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Calcio e Finanza

·17 de marzo de 2025

Verso EURO 2032, come ottenere le risorse per l'ammodernamento degli stadi

Imagen del artículo:Verso EURO 2032, come ottenere le risorse per l'ammodernamento degli stadi

Articolo a cura di Stella Riberti,  Counsel dello Studio Clifford Chance nella practice di sport & entertainment, e arbitro della Corte di Arbitrato per lo Sport di Losanna. Ha maturato una solida esperienza di oltre dieci anni nel settore sport, fornendo assistenza sia in ambito stragiudiziale (contrattuale e regolatorio) sia contenzioso.

Il calcio europeo è un settore in espansione, con club che vedono il loro valore crescere, e con opportunità di investimento che si estendono anche fuori dal campo da gioco. A conferma di questa tendenza, il Football Benchmark report 2025 testimonia un record di crescita dei ricavi aggregati per i top club europei nella scorsa stagione, per un valore complessivo di 11,2 miliardi di euro, e con un incremento dei proventi da ticketing dell’11% rispetto alla stagione precedente.


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Non fa eccezione l’Italia dove, per i grandi fondi, investire nei nostri club rappresenta un’opportunità commerciale di importo relativamente contenuto (specie in confronto alle franchigie americane o ai club di Premier League), ma ad alto potenziale.

Non è un caso che 11 club di Serie A sono ad oggi di proprietà straniera, 8 dei quali battono bandiera americana (Atalanta, Fiorentina, Inter, Milan, Parma, Roma, Venezia e Verona). Cosa rende i nostri club così attraenti per gli investitori? Le stime sugli elevati margini di crescita dei ricavi da infrastrutture, diritti media, diritti commerciali.

L’opportunità di costruire o rinnovare lo stadio è stato uno dei driver che ha contribuito ad attrarre capitale straniero. Le statistiche della Serie A parlano chiaro:

  • gli stadi hanno un’età media di 69 anni, il doppio rispetto a Germania e Inghilterra;
  • solo 3 su 20 club hanno lo stadio di proprietà: numeri poco gloriosi, se paragonati a Premier League (16 su 20 club), Bundesliga (14 su 18 club), e LaLiga (9 su 20);
  • secondo il Report FIGC 2024 il fatturato da ticketing valgono solo l’11% dei ricavi complessivi – laddove in Premier la media è del 16%.

Stella Riberti

Cambio di proprietà, ma non di progetto

Ormai dieci anni fa, Pallotta aveva auspicato un nuovo, avveniristico stadio per la Roma, per un investimento di oltre 150 milioni di euro. Il risultato è stato un cambio di proprietà senza la disponibilità di un progetto definitivo approvato, e la palla è ora nel campo dei nuovi proprietari. Parimenti, Commisso e Saputo hanno iniziato a progettare il rinnovo dello stadio a Firenze e Bologna dal 2022 e dal 2019, rispettivamente, con lavori tutt’ora in fase embrionale per quanto riguarda il capoluogo emiliano.

Al contrario, a Firenze i lavori di riqualificazione dello stadio Franchi sono già iniziati, sulla base del progetto individuato dal Comune. Il patron della Fiorentina, Rocco Commisso, si era reso disponibile a valutare la realizzazione di un nuovo stadio per il club, ma di fronte agli impedimenti incontrati su questa strada ha successivamente scelto di investire sulla realizzazione del Viola Park.

Sempre nel 2019, si erano stretti la mano gli allora proprietari di Inter e Milan per la costruzione congiunta di uno stadio nuovo, peraltro sulla base del progetto che ora, in vista degli Europei 2032, è tornato con vigore sul tavolo delle trattative, e da pochi giorni sul tavolo del Comune a seguito della presentazione dell’offerta congiunta di acquisto corredata dal documento di fattibilità progettuale.

Proprio l’impegno preso dal Paese per l’organizzazione congiunta degli Europei, insieme alla Turchia, è uno snodo fondamentale per dar vita ai tanti progetti rimasti in bozza. Nonostante manchino sette anni al fischio d’inizio, entro ottobre 2026 l’Italia deve indicare all’UEFA le cinque strutture nelle quali si disputeranno le partite italiane della competizione.

Ma un solo stadio è pronto per ora, l’Allianz Stadium a Torino, che sarà affiancato probabilmente da San Siro (potenzialmente nel nuovo impianto che Inter e Milan hanno intenzione di costruire), dall’Olimpico di Roma e dal nuovo Franchi, casa della Fiorentina, ma non aleggia grande certezza.

Un impegno non semplice. Gli stadi ospitanti sono, infatti, tenuti a rispettare i requisiti imposti dalla frammentata regolamentazione UEFA – che include non solo il Regolamento sugli Europei, ma anche normativa specifica sia sulle Infrastrutture sia sulla sostenibilità ambientale e sociale. In concreto, si traduce nell’obbligo di:

  • rispettare determinati parametri per la visuale del campo;
  • includere aree interne allo stadio destinate a ristoranti, negozi e attrazioni per i tifosi, di prevedere aree pedonali nella zona esterna allo stadio; e
  • assicurare un solido collegamento mediante i mezzi di trasporto pubblici e parcheggi nel raggio di due chilometri.

I paletti UEFA rendono la progettazione non solo più difficile ma anche molto più onerosa, come testimonia l’ambita ristrutturazione dello Stadio Maradona ai fini degli Europei.

Il valore aggiunto degli stadi nuovi

Gli stadi rinnovati, specie se di proprietà, sono un asset fondamentale per i club, sia in termini di opportunità di rafforzamento del rapporto con i fan, sia di ritorno economico in quanto permettono:

  • una diversificazione delle fonti di ricavo, tramite la commercializzazione di aree vip, servizi di hospitality, la creazione di museo, negozi, e operazioni di merchandising;
  • di attrarre sponsor, non da ultimo opportunità di naming sponsorship – come dimostrano i tre club di Serie A titolari di uno stadio di proprietà: Allianz, Gewiss e Bluenergy Stadium;
  • di dar vita a iniziative di fan engagement e fidelizzazione della tifoseria, anche grazie alle nuove tecnologie digitali e ai social media;
  • un miglioramento delle condizioni di ripresa e trasmissione dell’evento;
  • non da ultimo, un incremento delle fonti di ricavo, con la massimizzazione delle opportunità di utilizzo dello stadio anche in modo svincolato dalla tipica fruizione calcistica mediante la presenza di sale conferenze, ristoranti, palestre e all’organizzazione di eventi non sportivi come concerti, fiere e raduni.

Sulla scorta di recenti esempi quali il Santiago Bernabeu, lo Spotify Camp Nou e il Tottenham Hotspur Stadium, lo sfruttamento dello stadio come cuore pulsante tutto l’anno giova all’intero tessuto cittadino, considerato anche l’impatto sui livelli occupazionali del territorio. In base alle stime, infatti, l’ammodernamento delle infrastrutture per Euro 2032 genererà un contributo sul PIL di circa 5 miliardi di euro e creerà oltre 10 mila posti di lavoro.

L’impatto economico dei nuovi stadi

Nella scorsa stagione, la media di riempimento degli stadi di Serie A per partita è stata complessivamente intorno all’83%, ma numerose partite hanno registrato il sold-out. Eppure, non si riduce il divario di incasso tra le società italiane e le big europee.

Come illustra il Football Benchmark Champions Report 2025, il Real Madrid domina la classifica in termini di ricavi da stadio con 251 milioni di euro di entrate nella stagione 2023/24 (nella quale per la prima volta è stato raggiunto il traguardo del miliardo di euro di ricavi complessivi). Un primato seguito dal PSG, con 170 milioni di ricavi da ticketing.

Se il PSG è ancora in fase di trattativa per l’acquisto del nuovo stadio (con mire che si sono probabilmente spostate sullo Stade de France), nel caso del Real Madrid l’aumento assoluto di 129 milioni di euro di ricavi rispetto alla precedente stagione 2022/23 è dettato anche dalla ristrutturazione dello stadio.

Tra i club che hanno visto un beneficio economico impattante grazie ad un nuovo impianto moderno e funzionale, rientrano anche il Tottenham e l’Arsenal nonché, sebbene per importi più contenuti, Udinese e Atalanta, che hanno raddoppiato i propri ricavi da matchday. Anche la Juventus aveva registrato un aumento del 170% di ricavi da stadio già nella prima stagione dall’inaugurazione.

Il deficit di ricavi complessivi, rispetto alle rivali europee, è connesso anche con la natura pubblica degli stadi (pari al 93% in Serie A). Questo si traduce in una possibilità estremamente limitata di sfruttare lo stadio anche per organizzare eventi di entertainment o che esulano dalle partite di campionato ed europee.

Strutture di finanziamento

Come ottenere la provvista necessaria per realizzare l’ammodernamento degli stadi italiani? In primo luogo, è necessario evitare molte delle sfide regolamentari che deve affrontare la proprietà del club, quali ad esempio:

  • limiti alla multi-club ownership,
  • verifiche federali sui requisiti di onorabilità e di solidità finanziaria dell’investitore in misura superiore al 10% del capitale,
  • rispetto dei requisiti di sostenibilità finanziaria del club

Scansate queste problematiche, una struttura interessante per potenziali investitori che fossero interessati ad investire in un club di calcio è l’investimento attraverso una partecipazione azionaria in un’entità ad hoc, separata rispetto al club, che detiene i diritti relativi ai flussi di proventi legati allo stadio, come i diritti media, commerciali o i ricavi da ticketing.

Questo tipo di investimento richiede un’attenta due diligence sull’ambito dei diritti in capo al club e dei contratti in essere, e la previsione di protezioni contrattuali mirate a mitigare i rischi che potrebbero compromettere i flussi di ricavi del club, data la mancanza di visibilità da parte dell’investitore nelle operazioni calcistiche in ragione della struttura stessa dell’investimento.

Un esempio interessante, sebbene replicabile con diverse limitazioni nel panorama calcistico italiano, è la struttura di finanziamento utilizzata dal Real Madrid, che ha ottenuto finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro per la ristrutturazione del Bernabeu, utilizzando come collaterale (un bene, reale o finanziario, concesso da chi contrae un debito al creditore come garanzia del ripagamento del debito stesso al momento della scadenza) i crediti futuri connessi a ricavi legati allo stadio.

Investimenti privati si rendono ancor più necessari, considerata la difficoltà in Italia di ottenere sovvenzioni o agevolazioni di natura pubblica. A Firenze e Venezia non è andato in porto l’auspicato l’inserimento delle ristrutturazioni dell’Artemio Franchi e del Pier Luigi Penzo tra i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A tendere, sarà di supporto per i club l’annunciata creazione di un fondo equity da parte del Governo, al quale si dovrebbe affiancare altresì il progetto normativo volto alla semplificazione dell’iter burocratico di approvazione dei progetti di riqualificazione stadi, nonché all’introduzione di sgravi fiscali in relazione al finanziamento degli stessi.

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