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·21 February 2025

Ultras, i prossimi passi di Inter e Milan: riconoscimento facciale a San Siro

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Mentre il processo contro il tifo organizzato di Inter e Milan sta per muovere i suoi primi passi, ecco che il calcio italiano è pronto a contrastare con nuovi mezzi possibili episodi di violenza all’interno degli stadi. Come riporta l’edizione milanese de La Repubblica, dopo mesi di discussioni e verifiche delle norme, sembra tutto pronto per il riconoscimento facciale, con questo nuovo strumento che sarà implementato proprio a San Siro.

Si lavora infatti all’installazione di un software presso i tornelli d’ingresso al Meazza, dove ieri mattina i delegati di M-I Stadio e i poliziotti della Scientifica hanno effettuato un primo test sul nuovo meccanismo, che sarà applicato a tutti gli ingressi, compresi quelli dove avvenivano ingressi illeciti da parte degli ultras minacciando gli steward.


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Se le simulazioni con il sistema del riconoscimento facciale restituiranno risultati soddisfacenti, ecco che il sistema sarà ufficialmente introdotto ancora prima della fine di questa stagione sportiva. Tutto questo è assolutamente approvato da Inter e Milan, che si sono costituite parti civili nel processo contro gli ultras presso il Tribunale di Milano. Insieme a loro anche la stessa Lega Serie A. Una mossa più che simbolica, visto che le parti chiedono un rimborso agli ultras.

Ma non solo, nel percorso imposto dalla Procura ai club, che avrebbero se no rischiato il commissariamento, Inter e Milan hanno dovuto specificare ai propri calciatori e tesserati di non avere, nella maniera più assoluta, contatti con i capi delle due Curve. Inoltre, le due società hanno dovuto stringere le maglie sulla gestione dei biglietti, in casa ma anche in trasferta, non più affidati ai referenti del tifo organizzato e al loro mercato parallelo. E già da settimane, ai tornelli, gli steward sono affiancati da agenti della polizia o carabinieri.

L’obiettivo è quello di tagliare i legami malati con gli ultras, sanare le «situazioni tossiche», com’erano state definite nelle carte, che avevano portato i club a cedere alle pressioni, arrivando di fatto a finanziare i leader del tifo violento. Per questo erano stati nominati due consulenti che in questi mesi hanno avuto il compito di rapportarsi con gli avvocati delle società, stilando un decalogo che ha accompagnato questo processo virtuoso insieme al giro di vite della questura: divieto di striscioni e bandiere, 250 daspo sportivi e 300 fuori contesto da inizio ottobre, centinaia di multe per violazione del regolamento d’uso (occupare il seggiolino di un altro tifoso o quello di uno steward, stare in piedi sulla balaustra), aggravamento delle sanzioni per i recidivi fino alla sorveglianza speciale.

L’ultima passo, infine, è quello di modificare le figure nell’organigramma di entrambe le società che si occupavano di sicurezza e SLO (Supporter Liaison Officer), figura introdotta dall’UEFA, con lo scopo di facilitare e migliorare la relazione tra i club e i propri tifosi.

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