Hellas Verona FC
·6 November 2024
Hellas Verona FC
·6 November 2024
Verona - Sesto appuntamento con 'Visti da vicino' il format dell’Hellas Verona che ci accompagnerà per tutta la stagione 2024/25, in cui i protagonisti sono i giovani gialloblù della formazione Primavera allenata da mister Paolo Sammarco.
Curiosità, aneddoti, vita personale e naturalmente tanto calcio sono i temi principali di queste interviste. Nell'episodio di questa settimana andremo a scoprire la vita, privata e sportiva, di uno dei centrocampisti della Primavera gialloblù: Luca Szimionas.
Luca, questa è la tua terza stagione con l’Hellas, come ti stai trovando qui a Verona? “Sono sempre stato bene qui all'Hellas, in tutte le categorie che ho affrontato: Under 17, Under 18 e Primavera. Tutti gli staff con cui ho lavorato mi hanno sempre aiutato tanto, spiegandomi in cosa migliorare, e parlandomi molto. Abbiamo sempre giocato bene come squadra, e io ritengo di essere cresciuto di anno in anno, diventando un giocatore migliore”.
Quali sono i tuoi punti di forza come calciatore? E invece su cosa devi migliorare? “I miei punti di forza sono la forza fisica, la tecnica e ritengo di avere una buona visione di gioco. Devo migliorare nella velocità”.
Quali sono i tuoi obiettivi di questa stagione e quali invece quelli di squadra? “Il mio obiettivo è giocare il più possibile, di fare bene e perché no di segnare più gol che posso, anche se sono un centrocampista. Con la squadra vogliamo assolutamente salvarci e penso che abbiamo tutto per riuscirci, perché siamo forti e per me possiamo fare tanti punti”.
Che prime impressioni hai avuto di questa prima parte di stagione? “Abbiamo giocato bene, vincendo alcune gare, ma credo che ci manchi ancora qualcosa. Dobbiamo crescere per fare sempre meglio”.
Su cosa ti chiedono di lavorare principalmente mister Sammarco e il suo staff? “Il mister e lo staff parlano molto con me, mi aiutano tanto e mi chiedono di far girare più velocemente la palla, di fare meno tocchi”.
C’è qualche momento particolare che ti ricordi da quando sei qui al Verona? “Ci sono stati tanti momenti, ma direi quando siamo arrivati ai playoff con l’Under 17 due stagioni fa. Quello è stato sicuramente un bel momento, nella partita decisiva per qualificarci alla fase finale abbiamo vinto 1-8 contro il Venezia e ho anche segnato”.
Sei nel giro delle giovanili della Nazionale rumena già da alcuni anni, che emozione è rappresentare il proprio paese? “Per me è incredibile. Far parte della Nazionale rumena già da cinque anni è un qualcosa di unico e importantissimo. Quando giochiamo ci sono tantissime persone a vederci ed è un onore rappresentarle. La competizione più importante che ho giocato per adesso con la Nazionale è stato l’Europeo Under 17, anche se purtroppo ero infortunato. Il nostro prossimo obiettivo è l’Europeo Under 19 che si giocherà in Romania in estate e vogliamo arrivarci al meglio. Nell’ultimo turno con la Nazionale abbiamo vinto 2-0 contro la Germania e pareggiato 1-1 contro la Spagna, penso che siamo una bella squadra. Molti dei miei compagni giocano qui in Italia come me, nel campionato Primavera ma non solo. Quando siamo in Nazionale siamo felici, ci sentiamo leggeri e tutti i problemi spariscono”.
Hai qualche ricordo in particolare con la maglia della Nazionale? “Sicuramente il mio esordio con la Nazionale Under 16 contro la Bosnia, in cui ho anche segnato”.
Come hai iniziato a giocare a calcio e in che squadra? “È stato mio papà, Petre, a trasmettermi la passione per il calcio. Anche lui ha giocato, senza arrivare a livelli professionistici anche se era il suo sogno, che ora ha passato a me, e io voglio raggiungerlo per tutti e due. Lui era forte, ma purtroppo non ha avuto le condizioni necessarie e i soldi per poterlo fare, ma io che invece ho tutto grazie a lui, posso farlo. Io sono originario di Timisoara, e ho giocato in due squadre della città, la ‘Juventus Timisoara’ e la ‘Ripensia Timisoara’.
Come è avvenuto il tuo passaggio al Verona? “Il mio agente mi ha visto durante una partita in Nazionale con l’Under 16 e mi ha proposto di svolgere una prova al Verona. Sono venuto qui e ho fatto 2 o 3 allenamenti, e già dal primo giorno ho conosciuto alcuni compagni con cui gioco ancora oggi come Pavanati, De Battisti e Agbonifo”.
C’è qualche giocatore del Verona a cui ti ispiri? “Mi piace tanto il modo di giocare di Duda, penso di essere simile a lui nello stile di gioco. È un calciatore molto intelligente, che sa sempre dove stare in campo”.
Com’è stato il tuo arrivo in Italia? “Appena arrivato è stato difficile, sentivo la mancanza della famiglia, dei miei amici e di casa. Nei primi due mesi ho anche pensato di tornare indietro, ma il mio agente mi disse di restare perché questo è l’unico modo per diventare un giocatore professionista. Durante il mio ambientamento sono stato sicuramente aiutato anche dall’arrivo, due mesi dopo di me, di Vermesan, con il quale sono molto amico, da prima del nostro arrivo a Verona: Ioan, come me, ha fatto tutta la trafila nelle giovanili della Juventus Timisoara. In Romania è più difficile diventare un calciatore professionista, perché mancano le strutture al di fuori di club come Steaua Bucarest e Cluj. Sono venuto qui in Italia per seguire il mio sogno di diventare un calciatore, e ora sto facendo del mio meglio in Primavera, provando a raggiungere la convocazione in Prima Squadra . Ma bisogna essere forti mentalmente: in Romania tutti ti conoscono e sanno quanto sei forte, qui in Italia devi dimostrarlo”.
Torni ogni tanto in Romania? “Ritorno in Romania quando vengo convocato dalla Nazionale, ma anche per alcuni impegni scolastici a volte, quando riesco. Infatti, in un primo momento avevo deciso di seguire una scuola in Italia, ma alla fine ho scelto di continuare un percorso online direttamente in rumeno. Riesco, facendo conciliare i miei impegni, a tornare a casa circa 3 o 4 volte all’anno. A Timisoara il clima è sempre mite, mi conoscono tutti e tutti mi vogliono bene”.
Quanto è stata importante la tua famiglia? “Faccio tutto per la mia famiglia, per mia madre Claudia, mio papà Petre e mio fratello Patricio: senza loro sarebbe veramente difficile. Non riescono spesso a venire a vedermi qui a Verona ma mi seguono sempre da casa. Li sento tutti i giorni e mi dicono sempre di essere felice e di avere fiducia nei miei mezzi”.
Cosa pensi di Verona e dell’Italia, in generale? “Verona è una bellissima città, con uno dei centri storici più belli che abbia visto. Per quanto riguarda invece il cibo devo confessare che non mi piace così tanto la pasta e qui la mangiate sempre. Invece mi piace tanto la pizza. Preferisco cibi più simili al mio piatto preferito, un piatto tradizionale rumeno che si chiama ‘sarmale’”.
Come passi il tuo tempo libero? “Ogni tanto gioco a padel e a ping-pong con alcuni amici rumeni che ho conosciuto qui a Verona. A volte porto anche Ioan e Darius (ndr. Vermesan e Bancila) con me a giocare. I miei amici sono molto importanti nella mia vita, penso in primis a John e Dragus, che mi hanno aiutato tanto, invitandomi a pranzare o cenare a casa loro quando non avevo voglia di restare in convitto”.
Qual è la caratteristica dei giocatori rumeni? “Noi non molliamo mai, abbiamo grandi doti fisiche, che continuiamo ad allenare costantemente, e ci mettiamo molta grinta”.
Chi pensi che sia il giocatore più bravo in dribbling della squadra? “Penso Pavanati”.
Tiro migliore? “Sicuramente Vermesan, Luna, Ajayi e gli altri attaccanti. Però anch’io mi ritengo sul loro piano, sono bravo a calciare”.
Che tipo di musica ascolti? “Musica principalmente rumena e inglese, e devo dire che piace molto anche ai miei compagni in spogliatoio. In ritiro tutti cantavano la musica rumena”.
Cosa rappresenta per te Mutu? “È stato uno dei giocatori più forti della Romania, attualmente allenatore del CFR Cluj. Per me e per il mio paese è un simbolo”.
C’è qualcuno nel Verona a cui senti di dover dire grazie? “Santo mi ha aiutato tanto, ma mi sento di ringraziare tutti i ragazzi dello staff che fanno il meglio per noi ogni giorno”.