In Bosnia Erzegovina Inter Campus per un futuro di pace | OneFootball

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·17 mars 2025

In Bosnia Erzegovina Inter Campus per un futuro di pace

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Sorvolando Sarajevo prima d'atterrare per iniziare la nostra Missione, si alternano dall’alto grandi macchie bianche, una vastità di lapidi musulmane, ortodosse, cattoliche ed ebraiche. Comunità che fino a prima del fatidico 5 aprile 1992 convivevano in pace tra loro e anche i matrimoni misti erano frequenti e incoraggiati, come base della fraternità e dell'unione dei popoli. Con la guerra sono diventati una delle categorie sociali meno accettate, in particolare i bambini nati da quei matrimoni. Molte di queste famiglie hanno dovuto lasciare il Paese.

Ogni volta che torniamo in Bosnia Erzegovina “rivediamo” la guerra, nonostante siano passati quasi trent’anni, i segni dei colpi di mortai sono ancora lì, indelebili su molti edifici come cicatrici. Molti dei nostri 150 bambini e bambine dei progetti di Domanovici (Mostar) e Sarajevo potrebbero riportare racconti tragici vissuti dai loro famigliari circa trent'anni fa, quando loro non erano ancora nati. Inter Campus, lavorando con le generazioni future di entrambi i nuclei, utilizza il gioco del calcio per cercare di evitare che tutto ciò si ripeta. Sul campo si applica una metodologia che, oltre a sviluppare nei partecipanti abilità motorie, cognitive, sociali ed emotive, mira a favorire quelli che sono i valori positivi del gioco del calcio e della vita: la tolleranza, l'altruismo, la pace, la fratellanza.


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Di questa missione il ricordo più bello che riportiamo con noi è la frase di Ivan, un adolescente del progetto di Domanovici che gioca in Inter Campus da quando aveva sette anni. Di origine croata e di fede cattolica, sul campo inseparabile dal suo migliore amico Edin, Bosniaco di fede musulmana, "Lui è il mio miglior amico" afferma Ivan chiedendoci di lasciarlo giocare nello stesso gruppo insieme al compagno.

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