Saputo e il suo Bologna già nella storia rossoblù, un trofeo e il nuovo Dall’Ara le prossime tappe per tornare ad essere una big | OneFootball

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Zerocinquantuno

·18 March 2025

Saputo e il suo Bologna già nella storia rossoblù, un trofeo e il nuovo Dall’Ara le prossime tappe per tornare ad essere una big

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Renato Dall’Ara è entrato nella storia per aver condotto il Bologna a trionfare per la prima volta in Europa e per quel settimo scudetto da romanzo (fu il quinto della sua personale collezione); Giuseppe Gazzoni Frascara per aver portato in città il più forte calciatore italiano dell’epoca moderna e per aver traghettato il club da un tribunale fallimentare alle semifinali di Coppa UEFA. Oggi Joey Saputo sta per scolpire il suo volto in un ideale Monte Rushmore rossoblù, tenendo fede alla promessa di riportare la squadra tra le grandi entro un decennio. Tanto ci è voluto, da quando ha raccolto i cocci della cordata allestita da Joe Tacopina, avvicendamento di cui ancora conosciamo pochissimo, ma che all’atto pratico ha trasformato un socio di maggioranza relativa nel più importante presidente del BFC degli ultimi anni e tra i più importanti di sempre. I dieci anni di Saputo sono stati in progressione lenta, a volte esasperatamente impercettibile (colpa soprattutto dei repentini cambi di rotta dentro l’area tecnica), ma alla fine hanno ripagato in fretta una volta sistemate le tessere del mosaico. In questo periodo molti club eletti e invidiati come modello da emulare si sono liquefatti quando non dissolti: il 2021 è stato l’anno del Chievo, escluso dal professionismo e successivamente dichiarato fallito per inadempienze tributarie (oggi milita nei Dilettanti; nel 2024 il Sassuolo è caduto in B dopo undici campionati consecutivi in massima serie e l’Udinese ha rischiato di fare lo stesso, salvandosi sul campo del Frosinone con una rete a pochi minuti dalla fine. Le grandi, nel frattempo, non sono quasi mai riuscite a far conciliare costi esorbitanti e risultati sportivi. Oggi la fotografia della parte alta della classifica mostra un Napoli al secondo posto, senza le coppe europee, guidato da un allenatore pagato 8 milioni a stagione, una Juventus quinta e fuori da tutte le competizioni nonostante i 200 milioni spesi in estate, un Milan addirittura nono che si muove dentro una perenne contestazione, e una Roma in lenta risalita dopo tre diverse gestioni tecniche. Inter a parte, al momento solo l’Atalanta di Gasperini regge il confronto col Bologna. Ma anche a Bergamo si comincia già a pensare a quello che succederà a fine campionato, quando l’allenatore-demiurgo con ogni probabilità saluterà tutti, scrivendo la parola fine su un ciclo forse irripetibile. Dopo lo strapotere interista del post Calciopoli e i nove noiosissimi scudetti consecutivi della Juve, il campionato italiano non è mai stato così equilibrato come in questo periodo. E il Bologna, grazie ad un presidente e ad una dirigenza di prim’ordine che già hanno scritto importanti pagine di storia, tra il sogno concreto di alzare nuovamente un trofeo e quello un po’ più complicato di dare un nuovo volto allo stadio Dall’Ara, ha tutte le carte in regola per rientrare a testa alta e a pieno titolo nel novero delle big.

Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images (via OneFootball)

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