Pagine Romaniste
·26 April 2025
Hummels racconta la sua esperienza a Roma: “Ranieri ci ha dato serenità”

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·26 April 2025
Mats Hummels, ormai prossimo all’addio al calcio giocato, si è raccontato ai microfoni della Serie A, ripercorrendo la sua recente avventura alla Roma e le impressioni maturate in questi mesi. Il difensore tedesco, arrivato nella Capitale con grande entusiasmo, ha parlato sia del lavoro con Ivan Juric che del passaggio di stile con l’arrivo di Claudio Ranieri.
“L’esordio è stato amaro, ma Ranieri ha portato autorevolezza e tranquillità all’ambiente”, ha spiegato Hummels, sottolineando l’importanza della figura del tecnico romano nel momento di transizione della squadra. Sul nuovo corso affidato a Juric, il centrale ha poi aggiunto: “Siamo passati a uno stile di gioco completamente diverso, più orientato a distruggere il gioco degli avversari”. Infine, un sorriso ricordando le prime difficoltà quotidiane nella nuova città: “All’inizio il traffico di Roma era un problema, poi ho imparato a conviverci”. Ecco l’intervista completa:
A 35 anni ha firmato per la prima volta per un club non tedesco: come riassumerebbe la sua esperienza a Roma?
“Cercavo un’esperienza, un’avventura, qualcosa che non avevo vissuto finora per uscire dalla mia zona di comfort ed è esattamente ciò che è accaduto. Ci sono stati dei momenti difficili e altri molto belli, anche nelle difficoltà devi rimanere te stesso e in questo momento penso che sia personalmente sia come squadra stiamo ottenendo qualcosa. E’ molto bello stare qui a Roma”.
Si aspettava che Roma e l’Italia fossero veramente così come le sta vivendo, anche culturalmente?
“Ero già stato a Roma un po’ di volte privatamente ed eravamo venuti qui anche con la Nazionale, per questo conoscevo la città e sapevo quanto fosse meravigliosa. Ovviamente ho dovuto vivere qualcosa di nuovo a livello culturale, ma ho scoperto che mi piace scoprire culture diverse e per questo penso di essermi adattato bene. L’unico problema per me all’inizio era il traffico, è folle, ma mi sono abituato e mi sento molto bene qui”.
Ha avuto tre allenatori a Roma: quanto è stato difficile per lei e per i compagni adattarsi a tre diversi tecnici in così poco tempo?
“E’ stato ovviamente molto difficile. Ero venuto qui dopo aver parlato con Daniele De Rossi sullo stile di gioco, su come volessimo giocare e anche sul mio ruolo. Poi è stato con me per meno di due settimane. Siamo passati a uno stile di gioco completamente diverso, molto attento contro la palla e fondamentalmente finalizzato a distruggere il gioco degli avversari con Juric. Ora con Ranieri ci stiamo concentrando di più sui nostri punti di forza, sui buoni giocatori che abbiamo, aggiungendo ovviamente un’idea difensiva che mi sento bene addosso. Penso che i miei punti di forza o almeno una parte di questi siano giocare con la palla al piede e avere un’influenza sulla squadra. Mi piace e me lo sento bene addosso”.
Che cosa rende speciale Ranieri e che cosa ha portato nello spogliatoio?
“На portato un autorevolezza naturale, è tranquillo ed è una brava persona ma è anche duro quando necessario. E’ coerente con ciò che vuole vedere dai suoi giocatori e sulle sue decisioni con chi gioca. Si è comportato così anche con me, ma non ho mai avuto un problema con questo. Lo rispetto sempre, perché so che fa di tutto affinché la squadra sia vincente e lo sente. Lui si aspetta tanto dalla squadra, ma ha anche un gruppo che è professionale e lavora molto bene. Penso che la combinazione tra tecnico e gruppo funzioni molto bene”.
L’Italia è conosciuta per il suo eccellente stile difensivo: ha imparato qualcosa da questo tipo di approccio?
“Sì, assolutamente. Da calciatore impari sempre se vuoi, indipendentemente da quanto giochi. Il calcio italiano è diverso da quello tedesco, ci sono molti duelli uomo contro uomo in campo. Alcune squadre in Bundesliga lo fanno, ma le mie squadre non lo avevano mai fatto. Questo è stato sicuramente qualcosa di nuovo, ma ti abitui anche a questo stile di gioco. Sono piccole cose, alla fine il calcio è il calcio”.
Che cosa le è passato per la testa quando ha esordito contro la Fiorentina, con un autogol?
“Personalmente è stato brutto, ma anche per la squadra visto che non avevamo vinto tante partite e non giocavamo bene. Io prendo sempre cose del genere con ironia, quel periodo l’ho vissuto quasi ironicamente perché era chiaro per me che se avessi continuato ad allenarmi e a lavorare la mia occasione sarebbe arrivata per forza. Credo sempre in questo. Per questo l’esordio è stato abbastanza amaro, ovviamente. Mi ha sollevato almeno il fatto che l’autogol non avesse avuto un peso importante nel risultato e che quella partita fosse già persa. Certo, l’inizio è stato come peggio non sarebbe potuto essere. E’ una frase fatta, ma quando piove poi arriva sempre il sole ed era chiaro per me che le cose sarebbero andate meglio’.
Come descriverebbe il legame tra i tifosi della Roma e la squadra?
“Lo vedo ogni volta, al campo d’allenamento e allo stadio. Lo vedo in tutta la città. Tutti sono tifosi della Roma. Dico ‘Forza Roma’ o ‘Daje Roma’ a chiunque incontro per squadra, quando sono in giro. Le persone di martedì pomeriggio a Trastevere si emozionano sempre quando si parla di Roma, questo è molto spettacolare e soprattutto lo posso paragonare con Dortmund, anche lì le persone sono molto passionali ed entusiaste in merito al calcio. Amo questa cosa, questa connessione tra i tifosi e il club”
Sul post ‘L’oscar per la vacanza più lunga va’: pensa che l’ironia non sia accettata nel calcio moderno?
“La mia ironia rimarrà con me, mi piace scherzare e confrontarmi con ciò che mi riguarda con ironia. Mi è successo tante volte anche in Germania, viene deliberatamente frainteso per generare titoli. Non faccio in modo che mi condizioni, se lo fai è colpa tua. Penso che sia un bene per tutti vedere le cose con un po’ più di leggerezza. E io mi tengo stretta la mia ironia perché è il tipo di persona che sono, sono una persona semplice ed è così che affronto le cose. Se le cose vengono interpretate male va bene, l’importante è che persone come l’allenatore e la squadra sappiano che cosa ne penso io e lo sanno sempre molto bene”.
Da piccolo amava i fumetti di Asterix e Obelix: Roma era nel suo destino?
“Roma e l’Italia sono state rappresentate in molti fumetti. Non avrei mai pensato che avrei potuto giocare qui, ma è ver. Non ci avevo mai pensato. Roma e l’Italia hanno giocato un ruolo importante nella mia vita già da quando ero piccolo”.
Langsung
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