Calcio e Finanza
·20 de mayo de 2025
Pirateria, stretta AgCom: anche le VPN dovranno bloccare l’accesso ai siti

Calcio e Finanza
·20 de mayo de 2025
Lo scorso 15 maggio il Tribunale di Parigi ha ordinato anche alle VPN di farsi parte attiva nel contrasto alla pirateria. Tramite un comunicato stampa, CANAL+ ha diffuso la notizia secondo cui la Corte ha imposto il blocco di 203 nomi di dominio di siti pirata da parte delle società NORDVPN, CYBERGHOST, SURFSHARK, EXPRESSVNP e PROTON.
I siti – come sottolinea il Commissario AgCom Massimiliano Capitanio sul suo profilo LinkedIN – trasmettevano illegalmente partite della UEFA Champions League, della Premier League e della TOP 14 di Rugby, 3 competizioni per le quali CANAL+ detiene i diritti esclusivi di trasmissione in Francia.
La sentenza «si pone in linea con quanto già affermato dai giudici d’oltralpe negli ultimi due anni, nei riguardi di altri servizi intermediari come gli Internet Service Provider, i DNS pubblici, le CDN e i servizi di Reverse Proxy: l’Article L333-10 del Code du Sport dà infatti il potere ai titolari dei diritti di agire in giudizio per ottenere tutte le misure proporzionate a prevenire o porre fine al danno derivante dall’illecita diffusione di contenuti pirata, nei confronti di chiunque possa contribuire a porvi rimedio», spiega il Commissario AgCom.
«Ed è palese che le VPN rientrano tra tali categorie di soggetti obbligati a eseguire gli ordini di blocco, dal momento che non sono altro che un fornitore di accesso alla rete, seppur con modalità anonime. La decisione si fonda su una norma del Code du Sport francese del tutto affine al contenuto della legge antipirateria 14 luglio 2023, n. 93, quest’ultima che, tra l’altro, cita espressamente le VPN tra i soggetti tenuti a disabilitare in 30 minuti i siti pirata che trasmettono contenuti live, sportivi e non», aggiunge Capitanio.
Anche in Francia quindi, così come in Spagna e Italia le corti interpretano le leggi antipirateria in modo uniforme e coerentemente con il quadro regolamentare europeo sulla responsabilità degli intermediari previsto dal Digital Service Act-DSA.
«Non dunque, come purtroppo molti si ostinano a sostenere, misure che limitano la privacy o la libertà di internet, ma mezzi repressivi di contrasto a un fenomeno odioso, come recentemente dimostrato dall’indagine della Guardia di Finanza, che ha individuato e sanzionato 2.266 soggetti per un totale complessivo di 349mila euro», ha aggiunto ancora il Commissario.
«Da noi la legge è ancora più all’avanguardia, consentendo i blocchi in tempo reale attraverso AGCOM, grazie alla piattaforma Piracy Shield. Nelle prossime settimane il Consiglio esaminerà gli esiti della consultazione pubblica avviata con la Delibera 47/25/CONS con cui, tra l’altro, si amplierà l’ambito di intervento attraverso questa tipologia di blocchi», ha concluso.
La delibera in questione, infatti, è quella che prevede tra le altre cose la modifica dell’articolo 2 della legge anti-pirateria introducendo un riferimento esplicito ai fornitori di servizi di VPN e quelli di DNS pubblicamente disponibili ovunque residenti e ovunque localizzati, quali destinatari degli ordini dell’Autorità.
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