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·8 de febrero de 2025
Italia, Kean e Retegui in grande spolvero: Spalletti si gode i suoi bomber
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·8 de febrero de 2025
Da anni in Italia si discute sulla crisi degli attaccanti. I motivi? L’invasione di stranieri, i vivai poco produttivi, le scelte tattiche. Si sono cercate molte spiegazioni per capire il declino di un ruolo fondamentale, soprattutto per la Nazionale.
Tuttavia, quando due centravanti italiani si trovano ai vertici della classifica marcatori della Serie A, diventa inevitabile chiedersi: possono giocare insieme? A rispondere è l’unico che può decidere in merito, il commissario tecnico della Nazionale, Luciano Spalletti, alla Gazzetta dello sport.
L’analisi di Spalletti su Retegui e Kean
In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Spalletti ha analizzato le caratteristiche di Mateo Retegui e Moise Kean.
“La classifica marcatori parla chiaro. Sono due veri bomber. Questa è una gratificazione per me e il mio lavoro. Sono attaccanti diversi: Retegui è una prima punta di posizione, Kean è più mobile, quasi una seconda punta. Entrambi stanno completando il proprio percorso di crescita. Retegui è un cecchino in area, bravo a girarsi e tirare, ma è migliorato nel gioco spalle alla porta, nelle sponde e nei movimenti per aiutare la squadra. Kean, invece, unisce potenza e tecnica, ma prima era meno finalizzatore. Ora è più efficace sotto porta, anche se nel primo controllo deve ancora perfezionarsi. Retegui ha bisogno che la palla gli venga portata per concludere, mentre Kean se la crea da solo.”
L’evoluzione di Kean
Spalletti si è soffermato sull’evoluzione del centravanti della Fiorentina: “Kean ha ereditato movimenti da attaccante esterno. Lo faceva al PSG, alla Juventus e l’ho provato anche io in quella posizione. Ora si sta adattando meglio all’area di rigore. Avete visto il gol contro il Genoa? Una torsione improvvisa con il corpo, conclusione d’esterno: un gol alla Ibrahimovic o Cristiano Ronaldo. Oppure quello di testa contro l’Inter? Prima si è fatto vedere dal difensore, poi è sparito per riapparire nel momento giusto e segnare. Questo è il segreto degli attaccanti: sapersi nascondere. Se il difensore ti vede sempre, ha vita facile.”
L’ambiente in cui giocano influisce, ma la crescita è merito loro: “A Firenze non si può vivacchiare. Kean, che in Italia conosciamo da più tempo, è maturato. Retegui, invece, mi ha sempre dato l’impressione di essere un buon soldato.”
Possono giocare insieme?
Il tema centrale resta la loro compatibilità. Spalletti risponde senza esitazioni: “Sì, possono giocare insieme. Stanno completando il loro repertorio e diventando punte di alto livello. Però dipende dal tipo di partita. Se affronti una squadra con blocco basso, con il 3-5-2 servono due centravanti da area di rigore. Dipende anche dagli esterni: Dimarco e Cambiaso non sono come Kvaratskhelia e Politano, che saltano l’uomo. Se hai giocatori da fascia che crossano spesso, servono punte in area. Ecco perché Retegui e Kean insieme possono essere utili.”
Tuttavia, ci sono situazioni in cui questa soluzione non è ideale. “Con la Germania sarà diverso. Non si chiuderanno dietro, ci attaccheranno. In questo caso, Retegui e Kean insieme diventano più un’arma a partita in corso. Con i cinque cambi, l’idea di titolari e riserve è più relativa. A volte è meglio far giocare un attaccante negli ultimi 30 minuti piuttosto che dall’inizio.”
La fiducia nei due attaccanti
Un aspetto fondamentale è la fiducia acquisita. “In passato cercavamo disperatamente una prima punta che desse garanzie. Oggi, a marzo, possiamo dire di avere due certezze. O almeno due giocatori che stanno dimostrando di poterlo diventare. E questa fiducia la sentono anche loro.”
Insomma, il futuro dell’attacco azzurro sembra più luminoso del previsto. La soluzione potrebbe essere già sotto gli occhi di tutti: Retegui e Kean, due profili diversi ma complementari, capaci di regalare alla Nazionale un nuovo volto offensivo. Con Spalletti alla guida, le alternative tattiche non mancano. Resta da vedere come e quando deciderà di sfruttarle.
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