Inter News 24
·1 février 2025
Inter News 24
·1 février 2025
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport alla vigilia di Milan Inter, la bandiera nerazzurra Sandro Mazzola commenta così la sfida che sarà domani ed elogia Lautaro Martinez, il quale lo ha raggiunto nella classifica dei marcatori nerazzurri in Champions League.
LAUTARO MI HA RAGGIUNTO COME BOMBER INTERISTI NELLA STORIA DELLA CHAMPIONS – «Una persona non deve mai essere legata troppo ai propri traguardi, questo vale soprattutto per gli sportivi che devono pensare solo a rendere felici le persone che stanno a casa o allo stadio. In questo caso, poi, c’è di mezzo la mia Inter e per questo sono ancora più felice di essere stato raggiunto da un grande cannoniere come lui. Lautaro è forte forte, non lo scopriamo soltanto adesso. Ma, piuttosto, ho una curiosità…».
LA CURIOSITÀ DI MAZZOLA – «Ci ho messo meno tempo io o lui ad arrivare a 17 reti in questa Coppa?».
35 GARE PER MAZZOLA, 37 PER LAUTARO – «Ah, mi consolo così, ma io a Lautaro auguro di farne molti, molti di più di me. E con questi gol, di trascinarci alla vittoria della Champions League. Anzi, spero che ne vinca due, come è successo alla mia grande generazione».
UN AUTOGOL DELLA TORPEDO OGGI SAREBBE UN SUO GOL – «Io me lo prendo volentieri quel gol se me lo date… Scherzi a parte, non si capisce mai molto con le regole che ci sono ormai da qualche anno. Conta che quella partita in casa la vincemmo, anche se poi arrivò la finale contro il Celtic Glasgow e tutti sappiamo bene come è finita… Meglio cambiare subito argomento».
MEGLIO PARLARE DEL TORO, COSA MI PIACE DI LAUTARO? – «Il soprannome è bello, per uno che di cognome si chiama Mazzola ancora di più… Non è solo un grande attaccante, ma anche un grande capitano. Onora lamaglianumero10, che è sempre sacra nel calcio, anche se per me è altrettanto importante la numero 8, come sanno tutti. E poi incarna l’Inter, si fa voler bene dalla gente e dai compagni, dà l’esempio anche quando le cose non vanno bene».
PRIMA LA PALLA NON ENTRAVA MAI, ADESSO SEGNA ANCHE GIRATO DI SPALLE – «Di grandi attaccanti ne ho visti tantissimi, qualche assist a Boninsegna e a Riva l’ho fatta pure io nella mia carriera. Sono fatti tutti così i bomber, hanno momenti in cui ci sono delle difficoltà sotto porta e altri in cui invece centrano il bersaglio in continuazione. I conti si fanno sempre alla fine, l’importante è non abbattersi: mi pare che il nostro capitano non lo faccia mai. Io dico che quest’anno possiamo sognare per davvero…».
SIA IN CAMPIONATO CHE IN CHAMPIONS? – «Certamente, perché scegliere solo una Coppa? In campionato è una bella lotta con il Napoli, che è tosto, ma nel calcio l’importante è stare sul pezzo fino alla fine. Abbiamo una squadra forte, dobbiamo pensare anche all’Europa. Non dico che si possano già prenotare i biglietti per la finale, ma abbiamo delle ottime carte in mano. E allora giochiamocele tutte! Secondo me, alla fine la squadra da battere resta sempre il Real Madrid, ma ci siamo anche noi».
SUL DERBY – «È la partita più importante di tutte, vi devo spiegare il perché? Loro sono messi un po’ così, ma nel derby si azzera tutto. Dimentichiamoci le vittorie e le sconfitte, anche la Supercoppa che abbiamo appena perso. Io dico che l’Inter è più forte, ma il valore va sempre dimostrato sul campo. Però mi fido del nostro allenatore: Inzaghi sta rimettendo a posto tutti quelli che non lo consideravano un grande tecnico. E poi sono molto felice di avere così tanti italiani in squadra. I vari Barella, Bastoni, Dimarco, Frattesi, Darmian: loro sanno molto di più degli stranieri quanto sia speciale la maglia che indossano e quanto vada onorata. Soprattutto quando giochi contro quelli là…».
COS’É IL DERBY – «Le raccomandazioni del grande Meazza, sapeva come motivarci, lui che aveva “l’onta” di essere stato milanista. E poi la città che si risvegliava con il pensiero della partita, una festa per tutti. C’era rispetto e rivalità, ma in campo ce le suonavamo di brutto. Adesso sfido Lautaro a fare come me: segni anche lui in un derby dopo 13 secondi…».
IL GOL LAMPO – «Quella partita (24 febbraio 1963, ndr) resta la gioia più grande tra tutti i miei derby. Ma, ovviamente, anche se il Toro dovesse metterci qualche minutino in più a segnare, per me andrebbe bene lo stesso…».
DOVE VEDRÒ LA PARTITA? – «In casa, spero con figli e nipotini, però vorrei stare a San Siro. Non in tribuna, eh, ma in campo, a giocarla!».