Belgio, il ct Tedesco: “Italia mia, devo batterti. Ora ho anche Lukaku…” | OneFootball

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·13 novembre 2024

Belgio, il ct Tedesco: “Italia mia, devo batterti. Ora ho anche Lukaku…”

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“Se mi sono emozionato, il 10 ottobre, a Roma, contro l’Italia? Ma non ho avuto nemmeno il tempo di pensarci… Abbiamo preso gol dopo un minuto!”. Domenico Tedesco, 39 anni, da Rossano, Calabria, ct del Belgio dal febbraio 2023, cresciuto in Germania, ci scherza su. Perché domani gli tocca di nuovo confrontarsi con gli azzurri.

Belgio, il ct Tedesco: “Italia mia, devo batterti. Ora ho anche Lukaku…”

“Sono nato in Italia, ho tanti parenti lì, è stata una cosa bellissima la prima volta contro l’Italia. Anche perché io tifo sempre per gli azzurri. La gara poi è stata bellissima, aperta”. Lo riporta la Gazzetta dello sport


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Il suo Belgio l’ha ripresa, da 0-2, ha pareggiato.

“Sappiamo da dove arriviamo. Abbiamo ringiovanito la squadra dopo il Mondiale 2022. Mancavano Onana dell’Aston Villa, De Bruyne e Lukaku, abbiamo buttato dentro tanti giovani, come sta facendo Spalletti, comunque partita divertentissima”.

Ora avete l’obbligo di vincere per sperare di arrivare ai playoff di Nations League.

“Abbiamo affrontato la NL con la consapevolezza di provare qualcosa di diverso. Dopo l’Euro ci siamo detti dobbiamo testare nuovi ragazzi. Per esempio, abbiamo carenza di terzini: Castagne al Fulham gioca poco, ho buttato dentro De Cuyper del Bruges e a Roma ha pure segnato un gran gol. Sto facendo delle prove. Però vogliamo vincere ovvio e raggiungere i playoff di NL”.

Come l’è parsa questa Italia?

“Ha fatto benissimo, Spalletti è bravissimo, esperto, ha preso decisioni giuste, anche con moduli diversi, il 3-5-2 o 3-4-3, ha i giocatori per farlo. Gli interisti Dimarco, Frattesi, Barella, Bastoni che giocano così. O Ricci nel Torino e l’Atalanta ha i giocatori per questo sistema. L’Italia mi è parsa molto organizzata”.

Nel Belgio è tornato Lukaku.

“È bello, perché Rom è molto importante per noi. Non solo in campo, ma anche fuori. Con lui ci siamo sentiti a lungo. È fondamentale farlo perché ogni giocatore ha le sue necessità. Poi non voglio costringere nessuno se non se la sente. Romelu me l’aveva detto a settembre, è arrivato tardi a Napoli, non ha fatto la stessa preparazione e ne aveva bisogno. Dunque mi ha chiesto di restare a lavorare col club perché non era pronto. Mi ha detto onesto: “Vengo quando potrò aiutare la squadra”. E lo stesso De Bruyne ha scelto lui di saltare la Nations per riposare. È difficile parlare di queste cose, ma è importante essere sinceri. Ogni giocatore ha un programma individuale, Kevin mi ha detto che col City e la nazionale in stagione può arrivare a oltre 80 partite… Quindi mi ha chiesto una pausa. Lo rivedremo nel 2025 per le qualifiche mondiali”.

Non avrà però De Ketelaere, ultimo infortunato.

“Spiace. Mi aspettavo il suo boom però, perché nel Milan, senza voler giudicare la situazione ma per vari motivi, ha giocato poco. L’Atalanta è una bella piazza per far crescere i giovani. Gasperini lavora benissimo, con tanta pazienza e non mi sorprendo della crescita di Charles e sono contentissimo. E se lo merita, è uno che lavora con i piedi per terra”.

Ha chiamato invece lo juventino Mbangula, classe 2004.

“Per i giovanissimi ora non è così facile inserirsi, visto il ricambio già avvenuto. E lui deve ancora crescere: nel suo ruolo ho Doku e Carrasco, ora infortunati, Fofana del Lione (altro ko) e anche Trossard. Dipende da come maturano, ma i giovani nel Belgio sanno che con me hanno chance”.

Mondiale 2026: come vede le eliminatorie con un qualificato per gruppo e i secondi ai playoff?

“Fasce facili non ce ne sono più, anche la Lega B di Nations League, con Inghilterra e Grecia o la fortissima Turchia di Montella, è tosta. Ogni qualificazione ormai è difficile, per l’ultimo Europeo ce la siamo vista con Svezia e Austria ed è stata dura, gli austriaci con Rangnick sono cresciuti tanto. Le migliori sono le solite: Francia, Italia e Spagna, ma ce la possiamo giocare, l’abbiamo dimostrato anche nei ko con la Francia. Ma i Bleus sono fortissimi, sui singoli hanno tanta qualità, quando cambiano cinque giocatori le riserve valgono i titolari. Il mio compito col Belgio era il ricambio, ringiovanire la squadra, anche con risultati positivi. Finora ho perso solo con la Francia e con la Slovacchia all’Europeo”.

Nuova Champions: le piace la formula?

“Così ci sono sempre grandi partite in ogni turno, vista da fuori mi è parsa bella, da questo punto di vista è show, però sono 2 turni in più, altra fatica per i giocatori. Guardo i club coi miei, l’Arsenal di Trossard, il City di De Bruyne che ha tanti infortunati. Da febbraio deciderà la condizione fisica e la fortuna, come gli squalificati: ti deve andare bene lì”.

Le italiane come le vede?

“L’Inter ha chance di fare strada e l’Atalanta va benissimo, specie dopo la conquista dell’EuroLeague. La ricordo col Lipsia nei quarti di EL ’22, vincemmo 2-0 lì, ma che gare! Strada facendo è sempre più forte il team di Gasperini. Spero che facciano bene”.

Da tecnico chi ha avuto come modello?

“Vado sempre in giro per studio, il voler crescere e migliorare è fondamentale in ogni approccio: tattico, tecnico o mentale. Ho visto tanti tecnici come Lippi o Conte, poi ho la mia idea e filosofia. Ho seguito molto Klopp, grande, ci ho scambiato idee”.

Quanto di Italia c’è in lei e quanto di Germania?

“Ho entrambi i genitori italiani, sono cresciuto in un ambiente italiano, ma ho vissuto in Germania da quando avevo 3 anni, ho fatto tutto lì, scuole, patentino allenatore, anche se mi sento più italiano”.

Lasciò la Mercedes per l’Under dello Stoccarda…

“Nel 2012 a 27 anni. Mai pentito, contento di questa scelta, moltissimo. La passione mi ha spinto, sì, è stato un bel rischio, lasciando il lavoro da ingegnere con contratto a tempo indeterminato, per un’esperienza all’inizio solo biennale e con l’Under 17…”.

Le chiedono sempre se verrà in Italia ad allenare.

“Spero sempre di venirci in futuro, per ora ho un contratto fino al Mondiale 2026. Si vedrà dopo…”.

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