Riccardo Vialli: «Gianluca non l’ho mai vissuto come calciatore, diventare presidente della Samp era il suo sogno. E nel vedere lui e Mancini a EURO 2021…» | OneFootball

Riccardo Vialli: «Gianluca non l’ho mai vissuto come calciatore, diventare presidente della Samp era il suo sogno. E nel vedere lui e Mancini a EURO 2021…» | OneFootball

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·23 January 2025

Riccardo Vialli: «Gianluca non l’ho mai vissuto come calciatore, diventare presidente della Samp era il suo sogno. E nel vedere lui e Mancini a EURO 2021…»

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Riccardo Vialli, nipote dello storico attaccante della Sampdoria Gianluca Vialli, ricorda lo zio e il suo legame con il club: le parole

Ne corso di una lunga intervista concessa ai taccuini de La Gazzetta dello Sport Riccardo Vialli, nipote di Gianluca, storico attaccante della Sampdoria, ha ricordato lo zio e il suo legame con il club blucerchiato. Di seguito qualche estratto delle sue parole:

RICORDI – «All’inizio, Gianluca era una videocassetta che tenevamo in casa. Un nastro con le sue rovesciate che vedevo e rivedevo nel tentativo di ripeterle in giardino, ma alla fine erano solo lividi… Poi un esempio di come bisogna stare al mondo, con dignità e coraggio nelle difficoltà. E, infine, un rimpianto, perché avrei voluto passare più tempo con lui, viverlo da vicino. Invece, ho dovuto “riscoprire” Luca da quando non c’è e mettere insieme un bagaglio di ricordi tutto mio.»


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RAPPORTI – «Sono del 1995, di fatto non l’ho mai vissuto come calciatore, ma solo come uno di famiglia. Gli altri avevano lo zio Mario, io lo zio Luca, che viveva a Londra ed era famoso. Quando tornava a trovarci a Cremona, era festa per noi nipoti, ma sempre in una dimensione intima che il lutto non ha cancellato.»

SOMIGLIANZA – «Se mi dicono che gli assomiglio? Sì, ed è il complimento più bello che possono farmi. Ci somiglio un po’ fisicamente e nei capelli: come i suoi, anche i miei prima erano folti, e poi… sono spariti. Mi sono rapato da quando a un evento per Luca Platini ha detto a mio padre: “perché tuo figlio non è pelato?”. Ma ciò che mi emoziona di più e mi fa sentire orgoglioso del mio cognome è quando mi dicono che sono gentile e rispettoso come lui. Era un campione, ma soprattutto una gran brava persona.»

MARASSI – «Da quando non c’è ho iniziato a conoscere davvero, l’ho visto negli occhi e nei racconti di tanti, non solo di chi gli è stato vicino. Ho visto un fiume d’amore che neanche immaginavo, anche perché è trasversale. Una volta in gradinata a Marassi, mentre vedevo la Samp, mi sono ritrovato abbracciato a un energumeno a torso nudo che trasudava birra a cantare un coro per Luca: piangeva come un bambino e io con lui. Ho capito che non era solo calcio.»

EUROPEO – «EURO 2021? Ero seduto in lacrime mentre vedevo Luca e Roberto Mancini abbracciarsi: in quel momento il destino li risarciva, e qui parlo da doriano, ma non c’è immagine che possa rappresentare più il senso d’amicizia tra due persone che si vogliono bene. So che è stato molto faticoso per lui, ma ne è valsa la pena.»

PRESIDENTE DELLA SAMP – «Avrebbe voluto tantissimo diventare il presidente della Samp, ci è andato vicino e sarebbe stato un bene per il club. Sono sicuro che, se ci fosse riuscito, sull’onda positiva dell’Europeo, avrebbe ricevuto la spinta necessaria per vivere di più.»

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