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Tommaso Cherubini·26 dicembre 2024
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Tommaso Cherubini·26 dicembre 2024
Il Natale è appena passato, in Serie A ci apprestiamo quasi a concludere il girone d'andata dato che tra 2 giorni inizierà la giornata numero 18, la penultima della prima metà.
Come gioco ci possiamo divertire a fare una panoramica su quegli allenatori che in molti davano per spacciati già all'inizio della stagione o dopo poche settimane, con il classico detto "Non arriverà a mangiare il panettone" ma che contro i pronostici il panettone lo hanno mangiato tranquillamente.
La Lazio in estate si apprestava ad aprire un nuovo ciclo, visti gli addii di Immobile e Luis Alberto e il fallimento della scelta Tudor nel post-Sarri. Il club biancoceleste era chiamato a un vero e proprio reset, l'uomo scelto per questo compito da Lotito è stato Marco Baroni.
Il tecnico toscano arrivava da due fresche esperienze in Serie A, quella con il Lecce prima e con il Verona poi, due salvezze sembrate quasi come dei veri e propri miracoli. Baroni, però, nel suo curriculum non aveva mai allenato una squadra della dimensione della Lazio e proprio per questo (anche gran parte della tifoseria) era scettica sul suo ingaggio.
Il 61enne ha ribaltato i pronostici: la sua Lazio è un'ottima squadra, ben costruita e che può concludere la stagione togliendosi diverse soddisfazioni.
Anche l'Udinese faceva parte delle tante squadre che in estate hanno scelto di cambiare allenatore prima di cominciare la stagione 2024/25. La scelta del club friulano, dopo aver scartato l'ipotesi della conferma di Cannavaro con cui era arrivata la salvezza, ha deciso a sorpresa di puntare sul tedesco Kosta Runjaic, alla prima esperienza in Serie A.
Runjaic arrivava da una carriera discreta tra Germania e Polonia, con una buona parentesi proprio al Legia Varsavia come ultima squadra conclusasi però con un esonero pochi mesi prima.
Il 53enne è riuscito in poche settimane a rendere l'Udinese una squadra riconoscibile, più propositiva con la palla rispetto al passato e che potrebbe addirittura provare a sorprendere nella seconda parte di stagione. In pochi lo avrebbero pronosticato ad agosto.
Uno dei casi più emblematici è quello di Paulo Fonseca, il cui esonero era già stato chiamato a gran voce dalla tifoseria rossonera dopo pochissime settimane dall'avvio di stagione.
I tifosi probabilmente si aspettavano un allenatore più di spessore dopo la chiusura del ciclo Pioli, la società ha invece deciso di puntare sul portoghese che comunque era reduce da una più che positiva esperienza al Lille in Ligue 1.
Il Milan ha vissuto questa prima metà di stagione tra alti e bassi, con vittorie prestigiose come quella nel derby (che sembrava proprio un dentro o fuori per Fonseca) o quella a Madrid al Bernabéu.
A meno di disastri, il Milan concluderà questa prima stagione con Fonseca e poi a fine anno verrà fatto un bilancio per capire se si tratta del tecnico giusto per proseguire oppure no. In tutto questo, però, Fonseca dopo un inizio con molte difficoltà e scetticismo non è stato esonerato.
L'immagine recente di Roberto D'Aversa in Serie A prima dell'inizio di stagione non era proprio positiva: due esoneri consecutivi con Sampdoria e Lecce, in più il bruttissimo episodio con la testata rifilata a Henry del Verona durante la sua ultima partita alla guida dei giallorossi lo scorso marzo.
La rosa dell'Empoli ai nastri partenza non dava garanzie, eppure D'Aversa è riuscito dalla primissime giornate a costruire una squadra molto solida, che ha nella fase difensiva la sua arma migliore e con una formazione titolare imbottita di giovani e giocatori interessanti come Vasquez, Goglichidze, Viti, Anjorin, Fazzini e i vari Colombo ed Esposito.
L'Empoli arriva a fine anno in una situazione piuttosto tranquilla e il merito va al suo allenatore, su cui in molti non avevano fiducia.
Raccogliere l'eredità di Thiago Motta a Bologna non era un compito per tutti, anzi. Quando il club rossoblù del direttore sportivo Sartori ha deciso di scegliere Vincenzo Italiano, in tanti probabilmente davano già per spacciato il tecnico di Trapani prima di Natale.
Non tanto per le qualità di Italiano, ma per un'eredità troppo pesante rispetto alle aspettative che aveva generato e con anche la Champions in mezzo. L'ex Fiorentina però dopo le prime settimane di adattamento è riuscito alla grande a trasformare il Bologna, dandogli la sua impronta, ottenendo ottimi risultati in Serie A.
L'eliminazione - quasi certa ormai - in Champions era abbastanza in preventivo ma con Italiano il Bologna può continuare a stabilizzarsi tra le prime forze della Serie A.
📸 Timothy Rogers - 2024 Getty Images