, andare vicino all’obiettivo equivale a mancarlo.