Calcio Femminile Italiano
·17 Mei 2025
Sara GamA.I. Capitolo Finale

Calcio Femminile Italiano
·17 Mei 2025
Sono gia all’ultimo boccone di pizza e non ricordo quando ho cominciato a mangiarla, la birra è già all’ultimo sorso anche se la bottiglia credevo di averla presa in mano solo pochi secondi prima.
Quante volte è capitato di non accorgermi di esserci in quello che facevo caricando di aspettative e ricordi solo l’ultimo “boccone” rimasto. Avevo la possibilità di assaporare quello che mi era sfuggito da sempre riempiendo solo di malinconia e sguardi nel vuoto ciò che avevo scelto che scivolasse via.
E’ successo troppe volte, per scelta o circostanze benché gli esempi fossero sempre a portata di mano per rimediare, per rendermene conto.
Può essere solo il testo di una canzone o di tutta la mia esistenza, quello di cui sono certo però è che non sia stata la scelta di vita di una persona speciale, di una guerriera, di chi ha vissuto appieno ogni secondo del suo tempo, di una vera Capitana.
Sara Gama.
In questi splendidi otto anni a strisce bianconere ho avuto l’onore di seguire sin dal primo giorno le gesta e gli insegnamenti indiretti che questa impeccabile atleta ha regalato non solo a me, ma ad ognuno di noi con la sola presenza o con poche parole. Nette, mirate, precise, pratiche. L’essenza del fare, della concretezza e della lotta per raggiungere l’obiettivo mettendo già i paletti per arrivare a quello successivo, l’hanno sempre contraddistinta.
Tempus fugit è una scusa per molti, ma non lo è stato per lei. Sia dentro che fuori dal campo ha saputo danzare come una ballerina (così ha sempre amato descriverla la sua mamma) mettendo sempre tutta se stessa per sostenere con forza chi di volta in volta ha rischiato di cadere.
Anche un infortunio può essere positivo, anche una sconfitta può essere positiva perché senza queste opportunità che la vita ci regala (questo è il segreto della vita) non potremmo mai essere di esempio per chi, più fragile e inesperta potrebbe cadere scegliendo di non avere la forza di rialzarsi.
Questa è stata e sarà Gama, capace di caricarsi sulle spalle se stessa e tutto il movimento femminile senza battere ciglio. Vi ricordate quando in Champions fu sostituita tra l’incredulità generale delle sue compagne dopo un colpo subito alla testa,ma comunque non grave e per ben dodici minuti nessuna giocatrice volle la fascia di Capitano ?
Sabato scorso all’Allianz Stadium Sara Gama ha indossato per la 136ma ed ultima volta con la sua Juve quella fascia di Capitano che l’ha accompagnata per molte delle sue battaglie sul campo.
154 partite totali in 60 stadi diversi e Undicimilasettecentonovantacinque minuti giocati di cui quattro ad abbracciare tutte le compagne tra gli applausi dei 15.000 dello Stadium e di un commosso Braghin.
Fu lei la giocatrice ad entrare per prima in campo nel primo incontro ufficiale dell’ormai lontano 27 Agosto 2017 e caso strano il primo gol della storia bianconera fu segnato al terzo minuto come il suo mitico numero di maglia da Martina Rosucci che Sabato proprio al terzo minuto (non a caso) è stata chiamata per sostituirla.
Nessuna intelligenza artificiale potrà mai capire che cos’è l’amicizia o cosa sia lo spirito di gruppo, nessun demone potrà mai capire che cos’è l’amore e il senso di appartenenza. Tenetevala pure la tecnologia, io voglio un mondo dove le giocatrici si tirano i coriandoli tricolori addosso, felici di aver vinto ancora uno scudetto. Insieme.
Si chiude così un cerchio fatto di tredici trofei vinti da un gruppo di amiche vere e se ne apre un altro pronto ad accoglierne se possibile subito uno, Sabato prossimo in quel di Como, dove lo spirito di Capitan Gama dovrà sempre permeare chi è rimasto e chi arriverà.
Un grazie speciale a Valeria che mi ha permesso di avere la foto della fascia di Capitana che Gama le ha donato a fine partita e che abbiamo messo in copertina.
Fino alla fine.
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