🔥 Mossa geniale Fonseca, svolta Milan: Champions e cambi, allarme Inter ⚠️ | OneFootball

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Alessandro De Felice ·23 de septiembre de 2024

🔥 Mossa geniale Fonseca, svolta Milan: Champions e cambi, allarme Inter ⚠️

Imagen del artículo:🔥 Mossa geniale Fonseca, svolta Milan: Champions e cambi, allarme Inter ⚠️

Chi osa vince. Un Milan totalmente trasformato dal punto di vista tattico e del carattere porta a casa meritatamente un derby di Milano sul quale c’è la ‘griffe’ di Paulo Fonseca.

Già ‘condannato’ e virtualmente con la valigia in mano, il tecnico portoghese rischia il tutto per tutto e con una mossa tattica apparentemente azzardata, ma che si rivela vincente, incarta Simone Inzaghi, ricolorando Milano di rossonero e vincendo la stracittadina dopo più di due anni, ovvero per la prima volta dal 3 settembre 2022, quando il Diavolo si impose col risultato di 3-2 grazie alla doppietta di Leao.


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Audace come il suo allenatore, trasformato e con una veste all’apparenza tutta nuova, il Milan si presenta alla stracittadina con un 4-4-2 che lascia qualche perplessità, almeno fino al fischio d’inizio, quando il campo - giudice supremo - mostra una squadra equilibrata e in grado di mettere in campo una prova di grande sostanza, che regala ai rossoneri l’intera posta in palio.

In quello che sulla carta appariva come un 4-2-4, Leao e soprattutto Pulisic convergono al centro per creare superiorità in mezzo al campo e togliere punti di riferimento ai nerazzurri. Al primo tentativo lo statunitense sfiora il gol, ma l’intuizione di Fonseca è geniale e alla seconda occasione il Milan è in vantaggio proprio con una serpentina che l’ex Chelsea conclude con il gol.

Reduce dal pari di Etihad contro il Manchester City, l’Inter viene sorpresa dalla mossa tattica di Fonseca e dall’approccio aggressivo e convinto del Milan, situazione che si ripeterà in avvio di ripresa, quando Leao fallisce una grande occasione da gol da pochi passi.

Uno scenario totalmente inaspettato alla luce dei valori delle due squadre e di un avvio di stagione che se da una parte ha visto l’Inter sulle montagne russe, con i pareggi contro Genoa e Monza che si sono alternati al 4-0 roboante sull’Atalanta e al pari di Manchester, dall’altra mostrava un Fonseca già con la valigia in mano e pronto a salutare dopo un inizio dell'avventura in rossonero definito dallo stesso portoghese ‘frustrante’.

Invece il derby di Milano se lo aggiudica proprio il Diavolo, che parte bene, sblocca il risultato e sa soffrire e rendersi pericoloso anche dopo il pareggio, sbattendo più volte su un Sommer che ha tenuto l’Inter in partita fino a quando ha potuto.

L’altra faccia della medaglia della 4-4-2 di Fonseca è rappresentata dagli ampi spazi sulle corsie esterne concessi per forza di cose all’Inter, che i nerazzurri sfruttano con la velocità di Dumfries e Dimarco, supportati costantemente da Pavard e soprattutto Bastoni. Il classe 1999 si traveste da regista avanzato in avvio di ripresa, guidando la manovra, una mossa che non basterà alla squadra di Inzaghi, lenta e macchinosa in fase di costruzione.

La partita si decide tutta a centrocampo, dove le deludenti prestazioni in particolare di Calhanoglu e Mkhitaryan prima e l’inconsistenza di Asllani poi risaltano il lavoro incredibile di Reijnders, che lavora ‘box to box’ e riesce non solo a bloccare le iniziative dei nerazzurri ma anche a trasformare spesso l’azione da difensiva in offensiva, sfruttando gli ampi spazi concessi dai calciatori di Inzaghi, spesso fuori posizione, e Fofana, che non avrà i piedi da fantasista ma fa un lavoro straordinario in interdizione.

L’Inter paga anche cambi discutibili da parte di Simone Inzaghi, che toglie il turco e l’armeno per inserire Asllani ma soprattutto lascia in panchina per tutti i 90 minuti Mehdi Taremi, uno dei migliori in questa avvio di stagione, tenendo in campo un Lautaro oggettivamente in netta difficoltà fisica e al di sotto del suo rendimento standard.

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Nella notte buia dei nerazzurri, oltre alla prova di Sommer c’è da sottolineare il lampo di Federico Dimarco in occasione del gol del momentaneo 1-1. Sulla sventagliata di Barella, il laterale della Nazionale serve di prima intenzione Lautaro con una facilità e precisione impressionanti, prima di andare a chiudere l’azione.

Nel secondo tempo la condizione fisica dei nerazzurri fa la differenza. La spia della riserva accesa costa la sconfitta in casa dopo tre anni e mezzo (5 febbraio 2022, doppietta di Giroud in rimonta) agli uomini di Inzaghi, che probabilmente pagano a caro prezzo il pari di Manchester, con due punti persi a Monza e il ko di ieri sera.

Un’Inter con le batterie scarica mostra qualche segnale di incertezza in una sfida dala posta in palio altissima, seppur a inizio stagione. La tensione sui volti dei protagonisti conferma, così come le scintille sin dalle prime battute tra i calciatori in campo. Un match acceso, a tratti nervoso, ma nel contempo bello ed equilibrato, deciso nel finale da un lampo improvviso.

Gabbia si prende la scena con una rete pesante quanto meritata. Il difensore mette a sedere Pavlovic a sorpresa, gioca un’ottima gara contro avversari del calibro di Lautaro e Thuram e firma una rete pesantissima, probabilmente la più importante della sua carriera finora. Un epilogo meritato per un calciatore che si prende la sua rivincita dopo essere stato sempre dietro nelle gerarchie e aver recitato un ruolo di alternativa fino al prestito al Villarreal e al ritorno a Milanello.

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Dal suo rientro, si è preso gradualmente un posto di leader all'interno dello spogliatoio e dalla seconda parte della scorsa stagione, quando è tornato, ha acquisito sempre più minutaggio. Ieri sera il gol pesantissimo, il giusto premio per l’impegno, la costanza e il lavoro.

Non si può dire lo stesso per quanto riguarda Rafael Leao, incostante come accade ormai troppo spesso. Il portoghese si accede a fiammate, sfiora il gol - e a dire il vero fallisce occasioni ghiotte - e un paio di volte lascia sul posto gli avversari. Salvo poi tornare nel suo torpore. Troppo poco per uno del suo calibro, chiamato a trascinare i compagni. Poi un gesto di stizza in occasione del cambio nei confronti di Fonseca, la fotografia perfetta di un atteggiamento superficiale e lontano da quello che ci si aspetta da uno con le sue qualità.

Discorso diverso per quanto riguarda i nuovi arrivati, Alvaro Morata e Tammy Abraham. Il modulo a due punte esalta questo Milan e il lavoro dei due attaccanti è dispendioso, è vero, ma fondamentale e decisivo per le sorti della squadra di Fonseca. I due sono sempre in partita, lottano e si mettono a disposizione della squadra, impegnando la difesa nerazzurra e partecipando in entrambe le fasi con un apporto incredibile e preziosissimo. Come ha ammesso lo stesso Fonseca nel post gara, lo spagnolo era chiamato ad un lavoro di raccordo tra i reparti. Una prestazione di sacrificio che Morata garantisce, risultando un fattore nel duello in mezzo al campo tra le due squadre.

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Come il più classico dei colpi di coda, il Milan si aggiudica il derby di Milano e prova a dare una scossa alla sua stagione. Un successo meritato, frutto della mossa geniale del suo allenatore Paulo Fonseca, chiamato ora a dare continuità a una vittoria pesante, che può cambiare le sorti di un’annata iniziata male ma che ora può decollare.

Ad Inzaghi, invece, non resta che raccogliere i cocci e leccarsi le ferite, analizzando quanto fatto e soprattutto gli errori commessi in una notte da archiviare al più presto per ripartire. La condizione fisica precaria e le scelte discutibili sui cambi hanno fatto la differenza, con un’Inter che ha dimostrato di dare priorità alla Champions League. Un passo falso che può ma non dovrà pesare, per riprendere il cammino e tornare a viaggiare da subito ad altissima velocità, respingendo gli attacchi delle contendenti allo Scudetto cucito sul petto.