Catanzaro, Iemmello si racconta: “Con De Zerbi la svolta, Ventura mi ha seguito per la Nazionale. Sui problemi e le slot a Foggia…” | OneFootball

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·10 aprile 2025

Catanzaro, Iemmello si racconta: “Con De Zerbi la svolta, Ventura mi ha seguito per la Nazionale. Sui problemi e le slot a Foggia…”

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Pietro Iemmello, che anche in questa stagione si sta confermando su un livello altissimo con il suo Catanzaro, si è raccontato. Apprendiamo le sue parole da gazzetta.it:

Inizi – “Io in Primavera con Babacar, allenatore della prima squadra Mihajlovic: ho fatto un ritiro con lui, un uomo vero. Poi Gilardino mi fece prendere dalla Pro Vercelli allenata dal suo amico Braghin, abbiamo vinto la C e da lì è cominciato tutto“.


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Carattere – “Ero molto istintivo. Poi negli anni sono cambiato, adesso conto fino a 5, allora no. Qualche lite di troppo con allenatori e dirigenti, non dovevo. A Lanciano scappai dal ritiro, ma il ds Leone e l’allenatore D’Aversa capirono. Altri no, e questo mi ha fatto perdere un po’ di tempo“.

Qualità – “La svolta a Foggia con De Zerbi, da lì mi prese il ds Angelozzi a Sassuolo: volevano mandarmi in prestito, ma ero terzo attaccante dopo Defrel e Matri, ho voluto giocarmela e sono arrivato a segnare a San Siro, battendo con i miei gol l’Inter col Sassuolo e il Milan col Benevento“.

Momento migliore – “Dopo i due gol all’Inter, Angelozzi mi disse: ‘Mi ha chiamato Ventura, ti segue per la Nazionale’. Quindi avrei voluto, l’anno dopo, fare il titolare, ma a Sassuolo non c’era la possibilità. Così andai a Benevento, che mi pagò 7 milioni, ma con un problema al ginocchio che ho risolto solo un anno e mezzo dopo. Per me quello è un grande rimorso“.

Momenti difficili – “Il ginocchio mi tormentava, ogni dolorino mi destabilizzava. Ero tornato a Foggia per spaccare, ho fatto solo 7 gol e siamo retrocessi. Come a Perugia l’anno del Covid, però dopo averne fatti 19″.

Problemi a Foggia – “A La Spezia dicevano che ero gay, a Foggia mi accusavano di queste cose. In realtà a Foggia era stato terribile, mi sono fidato dei dirigenti e ci ho rimesso 250mila euro. La verità è questa: se giocavo a poker o a una macchinetta, che male c’era?“.

Catanzaro – “Ho valutato pro e contro. In realtà di pro non ce n’erano… Ero fermo da 8 mesi, stavo male, la squadra non andava bene. I tifosi non vedevano l’ora, avevo bisogno di tempo. Ma sapevo che la stagione vera sarebbe stata quella dopo: così è stato. A Catanzaro poi ogni piccolo problema diventa gigantesco, ma era un mio sogno giocare nella squadra della mia città, della quale sono sempre stato tifoso e dove ho famiglia“.

Rendimento – “Sono 71 con playoff e Supercoppa di C, ci tengo. Mi dicono che devo raggiungere Palanca. Io penso a quello che posso lasciare a Catanzaro per entrare nella storia della mia città, e credo già di esserlo. Con Bkt abbiamo realizzato un campetto, c’è un murale con la faccia mia e di Palanca insieme ai bimbi che giocano. Lui resta un mito, io spero che rimanga Iemmello Pietro“.

Re Pietro – “Anche a Foggia mi chiamavano così, per la verità… Mi fa piacere, ma a volte me ne vergogno un po’”.

Titolo di capocannoniere – “Il tempo c’è, ma attenzione: i gol devono servire per fare i playoff, che non sono ancora sicuri“.

Pio Esposito – “Oggi Pio è mio rivale, domani volerà in A e diventerà il nuovo attaccante della Nazionale: con lui e Camarda il futuro azzurro è in ottime mani“.

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