Sergio Conceiçao Milan, Veron: «4-4-2 e formazione base che non cambia, sono queste le sue idee. Ha un modello a cui ispirarsi. Vedremo subito come cambierà la squadra» | OneFootball

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·31 décembre 2024

Sergio Conceiçao Milan, Veron: «4-4-2 e formazione base che non cambia, sono queste le sue idee. Ha un modello a cui ispirarsi. Vedremo subito come cambierà la squadra»

Image de l'article :Sergio Conceiçao Milan, Veron: «4-4-2 e formazione base che non cambia, sono queste le sue idee. Ha un modello a cui ispirarsi. Vedremo subito come cambierà la squadra»

L’ex compagno di squadra del nuovo allenatore del Milan è intervenuto per parlare proprio di questa nuova panchina

Juan Sebastian Veron con Sergio Conceiçao ci ha giocato, vincendo lo storico scudetto del 2000 con la Lazio guidata da Sven-Goran Eriksson. L’ex centrocampista argentino a La Gazzetta dello Sport ha detto la sua a proposito della scelta del Milan di puntare sul tecnico portoghese nel 2025.

UN HOMBRE VERTICAL – «Affidabile, determinato, vincente. Sergio è uno su cui puoi sempre contare. Io chiudevo gli occhi e sapevo di trovarlo sulla fascia destra, pronto a ricevere il mio lancio. E poi è testardo, grintoso, non molla mai: voleva vincere anche le partitelle in allenamento. Un hombre vertical, lo descriverei così».


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DA GIOCATORE – «Quando giocava, era sempre pronto a fare avanti e indietro sulla fascia, senza un attimo di sosta, una fatica tremenda, sempre disponibile ad aiutare anche in fase difensiva. Era generoso, Sergio. Molto generoso. E anche molto esigente. Nei confronti di se stesso, prima di tutto. E poi, logicamente, anche nei confronti degli altri».

ALLENATORE DEL PORTO – «Ho visto diverse partite in tv. Soprattutto di Champions. Mi sembra che Sergio sia un allena tore della vecchia scuola, quella che preferisco. Calcio verticale, pochi titic-titoc e, soprattutto, il principio fondamentale: il gioco lo fanno i giocatori sul campo, mica l’allenatore alla lavagna. Ha imparato da Eriksson, al quale siamo tutti debitori di questa lezione. Sergio utilizza spesso il 4 4-2, gli piacciono gli esterni che spingono e si sacrificano nei rientri, com’era lui, e in mezzo al campo vuole avere un uomo pensante: io, però, faccio il presidente dell’Estudiantes, qui a Buenos Aires, e non posso muovermi… A parte gli scherzi, le sue squadre sono fisiche, puntano molto sul pressing e sulla velocità».

LA PRIMA COSA CHE FARA’ – «Penso che cercherà di dare certezze alla squadra. La struttura del gruppo che va in campo deve sempre essere la stessa, questa perlomeno è la mia idea. Ciò significa avere una formazione base sulla quale lavorare. Quando, poi, le cose si sono messe sulla strada giusta, allora si può pensare di modificare qualcosa per dare riposo a qualcuno, per fare turnover in vista di un impegno importante e cose del genere. Ma cambiare sempre formazione, a mio avviso, non ha senso: si finisce che i giocatori non si conoscono alla perfezione. Guardate l’Inter del mio amico Simone Inzaghi: la squadra titolare è quella, e i risultati si vedono. Sia in Italia sia in Europa».

SERGIO E SIMONE, DUE ALLIEVI DI ERIKSSON – «Già, e il mister, da lassù, osserverà e prenderà appunti. Intanto c’è la Supercoppa Italiana, e vediamo in pochi giorni che cosa riuscirà a fare Sergio. Sono convinto che il Milan trarrà beneficio dall’arrivo di Conceiçao: è un professionista serio, con un ottimo bagaglio di esperienze che metterà al servizio del club. E, soprattutto, è un ragazzo d’oro: darà l’anima per il Milan».

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