Blob Calcio 2024: il mese di maggio. Perché il Milan non va su De Zerbi? Juric deve decidere cosa fare. Bologna da Champions E Spalletti parla di chi è arrivato dopo di lui al Napoli… | OneFootball

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·24 de diciembre de 2024

Blob Calcio 2024: il mese di maggio. Perché il Milan non va su De Zerbi? Juric deve decidere cosa fare. Bologna da Champions E Spalletti parla di chi è arrivato dopo di lui al Napoli…

Imagen del artículo:Blob Calcio 2024: il mese di maggio. Perché il Milan non va su De Zerbi? Juric deve decidere cosa fare. Bologna da Champions E Spalletti parla di chi è arrivato dopo di lui al Napoli…

Blob Calcio 2024, tutto quello che c’è da sapere e gli eventi più importanti nel mondo del calcio per il mese di maggio

Il meglio dell’anno in una serie di frasi. Tra previsioni azzeccate, sbagliate, ricordi e polemiche. Ecco il mese di maggio.

Arrigo Sacchi: «Puntare su un profilo giovane, su un allenatore che ha voglia di emergere e che ha già dimostrato il suo valore. Mi pare che nella rosa dei nomi esaminata dai dirigenti del Milan ci fosse quello di De Zerbi. Ecco, lui sarebbe un tecnico che potrebbe fare bene. Ha fatto esperienze importanti, anche dal punto di vista umano, che ne hanno favorito la maturazione. Penso al periodo che ha trascorso in Ucraina. E poi è andato in Inghilterra, dove ha conosciuto il campionato più affascinante del mondo. La Serie A la conosce benissimo, a Sassuolo è stato bravo e ha migliorato i giocatori che gli sono stati messi a disposizione. E poi, dato fondamentale da tenere in considerazione, De Zerbi dà un gioco alle squadre».


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Billy Costacurta: «Sono una persona paziente, credo ci voglia tempo per capire le reali intenzioni. Per certi versi il silenzio può essere una strategia: non comunicano il nuovo allenatore per paura di perderlo. O come quando dicono che le decisioni vengono prese insieme: sì, ma alla fine chi comanda davvero? Allo stesso tempo non credo si debba necessariamente dire tutto, ma dare del pirla a Cardinale è crudele. Basta vedere la sua storia, come nasce e cosa è diventato. Davanti a lui giù il cappello e complimenti, poi si inizia a parlare».

Urbano Cairo: «Parlare oggi di giocatori che hanno ‘tradito’ secondo me non ha senso. Chiedete a Juric. Quando lo scorso anno mi chiese di prendere Ilic gli risposi che l’avrei fatto se fosse rimasto con noi. I contratti finiscono… se non ne fai un altro, è evidente. Vagnati rinnoverà il contratto con noi e ci penserà. Quando Juric avrà fatto le sue valutazioni vedremo».

Massimo Cellino: «Brescia e il Brescia hanno potenzialità per stare lì, meritano la Serie A. Tutto l’ambiente deve crederci di più, non deve avere paura di puntare in alto».

Luciano Spalletti: «Tre allenatori in genere non si cambiano neanche in cinque anni. Come si fa in pochi mesi ad assimilare tante cose da uomini che hanno metodi e caratteri diversi? I giocatori, talvolta, devono essere confortati, convinti di essere forti. Basta un nulla per demotivarsi. Ragazzi giovani come Zirkzee, Kvara per esempio vanno coltivati, difesi e sostenuti ogni giorno».

Diego Milito: «Lautaro non fa la differenza in Europa? Non scherziamo! Un giocatore straordinario che segna, lotta ed è un leader. In ogni stagione fa meglio della precedente. Ha già segnato a Barcellona e Liverpool, ha deciso la semifinale di Champions contro il Milan. Ma di cosa stiamo parlando? É cresciuto in tutto. Senza dimenticare che non è mai facile fare il capitano dell’Inter»

Lautaro Martinez: «Inzaghi ci lascia giocare liberi e allenare con felicità. Ci divertiamo, e non solo perché adesso si vince. In questi tre anni è cresciuto anche lui assieme a noi, nella tecnica, nella tattica, nel modo con cui parla alla squadra. Abbiamo fatto un salto tutti insieme. È una persona tranquilla ma, quando si arrabbia, si arrabbia sul serio… Quando lo chiamiamo “demone” per scherzare, lui si gira e ride…».

Papu Gomez: «Non molla una palla e ti punta sempre, pensa sempre in avanti, per fare gol. Può fare male ad una squadra come il Bayer Leverkusen che a volte lascia campo aperto».

Lewis Ferguson: «Abbiamo iniziato a suonare la musica della Champions League prima della partita contro il Napoli. Io ero già infortunato, arrivato dalla riabilitazione, e quando ho varcato il cancello del centro di allenamento ho sentito la musica. Mi sono messo a ridere tra me e me. Ho pensato: “Che squadra pazza”. Ma la verità è che è stata sicura di sé, lo siamo stati tutti. E sapevamo di avere una squadra forte e di poter raggiungere l’obiettivo. La città è felice».

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