Lazionews24
·25 April 2025
Lazio, Pellegrini si racconta: «Raiola ha avuto un’influenza determinante per la mia carriera. Prima delle partite mi carico con la musica rap»

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·25 April 2025
Il calciatore della Lazio, Luca Pellegrini, ha concesso un’ampia intervista ai microfoni di Behind The Baller. Di seguito le parole riprese da TMW.
VITA PRIVATA – Ci siamo trasferiti qui da poco, vivo con mia sorella Eleonora e la mia ragazza, Jennifer. Abbiamo progettato quest’estate di fare qualche festa con gli amici qui in relax con la piscina e la musica. Purtroppo non abbiamo potuto sfruttarla per ora perché il tempo non è dei migliori, anche se c’è il sole fa un po’ freddo. Qui c’è un’altra parte con il Teqball. Mi piace giocare con i miei amici e sfidarli, con loro è più facile. Poi quando sarà bel tempo chiamerò anche qualche compagno di squadra, magari a stagione finita per dare priorità al nostro lavoro. Mi sono trasferito in questa zona perché è molto tranquilla, si sentono gli uccellini (ride, ndr.). Si sta molto bene, in relax, e poi è a 10/15 minuti dal campo ed è molto comodo per me. La comodità poi per me è una cosa importante, come nella vita di tutti.
FAMIGLIA – Tra le influenze più grandi che ho avuto nel calcio c’è senza dubbio la figura di mio padre. Condividiamo la stessa passione, e già quando ero più piccolo lui mi dava qualche consiglio perché ha giocato a calcio da difensore. Io in realtà nella mia vita calcistica non nasco difensore e terzino sinistro, ma esterno alto. Poi ho capito che forse spostarmi dietro era meglio (ride, ndr.). Lui mi ha aiutato molto, anche nei momenti di sconforto è riuscito a tirarmi su. Mi ha dato dei consigli sul mio atteggiamento o su una semplice partita, sin da quando ero piccolo ci riguardavamo tutte le partite che giocavo per capire cosa potevo migliorare. Ora lo faccio da solo (ride, ndr.). Mi ricordo che spesso poi ci scontravamo su alcune cose, com’è poi normale in un rapporto padre – figlio. Avendo più esperienza, spesso alla fine aveva ragione lui (ride, ndr.).
RAIOLA – Un’altra figura che ha avuto una grande influenza su di me è stato Mino Raiola. Vedeva cose nitide dove altri magari non riuscivano nemmeno ad arrivare con il pensiero. Era un luminare. Ho avuto la fortuna di conoscerlo quand’ero più piccolo, intorno ai 13/14 anni, insieme a Enzo con cui ancora mi interfaccio. La cosa che mi ricordo di più di Mino è la sua convinzione nelle cose che conosceva e diceva, era quasi spiazzante, a volte ti freddava. Almeno a me dava questa impressione. Ricordo nella mia prima trattativa con lui che quando sono andato via ero bianco in faccia per quello che aveva detto. Usava dei termini come quando io parlo con i miei amici, per intenderci. Mentalmente era un animale, ancora oggi mi meraviglia e mi impressiona pensare a come vedeva le cose. Poi ci sono state anche tante altre figure nel corso del tempo da cui ho rubato con gli occhi.
MUSICA – Sono cresciuto con tanto rap, ascoltavo Noyz Narcos, Gemitaiz fino a Geolier, Marracash e Gue. Con il tempo ho imparato ad apprezzare vari stili di musica un po’ diversi conoscendo anche lo spagnolo e l’inglese. Ho iniziato ad ascoltare anche tanta musica latino-americana. La musica è stata sempre una parte importante nella mia vita, perché per la maggior parte del tempo ho vissuto da solo. La musica mi faceva compagnia e mi aiutava a elaborare dei pensieri per cui non avevi parole per descriverli. Prima della partita però non ascolto nulla, mi piace concentrarmi, ripassare nella mia testa le cose che devo fare e magari vado a vedere gli avversari contro cui devo giocare. Agli inizi, quando giocavo al Cagliari, avevo la playlist salvata su Spotify di Noyz Narcos con tutte canzoni che mi caricavano, tipo ‘Attica’ e ‘Zoo di Roma’. Tutti brani hard, spinti, e la vivevo bene lì per lì. Poi ho capito che tutta quella energia in realtà la disperdevo.
LE MAGLIE DELLA LAZIO – Nel giardino di casa Pellegrini tira fuori alcune sue vecchie maglie della Lazio: “Queste sono fantastiche, mi vengono in mente tanti ricordi, tante partite. È bellissimo vedere i nomi di Stam, Crespo, Nedved… Pavel l’ho conosciuto di persona quando giocavo alla Juventus, era il vicepresidente e avevamo lo stesso procuratore (Mino Raiola, ndr.). Guardandole penso ai tempi passati e a tanti grandi calciatori. Non ho parole per descriverle”.
CUCINA – Per Luca prendiamo tutte cose da allevamenti naturali, verdura biologica. Oggi è festa per Luca con la carbonara, è uno dei suoi piatti preferiti. Non glielo faccio mai. Ha quattro diete, una a seconda del tipo di allenamento che fa. L’unica cosa che non c’è mai sono gli zuccheri. Per lui studio delle piccole praline tipo, dolci ma senza zucchero. Tutte cose selezionate tra me e la sua nutrizionista, io mi studio qualche ricetta così che Luca può essere un atleta a dieta felice”. Il commento del terzino della Lazio sulla carbonara non tarda ad arrivare:“Veramente buona! Peccato che la fa solo la mia chef, mi dispiace per voi (ride, ndr.)
LA CARRIERA – Ho iniziato la mia carriera calcistica alla Roma, dove ho fatto tutto il settore giovanile lì dagli 11 anni ai 17/18. Ricordo che vincevamo ogni competizione che giocavamo, sono stato fortunato su quello. Ho esordito lì con la prima squadra, poi sono andato prima in prestito sei mesi al Cagliari e sono tornato per un anno. A Cagliari ho tanti bei ricordi, lì ho iniziato a capire forse per la prima volta di essere diventato un calciatore sia per le persone che ho conosciuto sia per i traguardi che abbiamo raggiunto. Abbiamo fatto delle bellissime cose, la gente me la porterò sempre nel cuore. Nel frattempo mi aveva comprato la Juventus, dopo di che sono andato al Genoa dove non ho trovato molta continuità. Ho preso il Covid all’inizio e ho avuto due infortuni gravi, non c’erano nemmeno i tifosi allo stadio purtroppo. Non me la ricordo come un’esperienza positiva, ma sicuramente è stata formativa. Per la prima volta però ho capito quanto fosse importante l’aspetto mentale per un calciatore. Alla Juve ho dei ricordi bellissimi dei compagni, dei tifosi e della società. Mi hanno insegnato molti bei valori che tutt’oggi mi porto dietro e se posso, nel mio piccolo, cerco di lasciare a qualcuno. Anche a Torino ho fatto un anno, ho giocato molte partite per quanto poco avevo fatto a Genova. Dopo di che mi sono spostato all’Eintracht Francoforte, al loro primo anno in Champions League. La prima partita contro lo Sporting Lisbona abbiamo perso 0-3, da italiano avevo paura che i tifosi ci fischiassero e invece tutto lo stadio si è alzato in piedi.
LAZIO – La cosa che mi ricordo di più erano gli sguardi dei miei amici nelle chiacchierate e nelle telefonate nei giorni prima dell’ufficilità del mio arrivo. La maggior parte di noi tifosi della Lazio sognavamo questa cosa. Ricordo i fumogeni non tanto all’aeroporto, ma arrivati a casa mia con tutti i miei amici più stretti che mi hanno accolto. È stato l’inizio di una favola che ancora oggi continua e che spero possa continuare ancora per molto tempo. Stiamo facendo bene, Roma è casa mia e non penso ci sia qualcosa che un calciatore possa chiedere di più rispetto a ciò che sto vivendo io.
Langsung