Caso ultras, Andrea Beretta: soldi, clan e curva Nord. Tutti i Retroscena Svelati | OneFootball

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·29 de diciembre de 2024

Caso ultras, Andrea Beretta: soldi, clan e curva Nord. Tutti i Retroscena Svelati

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Andrea Beretta, ex capo ultrà dell’Inter arrestato per l’omicidio di Antonio Bellocco, rampollo della ’ndrangheta, ha deciso di collaborare con la giustizia.

Caso ultras, Andrea Beretta: soldi, clan e curva Nord. Tutti i Retroscena Svelati

Durante il suo primo interrogatorio, Beretta ha delineato i meccanismi finanziari illeciti, i legami tra curve e criminalità organizzata, e il suo rapporto con Bellocco, offrendo un quadro dettagliato delle dinamiche interne alla Curva Nord e dei legami con la malavita.


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I Guadagni della Curva: Business Illeciti e Denaro Facile Beretta ha descritto come i leader della curva riuscivano a generare guadagni sostanziosi attraverso diverse attività:

Rivendita di abbonamenti a prezzi raddoppiati. “Creste” sulle trasferte dei tifosi. Gestione di parcheggi e servizi di “sicurezza” contro venditori abusivi. Proventi dal giornalino della Curva. Secondo Beretta, i principali leader – lui, Marco Ferdico e Antonio Bellocco – potevano guadagnare tra i 5.000 e i 6.000 euro al mese ciascuno, con incassi che in alcune partite superavano i 10.000 euro.

Il Legame con Bellocco: Strategia e Affari Beretta ha raccontato come Marco Ferdico lo avesse avvertito dell’importanza di tenere Bellocco vicino:

“Meglio tenerlo con noi, così quando arriva qualcuno di qualche famiglia, ci pensa lui.”

Questo rapporto strategico si è trasformato in un’alleanza economica. Beretta ha spiegato di aver aiutato Bellocco a stabilirsi a Milano, trovandogli una casa a Pioltello e garantendogli un “stipendio” di 2.000 euro al mese inizialmente, per permettergli di radicarsi nella città. Tuttavia, con l’aumento dei guadagni dal merchandising e dalle altre attività, Beretta smise di versargli lo stipendio, scatenando la rabbia di Bellocco.

La Finta Assunzione e il Ruolo del Puma Per consolidare la sua posizione, Bellocco fu assunto in maniera fittizia presso una cooperativa gestita da un altro esponente dei Viking, soprannominato “il Puma.” Tuttavia, i soldi dell’assunzione non arrivavano dalla cooperativa, ma da Beretta stesso:

“Il Puma mi chiese qualcosa per questo favore, ma io gli dissi di no.”

La casa di Bellocco fu anch’essa ottenuta grazie ai contatti di Beretta con un’agenzia immobiliare amica, confermando ulteriormente la rete di supporto attivata per il giovane affiliato.

Un Sistema Radicato e Pericoloso Le dichiarazioni di Beretta mettono in luce un sistema organizzato che sfruttava la passione calcistica per arricchire i suoi leader, intrecciando dinamiche ultras e criminalità organizzata. La collaborazione dell’ex capo ultrà potrebbe portare a ulteriori sviluppi, gettando luce su altri legami tra il mondo delle curve e le attività illecite.

Le indagini sono solo all’inizio, ma le rivelazioni di Beretta aprono uno squarcio inquietante su come lo sport e il tifo possano essere sfruttati per interessi criminali.

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