Pagine Romaniste
·19 mars 2025
Pellegrini, ora prendila per mano

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·19 mars 2025
Corriere dello Sport (R. Maida) – Esce Dybala, entra Pellegrini. L’associazione spazio-temporale dei due eventi è più virtuale che tecnica, perché i due talenti potrebbero benissimo coesistere calciando con piedi diversi zolle differenti del campo. Ma il destino ha voluto calpestare la bellezza, a causa del doloroso infortunio di Paulo, immaginando di risarcire Ranieri con un efficace ritorno di Lorenzo. E’ una staffetta ideale che determinerà i risultati futuri della Roma, arrivata alla velocità di 2,53 punti di media nelle ultime 13 tappe alle pendici del monte Champions: per scalarlo, Ranieri avrà bisogno di un prodigio guardando le 9 cime che si stagliano all’orizzonte. Ma è già straordinario aver ripreso il gruppo delle pretendenti e poter tentare lo strappo finale. E’ inutile ripetere che la stagione di Pellegrini non sia stata memorabile. Gli è successo praticamente di tutto tra errori, infortuni, malintesi e persino un’espulsione: quella con la Nazionale, proprio all’Olimpico contro il Belgio, l’ultimo suo gesto in maglia azzurra prima di essere “abbandonato” da Spalletti che all’Europeo gli aveva concesso la numero 10.
L’arrivo di Ranieri avrebbe dovuto rilanciarlo, attraverso il «reset» che è stato propedeutico all’unico grande acuto: il gol nel derby di inizio gennaio. Invece il resto è stato un lento galleggiare nell’anonimo, nel grigio, fino al momento più sgradevole. Da capitano, Pellegrini non avrebbe mai immaginato di guardare le due partite decisive contro l’Athletic, zero minuti tra Olimpico e San Mamés, nonostante una discreta reazione a Empoli applaudita dallo stesso Ranieri. Nel nuovo corso ha giocato titolare circa il 40 per cento delle volte. Pochissime. Non per questo lo sentirete lamentarsi. Anzi, nell’ultima intervista Pellegrini ha chiarito che “l’unica cosa che conta è la Roma. Tutti i calciatori vorrebbero giocare sempre ma hanno il dovere di accettare le decisioni di un allenatore, anche quando non le condividono. Personalmente con Ranieri ho un rapporto ottimo, ci diciamo le cose in faccia e questo mi piace”.
Pellegrini avrebbe giocato titolare contro il Cagliari, probabilmente al posto di Baldanzi, se l’influenza non lo avesse abbattuto al ritorno da Bilbao. Nella notte tra venerdì e sabato è stato malissimo, aveva la febbre alta, ed è stato così depennato dalla lista dei convocati poche ore prima della partita. Il riposo a lui forzato, nel senso che avrebbe rinunciato volentieri ai tre giorni di vacanza per rappresentare la Roma in Nazionale (zero chiamati a Trigoria: da quanto tempo non succedeva…), lo aiuterà ad allenarsi e a carburare in vista della ripresa. A Lecce giocherà, con uno tra Soulé e Baldanzi a fianco. Poi si vedrà. Senza Dybala, servono più di sempre i superpoteri di un capitano. Tra l’altro Pellegrini ha giocato la migliore stagione in carriera tre anni fa, vincendo anche la Conference League, quando Mourinho non aveva ancora telefonato a Paulo. I due insieme, per un motivo o per un altro, non hanno mai sprigionato tutto il loro potenziale: in questi due mesi tocca a Pellegrini dimostrare che il letargo è terminato. Il 29 marzo sarà pure primavera, no?