Carrarese, Torregrossa: “Qui tifoseria rara: dopo Cosenza mi aspettavo una contestazione, invece ci hanno accolto con dei cori” | OneFootball

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·8 marzo 2025

Carrarese, Torregrossa: “Qui tifoseria rara: dopo Cosenza mi aspettavo una contestazione, invece ci hanno accolto con dei cori”

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Ernesto Torregrossa ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Gianlucadimarzio.com, rivelando diversi aneddoti inerenti alla propria carriera e soffermandosi sulla scelta di trasferirsi lo scorso gennaio alla Carrarese.

“Mi ha fatto impressione in positivo la trasferta di Cosenza: era arrivata la quinta sconfitta consecutiva e comunque i tifosi ci hanno fatto i cori in aeroporto, mi aspettavo una contestazione e invece ci hanno sostenuto. Hanno avuto l’intelligenza di capire che ce la mettiamo tutta e non è da tutti”.


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“Ho trovato un gruppo di ragazzi eccezionali. Siamo sempre insieme prima e dopo allenamento. Ci sono tanti giovani, a volte mi devo adattare alla loro prospettiva (ride ndr). C’è sempre un motivo per tutto, anche dietro alla scelta del numero di maglia: ho scelto il 92 perché sono di quell’anno e perché in carriera ho vestito anche l’11 che è la somma di 9+2”.

“Amicizia con Tonali? La prima volta che l’ho visto aveva 16 o 17 anni. Era nella Juniores, lo incontrai durante un test in famiglia con la prima squadra. Dopo pochi secondi, io e i miei compagni ci siamo questi, ‘ma lui chi è? Si vedeva che avrebbe fatto strada. Aveva qualcosa in più degli altri. Lo sento spesso, è sempre stato un ragazzo molto umile. Veniva al campo senza mai dire una parola fuori posto”.

“Ha avuto i suoi problemi. L’importante è affrontarli, e lui ci è riuscito. Ha pagato il suo sbaglio, ci sono state delle conseguenze. Ma è stato bravo a reagire. Sono orgoglioso di ciò che è diventato. Sono molto contento per lui, si è ripreso la sua vita e la carriera da calciatore. In campo, sta portando in alto il nome dell’Italia all’estero. È la dimostrazione che l’italiano, in altri campionati, può starci e dominare”.

“Ranieri? Non serve che io dica che persona è. C’è un motivo se tutti ne parlano bene, no? Per me è una persona che ‘sa sempre quello che stai pensando’. Ha questa capacità, riesce a capire subito se stai soffrendo o hai un problema”.

“Stavamo perdendo contro l’Udinese. Ero arrivato da qualche giorno e davanti a me c’erano giocatori forti come Quagliarella, Gabbiadini o Adrien Silva. Nonostante fossi agitato, il mister mi guardò e disse ‘Ernesto, fai quello che sai fare’. E basta. Lì ho capito che persona fosse. E ho anche segnato. Dovessi mai diventare allenatore mi piacerebbe avere la sua sensibilità”.

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