Footbola
·12 settembre 2020
Footbola
·12 settembre 2020
Il grande protagonista di questo Brasileirão, almeno finora, è l’equilibrio. Ricordando che alcune squadre hanno giocato una partita in meno (due nel caso del Goiás fanalino di coda), le prime sette squadre sono racchiuse in sei punti e le restanti tredici in sei.
È quindi molto difficile trarre indicazioni robuste, dato che per esempio la convincente vittoria dell’Atlético Goianiense sul campo del Vasco – doppietta di Renato Kayzer con tanto di ronaldesco “eu estou aqui” – è stata sufficiente a portare la squadra dal penultimo al tredicesimo posto.
8 Thiago Galhardo (Internacional) 6 Germán Cano (Vasco) 6 Marinho (Santos) 5 Gabriel Barbosa (Flamengo)
Non si può dire che i derby siano una rarità nel Brasileirão, ma tra mercoledì e giovedì se ne sono giocati due tra i più sentiti in assoluto: il Fla-Flu di Rio e il Derby Paulista tra Corinthians e Palmeiras. Al Maracanã i rapporti di forza sono stati evidenti fin da inizio partita: il Flamengo sta decisamente ritrovando la quadra dopo il traumatico cambio di allenatore e non ha lasciato respiro agli avversari per tutto il primo tempo, chiuso in vantaggio per 0-2.
I dubbi circa l’implementazione del gioco di posizione da parte di Torrent si stanno sciogliendo e il primo gol ne è un manifesto, con il terzino destro Isla a occupare l’ampiezza per poi crossare verso l’area dove si trovavano ben cinque compagni, tra cui De Arrascaeta che ha colpito di testa e l’altro terzino Filipe Luís pronto a ribattere in rete sulla respinta di Muriel.
Poi il solito Gabigol – sono 5 consecutivi – e il gol della bandiera tricolor soltanto nel recupero con un colpo di testa del difensore Digão (no, non il fratello di Kaká). Per il Mengão è la quarta vittoria consecutiva, importante per avvicinare la vetta e anche in vista della Copa Libertadores, dove tornerà in campo nella notte tra giovedì e venerdì in casa del temibile Independiente del Valle, a suo tempo sconfitto nella Recopa Sudamericana.
Nell’altra grande metropoli del Paese invece c’è stata l’ennesima serata difficile per il Corinthians di Tiago Nunes, sempre più in bilico, come ha confermato il presidente Andrés Sanchez nel definire “insopportabile” la pressione da parte dell’ambiente, pur confermando la volontà di concedergli altro tempo.
Riguardo la partita, però, si può imputare poco all’allenatore: il Timão era partito abbastanza bene colpendo anche una spettacolare traversa con Otero, ma sul finire del primo tempo Fágner si è fatto espellere per un assurdo fallo di mano con cui ha deviato un pallone destinato sull’esterno della rete. Risultato: gol su rigore di Luiz Adriano e secondo tempo difficile con il raddoppio dello strabiliante 18enne Gabriel Veron, ancora in gol a quattro minuti dal suo ingresso in campo, stavolta a ruoli invertiti con Willian che gli ha restituito il favore dopo l’assist decisivo di domenica contro il Bragantino.
Del lavoro di Eduardo Coudet sulla panchina dell’Internacional abbiamo già parlato lungamente, ma vale la pena ribadire quanto il suo impatto in Brasile sia stato eccezionale. Contro il Ceará, il Colorado è tornato alla vittoria dopo due pareggi, e lo ha fatto ruotando gli uomini per l’ennesima volta, con quattro titolari diversi rispetto al 2-2 contro il Bahia. In attacco è partito dal primo minuto, a fianco dell’inamovibile Thiago Galhardo (capocannoniere del Brasileirão), il classe 2002 Peglow, protagonista insieme a Veron del vittorioso Mondiale u-17 vinto a novembre.
Purtroppo Peglow è dovuto uscire dopo dieci minuti per un infortunio muscolare, ma non era l’unico giovanissimo schierato dal Chacho, visto che in mezzo al campo ha nuovamente impressionato Johnny Cardoso, che compirà 19 anni tra una settimana: volante classico, nelle tre partite disputate finora ha mostrato non solo doti d’élite nella gestione del pallone sia nel gioco corto sia nel lungo, ma anche un contributo difensivo di alto livello nella capacità di posizionarsi, intercettare i passaggi avversari e nei duelli individuali sia a terra che nel gioco aereo. Johhny è nato negli USA da genitori brasiliani e finora ha scelto di rappresentare la USMNT a livello giovanile; è ancora presto per dirlo, ma l’impressione è che i brasiliani debbano affrettarsi a cercare di portarlo dalla loro parte. Di questo passo, l’esordio nella nazionale maggiore americana potrebbe non essere così lontano.
Il protagonista principale della partita, però, è stato ancora una volta il capocannoniere Thiago Galhardo, che si sta dimostrando in grado di segnare in ogni maniera: nella doppietta di ieri ha realizzato il primo gol con una zampata da rapace d’area sul cross di Edenílson, e nel secondo tempo ha dovuto semplicemente depositare in rete il pallone recuperato con un feroce pressing offensivo – marchio di fabbrica dell’allenatore – da Gabriel Boschilia, altro grande protagonista.
Se guardassimo solo il risultato potremmo pensare che l’Atlético Mineiro sia “crollato” contro il Santos. In realtà lo sviluppo della gara è stato determinato dagli episodi, prima fra tutti l’imbarazzante espulsione del portiere Rafael, che al quarto d’ora ha deciso di spingersi fino alla propria trequarti per poi travolgere in scivolata l’attaccante Marinho, sul quale stava già recuperando il terzino Felipe Jonathan. Come ulteriore beffa, cinque minuti più tardi il portiere di riserva Victor si è lasciato passare sotto le gambe il tiro non troppo impegnativo di Arthur Gomes.
Nonostante la sconfitta, i sostenitori del Galo possono consolarsi pensando al futuro, perché nei primi quindici minuti la squadra ha giocato forse il miglior calcio visto in questa stagione: uscita del pallone sempre pulita e capacità di attaccare la profondità anche in modo più diretto, fluidità posizionale tra i giocatori offensivi, accompagnamento costante da parte dei terzini e aggressività in fase di riconquista del pallone hanno annichilito il Santos, che si è salvato solo grazie all’imprecisione nel finalizzare e alle grandi parate di João Paulo.
Questo turno ha visto anche il ritorno alla vittoria del Grêmio, che non si portava a casa tre punti dalla prima giornata. Ancora non si può parlare di un Tricolor Gaúcho convincente – l’imprecisione del centravanti avversario Gilberto, ancora a secco dopo i 14 gol del 2019, ha aiutato – ma c’era bisogno di dare una scossa alla classifica per una squadra orfana di Éverton Cebolinha, forse il miglior giocatore del campionato che si è trasferito al Benfica un mese fa.
Con l’infortunio del suo sostituto naturale Pepê, poi, si è preso un posto da titolare un altro Éverton (Cardoso) che ieri è stato protagonista con un bellissimo assist d’esterno per il secondo gol, il primo nella carriera da professionista del 22enne volante Darlan. Il 31enne Éverton, che ha giocato tra le tante per Flamengo, Athletico Paranaense e Tigres (in Messico), è arrivato di recente dal San Paolo nello scambio con Luciano, che per quanto visto finora sta dando buoni frutti da ambo le parti.
Qualche settimana fa inoltre è stato acquistato l’altro esterno d’attacco Luiz Fernando, classe ‘96 che nel Botafogo era stato oscurato dall’esplosione di Luis Henrique e dall’arrivo di Kalou; ieri è entrato benissimo in partita, è un giocatore veloce e molto abile nel dribbling (2.3 p90 nel 2019) ma deve migliorare nelle decisioni in rifinitura e finalizzazione, dato che viene da un campionato da titolare con solo un gol e nessun assist.
Il calcio sudamericano è celebre per la sua “follia” rispetto ai più educati canoni europei, ma in questo turno del Brasileirão si è visto davvero di tutto: 8 espulsioni, 8 legni, 10 rigori e diversi errori difensivi incredibili, come le uscite a vuoto di Rafael e di Cleiton, la “parata” di Fágner e la – più sfortunata – autorete di Sabino del Coritiba contro il Goiás.
Proprio lo stesso Sabino è stato protagonista in positivo qualche minuto più tardi, trasformando con freddezza un calcio di rigore in cui si è esibito nel gesto tipicamente brasiliano della paradinha, letteralmente una “piccola interruzione” della corsa, consentita da un regolamento differente rispetto a quello internazionale. Un gesto che accentua il duello psicologico con il portiere, ma che può confondere lo stesso attaccante, come è successo a Nikão al 94’ contro il Botafogo e in modo ancor più clamoroso al Bragantino, che contro il San Paolo ne ha falliti due, prima con Claudinho e poi con Artur.
Dopo le voci su Felipão Scolari, sarà un altro allenatore d’esperienza come Mano Menezes a sedersi sulla panchina del Bahia. 58 anni, Menezes in carriera ha allenato Grêmio, Corinthians, Seleção brasiliana (argento alle Olimpiadi di Londra), Flamengo, Cruzeiro, Shandong Luneng e Palmeiras, dove subentrò nella scorsa stagione proprio a Scolari senza incidere, per poi essere accantonato per fare spazio all’attuale tecnico Luxemburgo.
La notizia della settimana è stata la cessione del centravanti classe ‘99 Evanílson dal Fluminense al Porto per 7 milioni di euro. Si tratta di un grande colpo per i Dragões, che si assicurano uno dei giovani più talentuosi del calcio brasiliano per una cifra relativamente contenuta, soprattutto se pensiamo che hanno appena incassato quasi sei volte tanto dalla cessione al Wolverhampton del 18enne Fábio Silva.
Nonostante sia alto 1.93, Evanílson non è affatto un giocatore statico: benché sappia fare buon uso del suo fisico, è piuttosto veloce e anche ben dotato anche dal punto di vista tecnico. Nato a Fortaleza ma cresciuto nelle giovanili del Flu, curiosamente Evanílson ha già assaggiato l’Europa nel 2018, quando trascorse qualche mese in prestito al Šamorín, realizzando tre gol in altrettante presenze nella seconda divisione slovacca. Tornato in Brasile, nella scorsa stagione è stato il capocannoniere del Brasileirão u-20 (15 gol in 11 presenze) e non ha sofferto l’impatto con la prima squadra, cui è stato aggregato stabilmente negli ultimi mesi, guadagnandosi rapidamente una maglia da titolare con 9 gol in 19 partite tra Carioca e Brasileirão. Il campione non è ancora sufficiente per descriverlo accuratamente, ma se ai gol aggiungiamo i dati su passaggi-chiave (1,6 p90) e dribbling (1.6 p90 col 69% di successo), la sensazione è di trovarsi davanti a un diamante grezzo, pronto a cavalcare la fortunata tradizione dei calciatori brasiliani in Portogallo e, probabilmente, destinato a contesti ancor più esclusivi.
Altre ufficialità: – Sampaoli ritrova finalmente il suo portiere di fiducia Éverson, di cui l’anno scorso al Santos aveva apprezzato soprattutto l’abilità nel gioco coi piedi; – l’esterno d’attacco Marquinhos Gabriel torna in anticipo al Cruzeiro (in Série B) dopo il deludente prestito all’Athletico Paranaense, accettando di ridursi drasticamente lo stipendio; – il centravanti 33enne Fernandão ha rescisso il contratto col Bahia e potrebbe tornare in Turchia, forse al Fenerbahçe dove ha lasciato un ottimo ricordo segnando 50 gol tra il 2015 e il 2018; – il Botafogo ha acquistato il 25enne mediano colombiano Carlos Rentería, che era svincolato dopo aver lasciato alla fine dello scorso anno il Deportes Tolima. Il Fogão era in cerca di un centrocampista dopo aver ceduto Alex Santana al Ludogorets.