Vecchi: «Inter, Under-23 necessario! Dimarco fatica iniziale. Non ha mollato!» | OneFootball

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·16 November 2024

Vecchi: «Inter, Under-23 necessario! Dimarco fatica iniziale. Non ha mollato!»

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Vecchi, ex allenatore dell’Inter (Primavera e Prima squadra) e oggi tecnico del Vicenza, in un’intervista realizzata da Simone Togna su Tuttosport, ha parlato della seconda squadra Under-23.

OGGI NECESSARIOStefano Vecchi sottolinea così l’importanza della seconda squadra per l’Inter: «L’Under-19 ti presenta giocatori che dal punto di vista fisico non sono ancora maturi, ma è normale, lo sono da quello tecnico. Sul piano caratteriale e emotivo giocare in un settore giovanile è diverso rispetto alla Lega Pro per la pressione dei risultati. Nelle varie under qualche errore ti è concesso, quando varchi la soglia del calcio professionistico, no. Quanto è importante? Lo dice l’esperienza di chi l’ha già fatta. La Juventus ha fatto un lavoro importante in questo periodo, tanti ragazzi della seconda squadra si sono imposti in bianconero o da altre parti. L’Atalanta sta proponendo giocatori. Il Milan ha appena iniziato e Camarda ha già giocato in A. In generale è uno step in più, che serve per avere ancora sott’occhio ragazzi che se magari mandi a giocare in altre realtà di B o Lega Pro non riceverebbero la stessa attenzione».


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Quanto sarebbe stato importante l’Under-23 in passato all’Inter

DA EX – Vecchi fa riferimento all’importanza dell’Under-23 per i giocatori che ha allenato all’Inter in passato: «Per provare ad arrivare prima, ma anche per non perdersi. Qualcuno si è subito inserito in categorie importanti, vedi Pinamonti, Radu e Bonazzoli. Altri hanno dovuto seguire dei percorsi più tortuosi, come Dimarco, che ha fatto fatica i primi anni a giocare in B e all’estero. Di Gregorio ha dovuto fare la Lega Pro e ora è alla Juventus. Altri ancora nei meandri della Lega Pro hanno trovato difficoltà, senza superarle. Loro, ci fosse stata la seconda squadra, avrebbero magari intrapreso una carriera diversa. Dimarco ora tra i migliori al mondo? Lui ha sempre avuto un talento spiccato. Ma anche lui ha rischiato di perdersi. Quando inizi a girare e sei sempre in discussione, non è facile, rischi. Federico è stato molto determinato, è un’altra sua grande qualità. Bravo a non mollare, a persistere, a non farsi sopraffare dalle difficoltà. La fiducia nei suoi mezzi lo ha aiutato a diventare un calciatore di livello mondiale».

Fonte: Tuttosport – Simone Togna

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