De Siervo: «Lavoriamo per la Serie A all'estero. Supercoppa format vincente» | OneFootball

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·5 Januari 2025

De Siervo: «Lavoriamo per la Serie A all'estero. Supercoppa format vincente»

Gambar artikel:De Siervo: «Lavoriamo per la Serie A all'estero. Supercoppa format vincente»

Lunedì si giocherà la finale di Supercoppa italiana fra Inter e Milan. Si tratta della seconda edizione consecutiva del trofeo che si disputa a Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita, con la formula della Final Four. E tutto sembra far pensare che si andrà avanti in questo modo.

A confermarlo è l’amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo, che in conferenza stampa direttamente da Riyadh ha dichiarato: «È un contratto che durerà oltre questa edizione per altri quattro anni con altre due edizioni da disputare qui. Aspettiamo di fare un bilancio, mi pare di capire che da parte loro ci sia interesse a un rinnovo, che però non abbiamo ancora iniziato a discutere. Le società comunque firmando il contratto si sono lasciate la possibilità di scegliere il format. Io penso che a quattro sia il modello migliore, funziona da tutti i punti di vista ed è un elemento di crescita complessiva per il calcio italiano. Se dovesse dipendere dalla Lega insisteremmo per giocare sempre una fase finale a quattro. I benefici per le società derivano sia dai diritti tv che dalle sponsorizzazioni: dopo la conferenza stampa sapremo darvi le cifre corrette, progressivamente aumentate».


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Ma un ritorno in Italia della competizione non è da escludere a priori: «Non vogliamo escludere l’Italia, potremmo farlo anche per meno soldi. Non è un tema di soldi: si fa una valutazione solo in base a questo, ma il tema è la costruzione di un mercato e di una relazione. Non basta una partita, ma una relazione costante nel tempo: siamo venuti qui 7-8-10 volte in un anno. Qui creiamo academy, aiutiamo le società a sviluppare talenti. Lavorare con realtà importanti come i nostri club, votati alla creazione di talento, è un elemento che a loro interessa: questa interazione, se noi stiamo chiusi nel nostro Paese pensando ai nostri tifosi, che sono la nostra forza, non facciamo una buona gestione della property intellettuale della Serie A nel complesso».

«C’è una relazione molto buona, siamo stati tra i primi a credere nell’Arabia Saudita – ha continuato De Siervo –. Qui si è aperto un mercato interessante, i partner locali hanno fatto una scelta fortemente indirizzata a far crescere il calcio locale per arrivare alle prime 8-9 leghe al mondo e ci riusciranno. I risultati di vendita all’estero funzionano in base ai tifosi: la Lega Serie A, in passato, quando era ai vertici del calcio europeo, ha perso il treno della globalizzazione chiudendosi in sé stessa. Oggi usiamo la Supercoppa per esportare il nostro calcio».

In merito a portare la Serie A all’estero e in particolare in Arabia Saudita: «È un progetto su cui stiamo lavorando da cinque anni, vorremmo imitare NFL e NBA che lo fanno da anni. Le partite dello sport americano continuano a crescere in maniera significativa: avviene per consentire a loro di aprire nuovi mercati in Europa. Sono fiducioso sul fatto che sarà possibile, sarebbe un fatto rivoluzionario che per ora non è possibile: c’è stato un contenzioso sul tema già nel 2019, ci sono stati dei passi avanti significativi. Resto ottimista, penso che si potrà giocare in futuro: non credo che sia corretto giocare più di una partita a stagione lontano dall’Italia e non credo possa essere una partita importante come per esempio avverrà domani col derby. Penso che sarà una partita ‘normale’ di campionato, non una top perché vanno rispettati i nostri tifosi. Ma stiamo parlando di una partita a campionato, intendiamoci».

«Saudi Pro League in Italia? Al momento non c’è nessuna discussione in atto, ma nel contratto c’è un’opzione per una partita tra vincente Serie A e vincente Saudi League. È complicato organizzarla in base ai rispettivi calendari: è tutto definito, anche gli importi, ma quest’anno non c’è stata la possibilità di organizzarla perché non c’erano finestre libere».

La Supercoppa italiana è per la quinta edizione in Arabia e per quella del 2026 De Siervo commenta: «La situazione del calendario internazionale farà fatica a migliorare, il contesto globale lo conoscete. Giocare qui in questa stagione è meglio che giocare in altre, gennaio è funzionale per una serie di ragioni logistiche. Penso che rimarremo legati al format a quattro squadre, penso che possa interessare varie squadre attualmente in lizza per partecipare. Sempre a Riyadh? Decidono loro, in base al calendario di eventi legati a Vision 2030, nell’ambito delle Season di Riyadh e Gedda. I nostri partner locali cercano di collocare la settimana in base alle loro esigenze di palinsesto, saremmo felici di tornare a giocare a Gedda, è stata una grandissima finale quella giocata lì. Fu il primo evento pubblico al quale le donne poterono partecipare allo stadio e questo fu un evento anche per il Paese».

Per questa stagione la Lega aveva pensato, insieme ai club protagonisti in Supercoppa, a organizzare viaggi dall’Italia per raggiungere Riyadh: «Abbiamo fatto tanto, costruendo dei pacchetti commerciali con Visit Saudi con costi contenuti. C’erano due offerte: una possiamo definirla da ‘curva‘ e l’altra da ‘tribuna‘. Avevano dei prezzi abbordabili considerando lo sforzo complessivo, che però non hanno incontrato tutta l’attenzione che avevamo sperato. Avevamo pensato anche di portare qui un aereo per club di tifosi organizzati, volevamo che ci potessero essere dei cori come in Italia: è stato complicato anche per quello che sta succedendo con le tifoserie di Inter e Milan, non era il caso di far venire i tifosi delle altre due a quel punto. I pacchetti erano interessanti, soprattutto la Juventus ha spinto l’iniziativa ma non c’è stata la risposta che avremmo voluto. Il tifo organizzato l’avremmo voluto ed è uno dei punti su cui mi impegno per l’anno prossimo. Sono costi rilevanti, tra charter e pernottamento: è un tema costoso ma è un miglioramento che dobbiamo studiare».

Infine, un commento sulla decisione di non fare il minuto di silenzio in Arabia per ricordare Aldo Agroppi: «Paese che vai, usanze che trovi. È come entrare in una moschea con le scarpe, dobbiamo capire il contesto: non è una mancanza di rispetto verso l’Italia o verso Agroppi, non lo è stata neanche verso Beckenbauer o Riva in passato. Qui c’è una tradizione diversa, la globalizzazione omogeneizzata non è compito della Lega Serie A: quando la FIGC ha proposto questa cosa, abbiamo pensato insieme che sarebbe stato più opportuno farne un omaggio vero e proprio, evitando una brutta figura».

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