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Calcio e Finanza

·15 aprile 2025

Calcio e politica insieme sui nuovi stadi. Il senatore De Priamo: «Tema fondamentale per la crescita»

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Si è tenuto questa mattina, su iniziativa del Senatore Andrea De Priamo (Fratelli d’Italia), il convegno “Stadi Intelligenti e Sostenibili: Verso una Nuova Era dello Sport in Italia”, un’importante occasione di confronto sulle prospettive di modernizzazione delle infrastrutture sportive nel nostro Paese. L’evento – del quale anche Calcio e Finanza è stata tra i protagonist – è andato in scena presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani al Senato della Repubblica, ed è stato moderato da Carlo Piazzoli, CEO & Founder International Soccer Academy. Un convegno in cui il calcio e la politica hanno sottolineato la necessità urgente di intervenire sul tema delle infrastrutture.

«Abbiamo voluto questo convegno perché il calcio è tante cose, ha una capacità che va oltre il tempo e i cambiamenti social e storici. Crea passione, è un sentimento probabilmente anche inspiegabile quello generato dal calcio. Noi siamo sensibili verso tutto il tema dello sport che oggi è anche tema costituzionale. Oggi ci vogliamo focalizzare sul tema degli stadi», ha esordito il Senatore De Priamo.


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«A muoverci è la passione e la volontà che questo mondo possa cogliere le opportunità che la tecnologia e il contesto di sviluppo ci offre. Ma anche avere istituzioni che siano al passo con questa opportunità, che sappiano organizzare bene tutti gli aspetti. Pensiamo che la realizzazione dei nuovi stadi sia fondamentale per migliorare il sistema calcio sia dal punto di vista economico che da un punto di vista oggettivo. A volte si tende a voler preservare l’identità, ma nel realizzare stadi moderni e migliori, il calcio migliora quindi non c’è nulla per cui essere nostalgici verso strutture obsolete e inadeguate. Il lavoro sugli stadi deve esprimere in pieno il concetto di partnership tra pubblico e privato: non possono essere calati in contesti senza interesse pubblico, ma nemmeno deve diventare la scusa per discutere di stadi per decenni senza fare passi in avanti», ha aggiunto.

A De Priamo ha fatto eco il Senatore Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia): «È stato un impegno non banale e anche inedito quello che abbiamo assunto in Parlamento. La politica ha analizzato il calcio come un asset socio-economico molto importante per il Paese. Il tema è stato affrontato con serietà, creando una sorta di libro bianco del calcio, una traccia per il governo per affrontare alcuni nodi. Il problema degli stadi e delle infrastrutture sportive è un tema di emergenza nazionale. E il governo ha dato disponibilità di dare seguito agli indirizzi che provengono dal Parlamento».

«Il calcio si è evoluto – ha aggiunto Marcheschi – ma ha ancora normative che vedono società quasi come associazioni sportive. Noi abbiamo indicato la cabina di regia in cui vorremmo ci fosse un piano strategico nazionale su tutti gli impianti. Non solo quelli di Euro 2032, che hanno la priorità viste le tempistiche, ma anche cercare il capitale anche privato per rinnovare gli stadi o farne nuovi perché il Paese ha bisogno di nuove infrastrutture. Il calcio fa parte dell’economia del Paese, vogliamo fosse un piano di interesse nazionale perché rinnovare gli impianti è un tema che riguarda tutti. Abbiamo possibilità che gli investitori stranieri costruiscano gli stadi, ma non abbiamo né le norme né una burocrazia adeguata. Siamo in un Paese in cui la Sovrintendenza deve fare il proprio mestiere, ma dobbiamo definire anche quale è perché a volte ci si nasconde dietro un vincolo. Ora la politica mi auguro faccia la propria parte e la speranza è che tutti remino dalla stessa parte».

La palla è passata poi all’europarlamentare ed ex nazionale italiana di sci Lara Magoni, secondo la quale «è fondamentale essere pronti, anche a Torino 2006 l’Italia fece fatica ad essere sul pezzo. Quindi è decisivo, come da riforma proposta, ci sia un procedimento più snello e meno burocratico sugli impianti. Prendiamo l’esempio di Bergamo, visto che sono bergamasca: avere un impianto come il Gewiss è un vanto in tutta Europa. L’Italia oggi ha impianti sportivi obsoleti, non solo ad alto livello ma anche in quelli sparsi per tutto il Paese, quindi ben vengano gli investimenti».

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