Garbato, ma non troppo – Quindi non era tutta colpa di Vivarini? | OneFootball

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·19 de febrero de 2025

Garbato, ma non troppo – Quindi non era tutta colpa di Vivarini?

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Sedici giornate dopo l’esonero di Vincenzo Vivarini, il Frosinone è ancora in zona retrocessione (e senza penalizzazione al Cosenza sarebbe ultimo). Lunedì è arrivato il sollevamento dall’incarico anche per Leandro Greco, che senza esperienze notevoli o positive era stato scelto per dare una svolta mai arrivata alla stagione. Ora i fatti sono drammatici, con una retrocessione in Serie C sempre più difficile da evitare. Una storia maledetta, una storia sbagliata.

La scelta di separarsi dall’ex allenatore del Catanzaro è stata comprensibile, forse anche logica. Un po’ meno quella di lanciare un mister con un curriculum decisamente meno importante e ancor meno quella di sostituirlo ora con Paolo Bianco che in Serie B vanta solo la scorsa annata al Modena conclusasi con un altro esonero. Qui non si contestano le azioni, perché col senno di poi siamo tutti fenomeni. Si problematizzano, semmai, le narrazioni.


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Un professionista capace di portare un club dalla Serie C ai playoff di B abbinando ai risultati un gioco tra i più riconoscibili e articolati dell’intero calcio italiano è stato etichettato pochissimo tempo dopo come un inadeguato. Dalla bravura nel valorizzare chiunque alla presunta impossibilità di gestire sia lo spogliatoio che di adeguarsi alle caratteristiche della squadra. Nessuno avrebbe mai immaginato che il valore del Frosinone fosse questo, ma il rendimento delle prime giornate qualche indizio avrebbe dovuto fornircelo.

La società ha sbagliato tanto in estate, ma ancor di più a gennaio. Perdere la categoria con un monte ingaggi da lato sinistro della classifica è imperdonabile e non c’è affatto stata la sensazione di all-in per difenderla. Senza un terminale offensivo e senza dei rinforzi immediatamente pronti in difesa raggiungere l’obiettivo sarebbe stato difficile per chiunque. Abituati all’ottimo lavoro di Maurizio Stirpe e Guido Angelozzi si è attaccato immediatamente l’anello debole del calcio. I fatti ora ci dicono che ovviamente Vivarini avrà avuto le sue responsabilità, ma tante colpe stavano anche altrove. Smettiamola di dimenticare molti anni in poche settimane, perché è sempre un esercizio miope.

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