Pagine Romaniste
·18 marzo 2025
Calafiori torna sull’addio alla Roma: “Ci sono rimasto male, ma non ho mai provato rancore”

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·18 marzo 2025
Riccardo Calafiori è tornato a parlare dell’addio alla Roma, spiegando il momento di sconforto in quel momento. La sua carriera ha raggiunto ottimi risultati negli ultimi due anni, iniziando con il passaggio la scorsa estate all’Arsenal, che lo ha prelevato dal Bologna per una cifra intorno ai 42 milioni di sterline. Il ragazzo nella squadra, ha militato nella stagione 2023/2024 sotto la guida di Thiago Motta, sbloccandosi definitivamente, lasciando qualche rimpianto dalle parti di Trigoria.
Con i giallorossi infatti Calafiori ha trascorso tutte le annate con la primavera fino all’esordio in Serie A nel 2018 contro la Juventus per poi però, essere ceduto a gennaio del 2022 in prestito al Genoa, mentre in estate a titolo definitivo al Basilea, prima di arrivare al Bologna. In un’intervista concessa alla rivista Undici, il classe 2002 è tornato sugli inizi della propria carriera con la Roma ed in particolare sul suo addio.
Queste le sue parole: “Al momento ci sono rimasto male. Però non ho mai avuto rancore verso la Roma. Credo che non sia facile prevedere il futuro di un ragazzo così giovane. E poi una società deve fare delle scelte, soprattutto se ha tanti ragazzi in quel ruolo. La Roma ovviamente è stata una parte grande e importante della mia vita e carriera e penso solo cose positive ancora adesso”. Nonostante sia stato ostacolato da qualche infortunio, costringendolo a spezzare la sua stagione, Calafiori sta dimostrando le proprie qualità in Premier League, dove si è fatto sentire anche in attacco mettendo a segno due gol. Al termine dell’intervista l’ex Bologna ha parlato di quelle che sono le sostanziali differenze tra il campionato inglese e quello italiano: “Come campionato è completamente diverso rispetto alla Serie A. Nelle partite di Premier le squadre vanno tutte allo stesso modo, a duemila di intensità, è come se giocassero in una bolla. È proprio un discorso di mentalità, di modo di giocare, non esiste controllare la partita, esiste solo fare un gol più dell’altro”.