Brambilla sulla Juventus Next Gen: «Il miglioramento va fatto nella testa. Ecco qual è la prima difficoltà nell’allenare questa squadra» | OneFootball

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Juventusnews24

·12 aprile 2025

Brambilla sulla Juventus Next Gen: «Il miglioramento va fatto nella testa. Ecco qual è la prima difficoltà nell’allenare questa squadra»

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Brambilla, allenatore della Juventus Next Gen, ha parlato così della Seconda squadra bianconera. Le sue dichiarazioni

Ultimo UomoMassimo Brambilla ha raccontato così la Juventus Next Gen.


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SALTO IN NEXT GEN«C’è una bella differenza per i ragazzi che arrivano dal settore giovanile. E la maggior parte vengono da lì. E oltre alla categoria – la Serie C è molto più fisica e con giocatori molto più esperti – cambiano anche gli obiettivi: nel settore giovanile tutte le squadre della Juve giocano per le prime posizioni, quindi i ragazzi sono abituati a lottare per vincere; mentre in questa categoria, che è molto più dura, l’obiettivo è crescere, fare meglio possibile, e vedere dove si può arrivare, magari ai playoff. Ma l’obiettivo principale è fare un campionato tranquillo».

CRESCITA TATTICA«Il modo di stare in campo e lo stile di gioco sono diversi da quello a cui erano abituati, ed è importante adattarsi a ciò che richiede la categoria. L’input è sempre quello di fare partite propositive, dove si cerca di offrire un certo tipo di calcio, ma sappiamo che ci sono squadre forti, attrezzate per salire, contro cui bisogna fare bene la fase difensiva. I ragazzi negli anni prima non sono abituati, mentre qui cominciano a curare questo aspetto; che non serve solo per i risultati, ma è utile prima di tutto per il loro futuro: se vogliono salire di livello, devono saper fare le due fasi con la stessa intensità e qualità».

CRESCITA MENTALE«Il miglioramento oltre che tecnico e tattico, va fatto nella testa. Perché poi per arrivare e giocare nel calcio ad alto livello, la testa è fondamentale: avere personalità, reggere le pressioni, fare scelte giuste. La prima difficoltà di allenare questa squadra infatti è il momento in cui i ragazzi devono switchare da un punto di vista mentale, a inizio anno. E di solito anche per questo nei primi mesi c’è sempre qualche difficoltà in più. Una volta superata quella fase, poi, alla lunga escono le qualità tecniche».

INIZIO DI STAGIONE – «Siamo partiti malissimo e c’è stato anche un cambio di allenatore dopo pochi mesi, che è una cosa abbastanza insolita in questo progetto. Ma sono scenari che i ragazzi si troveranno ancora davanti nel loro futuro, quindi anche questo stimolo di crescita può essere prezioso».

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