Pagine Romaniste
·8 de febrero de 2025
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La Stampa (M. De Santis) – Un uomo solo al comando. Non il presidente e nemmeno il figlio vicepresidente; non l’amministratore delegato, figura mancante dello scorso 22 settembre, e neanche il responsabile dell’area tecnica. Alla Roma, appena sfrattata dalla Coppa Italia, nona in campionato e attesa dal cruciale playoff di Europa League con il Porto, detta legge il patriarca/allenatore Claudio Ranieri, strappato meno di tre mesi fa al pensionamento dalla mozione degli affetti, dallo spirito di servizio e da un futuro incarico da consulente calcistico dei proprietari Friedkin. Così il “Cincinnato” romanista riempie il palcoscenico di una conferenza stampa da consumato attore:
«Stiamo navigando in una tempesta, ma i Friedkin sono solidi. La proprietà ha speso una barca di soldi nella Roma: 1,2 miliardi finora e forse metterà un altro miliardo per lo stadio. Forse non tutti sono stati spesi bene, ma date loro tempo. A gennaio, rispettando il Fairplay finanziario, non potevamo fare di più». Allegata alla giustificazione, affiora anche un rimpianto di mercato:
«Io e il presidente volevamo Kolo Muani – spiattella Ranieri – ma non si poteva fare. Non mi è mai stato detto che ora avremmo fatto la rivoluzione». E sul successore in panchina, con Dan Friedkin che sogna Ancelotti, il mercato che propone Allegri e consulenti che suggeriscono Farioli e Fabregas, Ranieri, sorridendo e scherzando, non si sbilancia: «Il nuovo allenatore? Alla fine vi farò uno scherzo».
Foto: [Alex Bierens de Haan] via [Getty Images]